Tecnici del Senato e bonus 80€. Sarebbe ora che qualcuno difendesse chi lavora con serietà

Lavoratore«Io e Calderoli faremo nelle prossime ore una denuncia all’autorità giudiziaria nei confronti di Renzi che ha detto che gli uffici del Senato hanno mentito». Così Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Forza Italia), conversando con l’Ansa a margine di una manifestazione elettorale. Resta alta la tensione dopo le bordate lanciate dal premier Renzi che aveva accusato di «falsità» i tecnici del Servizio Bilancio del Senato, rei di aver sollevato dubbi sulle coperture al decreto Irpef, con gli aumenti da 80 euro nelle buste paga di chi guadagna fino a 26mila euro lordi annui. Ma nello scontro interviene il presidente del Senato Pietro Grasso, che dopo aver difeso il lavoro e l’imparzialità dei tecnici di palazzo Madama dalle accuse del premier, oggi chiede di «evitare le querele».
A lui replia Gasparri: «Comprendo l’appello di Grasso ma resto in attesa delle scuse di Renzi».

Bonus 80€. Sarebbero un bluff e, in ogni caso, non bastano a risollevare il paese

EuroIl bonus rappresenterebbe solo un grande “bluff” da spacciare in questo momento di campagna elettore, in quanto il beneficio dato e’ assai irrisorio escludendo pensionati e tutti coloro con reddito basso che saranno esclusi, proprio coloro che di piu’ avrebbero bisogno  di tale sovvenzione. Tutto questo avviene grazie alla “rapina“ legalizzata fatta da questo Governo nel tassare i risparmi di famiglie e pensionati aumentando l’aliquota d’imposta dal 20 al 26% e tassando i fondi pensioni con aliquota al 11%. Siamo in presenza di un Governo incapace di attuare una politica sociale attenta alle esigenze dei cittadini / famiglie e di un sindacato da rottamare e riformattare per una politica del lavoro  attiva per riesumare i posti di lavoro persi e rilanciare l’economia e consumi (fonte: http://www.lindipendenza.com/80-euro-in-busta-paga-ecco-spiegato-il-grande-bluff-del-governo/)

Il Mef annuncia: “Pronte le buste paga con gli 80 euro per 786mila statali”. Ma è scontro con Grasso sulle coperture

Il bonus di 80 euro arriverà in 786mila buste paga di maggio. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il Dipartimento dell’amministrazione generale (Dag) ha elaborato le buste paga del mese di maggio per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che affidano al Mef il pagamento delle retribuzioni, calcolando e attribuendo ai beneficiari il credito previsto dal decreto legge.

Per Gustavo Piga il bonus degli 80 euro di Renzi è un bluff

EuroSecondo Gustavo Piga, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, il  bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti con meno di 1.500 euro di stipendio e i cinque punti in meno di Irap non rappresentano un’effettiva riduzione delle tasse, in quanto sono compensati da aggravi su altri fronti.

A farne le spese saranno innanzitutto i cittadini che dispongono di un conto corrente, in quanto la tassazione sulle rendite finanziarie passa dal 20% al 26%. A esserne interessati saranno tutti gli strumenti finanziari, compresi i conti di deposito di banche e Poste. La nuova aliquota sarà applicata a partire dal primo luglio.

A pagare il conto saranno anche le imprese che hanno rivalutato i beni patrimoniali, per le quali è cancellata la possibilità di un pagamento in tre rate sostituite da una rata unica. Saranno inoltre sottratti 400 milioni di agevolazioni alle imprese agricole.

La limitazione dell’esenzione sull’Imu per le aree svantaggiate garantirà maggiori introiti da 350 milioni di euro, cui si aggiungerà un taglio da 33 milioni per le imprese che producono energia elettrica.

Con il bonus da 80 euro, secondo Piga, non si introduce un’effettiva riduzione delle tasse, ma soltanto una loro redistribuzione. Le dimensioni della torta, in sostanza, rimangono identiche, ma la torta sarà ripartita in modo diverso.

La vera questione è se oltre ad alleviare la situazione di alcune persone e i bilanci di alcune famiglie, il bonus riesca anche a creare più crescita. Ciò che ci dobbiamo chiedere è che cosa faranno queste famiglie con questi soldi, se li spenderanno attivando un circolo virtuoso all’interno delle imprese che vendono prodotti, o se invece sceglieranno di risparmiarli.

Bonus 80€? La cosa certa è che aumenterà la tassazione (dal 20 al 26%) su conti correnti e rendite finanziarie

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Il decreto Irpef, firmato da Napolitano, prevede infatti per il 2015 un gettito di circa 755 milioni su conti correnti, libretti postali e certificati di deposito (il 92,8 per cento delle famiglie possiede un deposito bancario o postale).

Il governo si giustifica dicendo che ha deciso di alzare dal 20 al 26 per cento la tassazione sulle rendite finanziarie per portarle nella media europea. Peccato l’adeguamento avviene solo quando le tasse UE sono più alte e non al contrario. Un esempio su tutti le tasse sui carburanti in genere (benzina, gasolio, gas, etc.) anche se è il carico fiscale globale degli altri Paesi ad essere inferiore.

80€ in busta paga. A chi spettano. Gli esclusi. Come arriverà il bonus

EuroCome funziona il bonus di 80 euro

La norma prevede che per tutti i lavoratori dipendenti e assimilabili, come ad esempio i co.co.pro., che hanno un reddito lordo tra gli 8.145 e i 26 mila euro a partire dal mese di maggio e fino al mese di dicembre 2014, verrà assegnato un bonus, sotto forma di credito d’imposta, pari a 80 euro.

Il credito sarà quindi di 640 € diviso in 8 mensilità e spetterà in misura piena per i redditi compresi fra gli 8.145 e i 24 mila euro mentre sarà riproporzionato fino a scomparire fra i 24 mila e i 26 mila euro. Il bonus di 80 euro non spetterà quindi agli incapienti, cioè chi ha un reddito fino a 8000 euro in quanto questi lavoratori non pagano l’Irpef. Non spetterà infine ai pensionati, anche se la loro pensione deriva da lavoro dipendente e il Governo ha specificato che per incapienti e pensionati vi sarà un ulteriore intervento nelle prossime settimane.

I dubbi che sorgono in conseguenza del decreto sono diversi, riguardano soprattutto l’equità del bonus, in quanto non si fa ad esempio differenza fra i lavoratori singoli e chi ha familiari a carico. Altro dubbio riguarda il limite troppo rigido dei 24 mila e 26 mila euro e la soglia minima di 8.145 euro; questo in quanto chi dichiara 8145 euro non ha diritto al bonus, chi dichiara 8.146 euro ha diritto al bonus intero. Infine cosa accadrà a questo bonus nel 2015?

Ne consegue che la misura non riguarda gli incapienti, ossia coloro che per effetto del calcolo dell’Irpef, in base al reddito e alle detrazioni spettanti, già non pagano l’Irpef in busta paga. Dal bonus esclusi i redditi da pensione.

Molti dubbi in merito vengono sollevati dal Sole 24 ore, vi rimando alla lettura di questo articolo per comprendere meglio il decreto: Bonus 80 euro, ecco chi e in quali casi se ne avrà diritto

Il bonus Irpef per lavoratori dipendenti e assimilati sarà riconosciuto in busta paga, a partire da maggio, senza dover fare alcuna domanda. Il credito, riservato a chi guadagna fino a 26mila euro, sarà erogato direttamente dai datori di lavoro in tutti i casi in cui l’imposta lorda dell’anno è superiore alle detrazioni per lavoro dipendente.

Pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto irpef sul bonus 80€ in busta paga.

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Dopo la firma del presidente Napolitano, è stato pubblicato sulla G.U. del 24 aprile 2014 il Dl 66/2014, meglio noto come decreto Irpef. Entrano dunque in vigore le norme che dispongono un bonus Irpef fino a dicembre in busta paga per tutti i contribuenti con un reddito fino a 24mila euro e i tagli alla spesa, dai ministeri agli enti locali.

Il decreto-legge entrato in vigore il 24 aprile dovrà essere convertito in legge entro i canonici 60 giorni.

Ecco alcune delle principali novità della versione definitiva del decreto Irpef pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

BONUS 80 EURO AL MESE – Il bonus Irpef nel 2014 sarà di 640 euro per i redditi fino a 24.000 euro e decrescerà fino a zero da 24.000 a 26.000 euro. Restano esclusi gli incapienti. Il bonus diventerà strutturale con la legge di stabilita’ per l’anno 2015.

FONDO PER TAGLIO CUNEO – Arriva il fondo per ridurre la pressione fiscale e contributiva sul lavoro. Avrà una dotazione di 1,93 miliardi.

TETTO COMPENSI MANAGER – Confermato a 240mila euro il tetto ai compensi dei dirigenti e dei manager pubblici, inclusi i magistrati.

TAGLI AI MINISTERI SALGONO A 240 MLN – Salgono da 200 a 240 milioni i tagli ai ministeri e alla Presidenza del Consiglio per il 2014.

AL 26% TASSA RENDITE E CONTI CORRENTI – Scatterà dal 1 luglio l’aumento dal 20 al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie. La nuova aliquota sarà applicata anche ai dividendi e ai proventi a essi assimilati, agli interessi derivanti da conti correnti e depositi bancari e postali e agli interessi e ai premi delle obbligazioni. Non riguarderà i titoli di Stato.

DA MAGGIO MENO 70% SPESA AUTO BLU – Dal 1 maggio le amministrazioni pubbliche, le autorità indipendenti, inclusa la Consob, e le controllate della p.a. dovranno ridurre del 70% rispetto al 2011 la spesa per l’acquisto e la manutenzione di auto blu e per i buoni taxi. Il limite potrà essere derogato solo per il 2014 per effetto di contratti pluriennali già in essere. Ogni ministero non potrà avere più di cinque auto blu.

TETTO A USO CONSULENTI E CO.CO.CO NELLA P.A. – Previsto un limite all’uso di consulenti e collaboratori nella amministrazioni pubbliche.

TAGLIO 150 MLN ALLA RAI – Previsto un taglio di 150 milioni alla Rai per il 2014.

Crocetta: “Pronti ai sacrifici chiesti da Renzi” per garantire gli 80€ e convoca Giunta per correttivi alla finanziaria bis

Euro“Siamo pronti perché se questo è il sacrificio che dobbiamo pagare affinché i lavoratori abbiano 80 euro al mese in busta paga, qualcuno deve rinunciare, e noi rinunciamo a una parte di fiscalità e di tributi per darli ai lavoratori. La Regione Siciliana partecipa a questo sacrificio”. L’ha affermato a Catania il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito al taglio di trasferimenti per 700 milioni di euro. “Non lo faremo però – ha precisato Crocetta – pagare ai siciliani, non aumenteremo le tasse, non taglieremo le spese necessarie allo sviluppo, alle imprese, ai lavoratori e ai poveri, ma invece copriremo questa riduzione del patto di stabilita con gli sprechi nella Sanità”.

Mi astengo da ogni commento e userò l’unica arma che ancora mi resta: il voto del 25 MAGGIO.

Intanto la Giunta si riunisce per correzioni che si impongono alla luce dei nuovi sacrifici chiesti da Renzi a tutte le Regioni per dare copertura al decreto sul taglio dell’Irpef: alla Sicilia è stato chiesto di tagliare la spesa di 90 milioni.

Da qui la necessità delle modifiche alla Finanziaria bis, che era stata depositata all’Ars dal vecchio assessore Luca Bianchi.