L’Ars toglie le sanzioni per i deputati che cambiano partito

Giornale di Sicilia del 2 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

I deputati dell’Ars decidono di cancellare le sanzioni a loro carico. Dal Codice Etico che il Parlamento esaminerà alla riapertura dei lavori è stata cancellata la norma che avrebbe intro dotto una sorta di multa per chi cambia casacca, cioè partito. In questa legislatura si è raggiunto un record: la metà dei deputati, 44 su 90, ha cambiato partito. Ci sono casi in cui il cambio è avvenuto a pochi giorni dall’elezione, altri casi in cui uno stesso parlamentare ha cambiato gruppo più di una volta.

Quasi sempre – come ha evidenziato la commissione Antimafia dell’Ars – dietro i cambi ci sono convenienze politiche: un «calciomercato» in cui a secondo dei nuovi equilibri chi passa da un partito all’altro favorendo uno schieramento ottiene poi ruoli di vertice in Parlamento.

L’Italia è in deflazione, come nel 1959

Deflazione significa assenza di domanda interna.

Non sono bastati gli 80 euro di Renzi e l’alluvione monetaria della Bce di Draghi con il quantitative easing: per l’Istat nel 2016 l’Italia è rimasta in deflazione. E’ la prima volta che succede da oltre mezzo secolo. Nel 1959 la flessione dei prezzi al consumo fu dello 0,4%. Oggi è dello 0,1%. La crisi si avvita: cala la domanda interna, le imprese non assumono e possono licenziare, i consumatori non spendono e usano i bonus di Renzi per saldare i debiti. O per metterli in banca. Questo è l’esito dei 22 miliardi pubblici erogati in due anni da Renzi quando era al governo.

Un 2017 di rincari per gli italiani, stangata da mille euro a famiglia

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La Stampa del 28 dicembre 2016. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Bollette di luce e gas, pedaggi autostradali, tariffe postali: una raffica di aumenti caratterizzerà il 2017 e le famiglie potrebbero essere costrette a spendere per esigenze di prima necessità circa 160 euro in più rispetto all’anno precedente.

Alcune associazioni dei consumatori stimano che i rincari potrebbero costare molto di più (986 euro secondo il Codacons), ma ciò che maggiormente preoccupa è che altre brutte sorprese potrebbero arrivare nel corso dell’anno.