L’intervista. «Pensioni, più forza al contributivo». L’anzianità ancora presente compromette l’equilibrio finanziario del sistema

Il Sole 24 Ore del 23 aprile 2018

Le regole di accesso alla pensione devono essere basate sull’età e non anche sull’anzianità lavorativa. Anziché restituire a quest’ultima gli spazi perduti con l’abolizione delle “quote”, occorre aggiustare la macchina contributiva modificandone ingranaggi importanti come i coefficienti di trasformazione, con i quali si stabilisce il valore delle pensioni anche in base alla speranza di vita dei beneficiari, l’indicizzazione, la reversibilità e l’invalidità. Lo spiega in quest’intervista al Sole 24 Ore Sandro Gronchi, uno dei massimi esperti italiani della materia. Economista a La Sapienza, Gronchi è stato consulente di molti governi, compreso il governo Dini nel 1995.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

3 Risposte a “L’intervista. «Pensioni, più forza al contributivo». L’anzianità ancora presente compromette l’equilibrio finanziario del sistema”

  1. Che sia stato consulente di Dini la dice lunga. Quanto prende di pensione Dini?
    Come si puo’ dire piu’ forza al contributivo, quando un giovane bene che gli vada comincia a versare la prima marchetta a 40 anni.
    Per poter arrivare a 35 anni di contributi dovrebbe andare in pensione mediamente a 75 anni. Io non ho studiato come il professore , sono un semplice geometra, funzionario direttivo con 38 anni di prestazione lavorativa , non la chiamo carriera, poiche a noi è stata negata, ma di una cosa sono certo che la mia laurea l’ho conseguita in campo lavorativo ,ma sopra tutto nella vita vissuta.
    Con tutto il rispetto, tutti questi professoroni, se ogni tanto mettessero il naso fuori dai libri, si accorgerebbero che gli esodati non sono una invenzione girnalistica, sono esseri umani a cui hanno rovinato la vita.

  2. Che sia stato consulente di Dini la dice lunga. Quanto prende di pensione Dini?

  3. Sara’ un professorone che insegna alla Sapienza ,ma la sua sapienza dimostra che essendo professore universitario, che puo’ andare in pensione anche a 72 anni se non piu’, atteso che la legge fornero a loro non li ha neanche sfiorati, mi sa’ che non ha capito nulla della vita reale, avendo vissuto chiuso in qualche studio e/o biblioteca statale, per altro pagato dai lavoratori con i calli nelle mani.

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