Via l’Imu arriva la Service tax. Quando le tasse cambiano solo nome

Si è cominciato con l’Ici prima abolita (Silvio Berlusconi ci vinse la sua penultima campagna elettorale) per essere sostituita dall’Imu che però non piace più e diventerà Service tax, di cui faranno parte la Tari, che prenderà il posto della Tarsu o della Tia (le imposte sui rifiuti), e la Tasi, ossia la “misteriosa” (copyright di Massimo Bordignon sul sito lavoce. info) imposta sui servizi indivisibili.

Una tassa nuova con le vecchie dentro sembra un buon metodo. Già sperimentato.

Con l’Irap (l’imposta regionale sulle attività produttive), ad esempio, la tassa più odiata dagli imprenditori italiani che nel 1998 assorbì i contributi sanitari, la tassa sulla salute, l’Ilor e l’Iciap.

Sull’Irap e sull’Irpef poi – lo sappiamo a spese nostre – le Regioni possono intervenire con la loro “addizionale” che vuol dire far pagare di più soprattutto per colpa dei buchi nella sanità.

Tutto ciò fa venire in mente la celebre frase del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Appunto.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir