Perché i giovani non vogliono lavorare nella Pa

L’obiettivo di una grande operazione di nuove assunzioni è condizione necessaria ma non sufficiente per affrontare l’attesa riforma. Si dovrebbe offrire ai giovani motivazioni che oggi non trovano.

L’ingresso di nuova forza lavoro under 40 è un prerequisito di sopravvivenza per la Pa.

Peccato che il 70% degli italiani tra i 25 e i 35 anni dichiari di non voler lavorare nella Pa. Il dato emerge dall’ultima indagine (“La Pa vista dai giovani”) che è stata elaborata in questi giorni da un sondaggio di Proger Index Research. Solo il 20% del campione si mostra interessato a prendere in considerazione un’occupazione nella Pa. Ma le motivazioni sono disarmanti. Poco meno del 60% degli intervistati sceglierebbe la Pa solo perché “entrare nella Pubblica amministrazione vuol dire avere un lavoro sicuro”.

Di fatto poco più di un giovane su quattro, tra quelli che si disporrebbero a lavorare nella Pa, ritiene che l’occupazione nel Pubblico possa “offrire un percorso di carriera interessante” e per il 26% degli intervistati il lavoro pubblico non premia il merito.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir

Una risposta a “Perché i giovani non vogliono lavorare nella Pa”

  1. Non so quali sono e da dove vengono i giovani intervistati, atteso che il posto fisso ad oggi e’ solo un sogno.
    Avete chiesto al cameriere di mondello con due lauree, al pizzaiolo biologo, al commesso ricercatore. ecc…….
    Il fatto che nella pubblica amministrazione non viene premiato il merito è una prassi consolidata nei secoli.
    L’unica forma per ottenere risultati e efficenza e’ il licenziamento, per scarso rendimento, assenze, ecc… a partire dai dirigenti.
    Anche se il lavoro non è quantificabile, non si producono beni di consumo od altro, ma si puo’ comunque arrivare alla valutazione di un dipendente tramite, verifiche continue sulla soddisfazione dell’utenza, testimoniata tramite schede od altro, anche riferite direttamente sull’efficenza del funzionario incaricato alla trattazione della pratica.
    Aggiornamento sulle nuove normative, con esame finale, non atto a licenziamento, ma alla verifica e quindi valutazione individuale per pesare il merito per eventuale carriera interna.
    Non
    esiste uno vale uno.
    Rifate i concorsi che grazie alle leggi speciali PIP, POP,PAP.non si fanno da piu’ di 30 anni.Vediamo quante domande arriveranno. Saranno tante che non si avranno i padiglioni sufficenti a contenere i partecipanti.

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