In pensione a 67 anni, record Ue. Gli italiani si godono l’assegno previdenziale per 3 anni in meno rispetto alla media Ue

Libero del 14 novembre 2017

Arriviamo in pensione dopo, e ci rimaniamo meno rispetto ai lavoratori degli altri Paesi europei. Tenendo conto dell’attuale aspettativa di vita a 65 anni, e dell’età di entrata in pensione, che è ritardata rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, i nostri pensionati percepiscono l’assegno in media per 16 anni e 4 mesi, contro i 18 anni e 19 mesi della media Ue, e le donne per 21 anni e 7 mesi, contro i 23 anni e 2 mesi della media Ue.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

10 Risposte a “In pensione a 67 anni, record Ue. Gli italiani si godono l’assegno previdenziale per 3 anni in meno rispetto alla media Ue”

  1. ROmeo- Il comparto ( per buona parte i Funzionari Direttivi non per vanto ma per maggiori responsabilità e contatto diretto con i Dirigenti ) regge tutta l’amministrazione, dando al Dirigente la possibilità di accaparrasi il premio di produzione , il rinnovo del contratto, non scontato, e quant’altro.
    Quindi non è vero che il comparto è stretto dalla dirigenza, perchè con proteste condivise e con la partecipazione compatta, i dirigenti, non solo dovrebbero calare le braghe, ma calerebbe anche l’igiustificato loro senso di onnipotenza.
    Scendete in piazza con i sindacati compatti, non solo quando la giornata è retribuita.
    Fate vedere che siete disposti a scioperare ad oltranza come si faceva una volta, di certo i Dirigenti non potrebbero fare nulla che accettare a capo chino le sacrosante richieste.

  2. Il personale del comparto non protesta come dovrebbe perché non vede via di uscita.
    Stretto nella morsa dirigenti (dall’alto) e personale precario da stabilizzare (dal basso) è da anni la vittima sacrificale delle nefandezze della politica.
    Il “peccato originale”, da cui tutto discende, è l’aver separato i capitoli delle retribuzioni dei dirigenti da quelli del comparto: è fin troppo evidente che i primi penseranno sempre per loro (e sono fin troppo capaci di farlo bene, giacché la politica si avvale della loro consulenza per quasi tutte le proposte di leggi), mentre per il comparto….dovrebbero pensarci i sindacati che, tra i propri iscritti, annoverano parecchi dirigenti, soprattutto i confederali.
    E allora, di cosa stiamo parlando?

  3. @paolo 65 ovviamente c’ era una sottile ironia sul mio post, concordo sulla totale assuefazione e passività del comparto sui provvedimenti degli ultimi anni dei vari governi regionali eccessivamente punitivi solo per dare in pasto all’opinione pubblica un agnello sacrificale, che distoglie l’attenzione dai veri privilegi che sono quelli della nostra classe politica regionale, io sono pessimista, basta vedere l’affluenza alle ultime elezioni regionali, di noi impiegati regionali possono fare anche polpette, alla fine nessuno protesterà… purtroppo!

  4. Fenicottero – mi dispiace che non hai compreso il senso metaforico della frase ( volare le scrivanie ). era inteso nel senso che prima le proteste erano condivise e portate avanti da tutte le categorie ( Dirigenti- Assistenti- dattilografi ecc…….) con forza e convizione ottenendo risultati quasi sempre positivi.
    dall’Ingresso della nuova generazione ( si fa’ per dire ) legge 11/90 c’e’ stata e continua ad esserci, una assuefazione e protesta sterile, sui social, corridoi, stanze chiuse, ma senza che si rilevi una forza tale da mettere in vera discussione le decisioni ingiuste e senza logica della classe politica.
    Passa una striscia in questo Blog -Chi lotta puo’ anche perdere ma chi non lotta ha gia’ perso.
    Sono uno che nel 1968 ero al terzo anno dell’Istituto tecnico per Geometri, credimi in quegli anni , dalle medie all’università tutti hanno contribuito a cambiare la società lottando contro i Matusa Politici e non che stavano minando il futuro di una intera generazione, cosa che sta’ succedendo oggi.
    .

  5. al momento la pensione viene pagata con i contributi di chi è ancora al lavoro, io spererei se fossi pensionato che chi attualmente lavora non lasci volare sedie e scrivanie, per rivendicare i propri diritti, se no dovrei preoccuparmi come arrivare alla fine del mese……..

  6. @Paolo 65: Mi riferivo a chi è andato in pensione anzitempo, approfittando di “norme” fin troppo permissive (scivoli vari e L.104/92) che gravano sulle spalle di chi è rimasto in servizio.
    La L.10/2000 è la principale responsabile di questa aberrazione reddituale, assieme al concomitante passaggio dalla lira all’euro. In un sol colpo, i dirigenti regionali hanno visto raddoppiare le proprie retribuzioni, mentre al personale del comparto è stata applicata, al centesimo, la conversione in euro degli stipendi.

  7. Romeo il lauto assegno di cui parli , non è a spese di chi è in servizio , poichè chi è andato in pensione ha versato per 35/ 40 anni i suoi beddi contributi.
    Il fatto che voi andrete in pensione possibilmente piu’ tardi e con minori importi del dovuto, perchè non avete saputo lottare contrastando il degrado della regione e gli sprechi ( Dirigenti generali, Dirigenti , capiservizi e non ) con stipendi sproporzionati rispetto ai dirigenti di un tempo-.
    LO sai quanto prendeva in piu’ il Direttore di un tempo rispetto all’assistente tecnico oggi Funzionario direttivo ? non piu’ di 500/700 mila lire,. oggi la differenza € 125.000/ 150.000 contro 2000 dopo 30 / 35 anni di servizio.
    Quindi non addossare colpe a chi era in seervizio prima di te’ ma a te stesso che adotti il detto( calati iuncu chi passa la china, senza lottare).
    I vechi pensionati come tu dici , se veniva commessa una ingiustizia facevano volare le scrivanie e bloccavano gli uffici.

  8. In compenso c’è chi, in Sicilia, si gode il lauto assegno previdenziale da almeno 20 anni a spese di chi è ancora in servizio e andrà invece in quiescenza (se non muore prima…) con una pensione da fame….:(

  9. Il problema è che si fanno statistiche, calcoli, schemi schemini, ma in Italia nessuno , dico nessuno ha avuto il coraggio di scendere in piazza , come in Francia, unico popolo compatto al momento della difesa dei propri diritti di uomini e donne, non chè di cittadini che pagano le tasse.
    La legge fornero ( di tutto il parlamento dell’epoca eccetto la lega )doveva scatenare l’inferno.
    Lo stesso per gli sprechi, vedi il calcio.
    Ventura è stato esonerato, ma nessuno pensa di svuotare gli stadi e starsene a casa o in campagna con i propri familiari.
    Non si danno neanche i centesimi ad un povero, sul sagrato di una chiesa e poi si pagano 200 € per una partita di Merda, per riempire le tasche ad uno che rincorre un pallone.
    La passione per lo sport è sacrosanta, ma questo non giustifica pagare milioni un calciatore, si dice non sono soldi pubblici, non è vero perche’ i costi degli sponsor li paghiamo noi sul prodotto che andiamo ad acquistare. ( costo della pasta od altro prodotto 40 centesimi, costosponsorizzata €1,20 )
    Il Coni e la ristrutturazione degli stadi li pagano i cittadini ecc……… con la dicitura contributo dello Stato o delle Regioni, per lo sport e spettacolo.

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