Timbrò il cartellino al posto del collega: dipendente regionale rischia il licenziamento

Giornale di Sicilia del 24 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

È stato sospeso ieri ed entro trenta giorni potrebbe essere anche licenziato. È un dipendente dell’Ispettorato del Lavoro di Agrigento il primo caso di «furbetto del cartellino» scoperto e punito alla Regione. Anche se sul licenziamento il condizionale è d’obbligo perché la vicenda è talmente complicata dal punto di vista giuridico che rischia di fare scuola a livello nazionale.

Il rebus della riforma Madia, cancellata la norma caccia «furbetto»

Giornale di Sicilia del 24 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Annunciato come uno dei provvedimenti capaci di stanare e scoraggiare gli scansafatiche degli uffici pubblici, il licenziamento dei furbetti del cartellino è in realtà un rebus. La riforma che lo ha introdotto è stata azzoppata dalla Consulta ma restano in vita norme che prevedono altre sanzioni.

Prepensionamenti. La regione prepara l`esodo per enti ed ex province

Giornale di Sicilia del 23 gennaio 2017. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

La giunta approva un pacchetto di norme per il prepensionamento negli Enti ed ex Province. Potranno lasciare anticipatamente gli uffici tutti i dipendenti che hanno almeno 63 anni di età e 20 di contributi.

Sarà la prima applicazione in salsa siciliana delle norme che a livello nazionale hanno introdotto l’Ape.

L’addio anticipato al lavoro è consentito a chi oggi è impiegato in enti come Eas ed Esa (per citare i più noti) e in tutte le strutture minori che vengono finanziate dalla Regione. Il meccanismo non è però quello previsto un anno fa per i regionali degli assessorati, che portò a 4.500 domande di prepensionamento. Ora si applica la cosiddetta Ape aziendale prevista dalla legge di Stabilità nazionale. Riceveranno una indennità pari alla pensione che spetterebbe se avessero i requisiti normali ma decurtata del 2 per cento per ogni anno di anticipo dell’addio al lavoro.

Pensionati, fuga dall’Italia

Vita cara, clima sociale depresso, redditi bassi: l’Italia non è un paese adatto per chi è nell’età della pensione. Un esercito di anziani negli ultimi anni ha deciso di non arrendersi alla vita agra nel Bel Paese e di cercarne una migliore in posti più economici, più caldi e più accoglienti. Secondo l’Istat sono 478 mila gli ultrasessantenni che hanno fissato la residenza all’estero, 8.500 si sono trasferiti nel solo 2015 (ultimi dati disponibili), un flusso annuo doppio rispetto all’inizio del decennio. Quelli disposti alla nuova avventura non sono, di solito, i pensionati con l’assegno al minimo, sono soprattutto quelli con redditi medi, più abituati a viaggiare.

Il Triskel182 – Pensionati, fuga dall’Italia