Gioco dello “scaricabarile” o gioco al massacro?

Nei giorni scorsi il segretario della Cisl Sicilia Maurizio Bernava ha sporto denuncia in questura nei confronti dei responsabili amministrativi dell’assessorato regionale della Formazione e istruzione “contro le inadempienze organizzative e gestionali, le disfunzioni e i ritardi nei pagamenti delle retribuzioni dei lavoratori”. La Cisl chiede che siano accertate in via giudiziaria le “responsabilità oggettive e soggettive” che sono all’origine dei gravi ritardi nel pagamento degli stipendi (leggi l’articolo).

Queste affermazioni generiche hanno suscitato la protesta dei dipendenti del dipartimento formazione.

Oggi è arrivata la precisazione della Cisl. Il responsabile dei ritardi è il dirigente generale Corsello.

Fallimento Italia. Fuori dall’euro e limite calciatori stranieri. In 2/3 anni supereremo la crisi e tra 20 anni vinceremo i mondiali

Gazzetta dello sport del 12 luglio 1982

Idea balzana?

Forse.

Di certo, mai le sorti calcistiche hanno rispecchiato in modo così fedele la situazione politica-economica dell’Italia.

In ambito calcistico i nostri giovani provenienti dai vivai trovano la strada sbarrata dai calciatori stranieri. Alcune squadre, da diversi anni, schierano in campo e in panchina esclusivamente calciatori stranieri.

I nostri giovani, pertanto, non hanno la possibilità di “farsi le ossa”.

Prendersela con l’arbitro o con un calciatore in particolare, o prendersela con l’allenatore che ha lasciato a casa questo o quell’altro pensando che il risultato sarebbe stato tanto diverso, significa volersi prendere in giro.

Il calcio italiano va rifondato su basi diverse che valorizzino e tutelino i giovani italiani.

Stesso ragionamento va fatto per l’Euro.

La moneta unica avrebbe dovuto portare prosperità e benessere. Di fatto ci troviamo nel bel mezzo di una crisi economica senza via d’uscita, strozzati da tagli, tasse e perdita dei diritti dei lavoratori conquistati dopo anni di battaglie sindacali.

Che l’Europa stia mettendo in ginocchio la nostra economia sembrerebbe essersene accorto anche il nostro presidente della regione Crocetta che, ovviamente, parla della Sicilia, ma il ragionamento può e deve essere esteso a tutta l’Italia.

Un’Europa così all’Italia (e non solo) non serve. Gli interessi tra gli stati sono contrapposti. Se l’Italia dovesse aumentare le proprie esportazioni, inevitabilmente, per quel settore, si comprimerebbero quelle di altri paesi.

Quindi o più europa, con la nascita degli stati uniti d’europa (formata da tanti stati federali quanti sono i paesi dell’unione) con un solo governo e un solo presidente, o fuori dall’Euro.

Gli economisti che parlano di uscita dall’euro analizzano e argomentano i pro e i contro dimostrando che l’uscita porterebbe molti più benefici della permanenza nella moneta unica.

I sostenitori dell’Euro lo pongono come il dogma della fede.

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