L’ABUSO DEL PERMESSO “104″, PER ASSISTENZA DEI CONGIUNTI, GIUSTIFICA IL LICENZIAMENTO

La natura illecita dell’abuso del diritto a fruire dei permessi per l’assistenza dei congiunti, di cui all’art. 33, L. 104/1992, e il ragionevole sospetto che il lavoratore ne abbia abusato, legittimano il ricorso al controllo occulto c.d. “difensivo” ad opera del datore di lavoro. L’uso improprio del permesso per l’assistenza dei congiunti giustifica il licenziamento per giusta causa in quanto compromette irrimediabilmente il vincolo fiduciario indispensabile per la prosecuzione del rapporto di lavoro.

Un datore di lavoro si avvale di un’agenzia investigativa per “pedinare” un proprio dipendente, sospettato di utilizzare i permessi ottenuti per l’assistenza ai congiunti ai sensi dell’art 33 della L. 104/1992 al fine di recarsi in vacanza. Scoperto l’illegittimo uso del permesso, il datore licenzia il dipendente per giusta causa.

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Si può vivere con 4 mila euro al mese?

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Sono disgustato! Mi prendo una pausa.

Leggendo articoli e commenti su facebook e su noti blog relativi alla morte di un collega, sono assalito da un senso di profondo disgusto.

Certi tipi di speculazione mi danno il voltastomaco. Mi fanno salire un forte senso di nausea.

Ho scritto e poi cestinato senza pubblicarli almeno 100 post.

Durante la mia carriera (carriera si fa per dire, forse è meglio chiamarli anni di servizio e basta!) ho visto parecchi colleghi morire, alcuni avevano i requisiti minimi per il vitalizio, altri no.

Alcuni sono morti all’improvviso, come Nicola S. accasciatosi accanto a me dietro lo sportello dell’ufficio di collocamento di via Paolo Veronese.

Altri sono morti a causa di un incidente stradale. Il mio ricordo va a Maurilio L. (uno dei fondatori del neonato Cobas/Codir) morto in una tiepida mattina primaverile di 14 anni fa mentre si recava a Trapani per svolgere attività di orientamento in un liceo. Maurilio L. era operaio assunto nel 1989 e svolgeva mansioni superiori.

Altri ancora dopo una breve malattia. E il mio ricordo va a Michele S. dirigente provinciale di Enna del Cobas/Codir morto lo scorso settembre dopo una breve malattia all’età di 53 anni. Al funerale erano presenti esponenti sindacali SOLO del Cobas/Codir. 

Dire poi che al funerale del collega non era presente nessun sindacalista che conta è un falso per non dovere ammettere che magari era assente proprio il sindacato di cui si fa parte.

Al funerale del collega morto durante la pausa pranzo, infatti, il Cobas/Codir era presente e rappresentato ai massimi livelli da Dario Gattuso, componente della segreteria regionale, responsabile dei settori Turismo, Trasporti  e M.C.T.C., Bilancio, Finanze, Attività Produttive, Pesca, Camere di Commercio e componente della segreteria del Terziario (vedete voi se basta ad affermare che il COBAS CODIR era rappresentato al funerale ai massimi livelli). 

Avrei voluto ricordare tutti gli interventi del COBAS CODIR per la questione del riconoscimento dei contributi pensionistici degli ex contrattisti.

Ma mi fermo qui. 

Alla famiglia del collega morto vanno le mie più sentite condoglianze.

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