Dirigenti statali, si cambia: rotazioni e ingressi dal basso

Il Messaggero del 30 agosto 2018

II governo rilancia la riforma della Pubblica amministrazione per i vertici. Torna l’ipotesi delle rotazioni per i dirigenti (con una stretta sulla durata del mandato e proroghe contingentate) cui si aggiunge la possibilità di bandire concorsi riservati ai dipendenti che si sono distinti per il lavoro svolto negli anni nelle Pubbliche amministrazioni e che aspirano a salire di grado.


Questo, assieme alla reintroduzione delle progressioni verticali per il triennio 2018-2020 a suo tempo abolite dalla riforma Brunetta, potrebbe sbloccare, almeno parzialmente, le carriere ferme alla regione siciliana da circa un ventennio.

Sotto vi ripropongo l’articolo sulla reintroduzione delle progressioni verticali.

Spazio alle progressioni verticali nella P.A.. La riforma Madia reintroduce i concorsi riservati per valorizzare le professionalità interne per il triennio 2018-2020

Statali, niente doppi incarichi

ItaliaOggi del 22 agosto 2018

Il licenziamento del dipendente pubblico per violazione del divieto di cumulo degli incarichi è legittimo anche in caso di inerzia da parte del datore di lavoro nel reprimere il comportamento contrario ai doveri di ufficio. Semaforo verde, dunque, al licenziamento del dirigente medico che aveva svolto, senza la preventiva autorizzazione del datore di lavoro, l’incarico di medico penitenziario per due anni, percependo compensi annuali superiori a 100 mila euro. Lo ha deciso la sezione lavoro della Corte di cassazione nella sentenza n.20880/2018.

Lo sfogo su Whatsapp può far perdere il posto

Il Sole 24 Ore del 13 agosto 2018

Sfogarsi su Whatsapp può far bene al cuore ma rischia di essere anche estremamente pericoloso, soprattutto quando le confidenze riguardano questioni lavorative o si svolgono durante l’orario di lavoro. I giudici stanno infatti allargando le maglie dell’utilizzo in giudizio delle conversazioni fra privati. E ad entrare sempre più nei processi sono proprio gli scambi di messaggi su Whatsapp, tra gruppi o con singoli destinatari: tutti possono dar luogo a licenziamenti o sanzioni disciplinari.

Tsipras annuncia la fine dell’austerity in Grecia. Ma a quale prezzo?

Il Fatto Quotidiano del 25 agosto 2018

Abolizione di tredicesima e quattordicesima; abbassamento del salario minimo (per i giovani da 751 a 490 euro); abbattimento delle esenzioni e delle agevolazioni fiscali; aumento dell’anticipo fiscale per l’anno successivo (100 per cento); abbassamento della soglia di esenzione fiscale (da 8000 a 5000 euro); tre contribuzioni una tantum per i redditi sopra i 12.000 euro; aumenti ripetuti e strutturali di benzina, sigarette, alcol, giochi d’azzardo, bevande, telefonia mobile, autostrade, assicurazioni; tassa sugli immobili; tagli alle pensioni, con aumento dell’età pensionabile; aumento dell’Iva al 23 per cento, e applicazione di questa tariffa a un maggior numero di beni; graduale abolizione dell’Iva calmierata per le isole; tagli draconiani a investimenti pubblici, spese farmaceutiche e di difesa; migliaia di licenziamenti e cospicui tagli salariali nel settore pubblico. Per non parlare della totale alienazione in mani straniere di porti, aeroporti, ferrovie, enti pubblici e risorse strategiche.
Cosa sono? Sono le misure imposte alla Grecia dalla Troika. I costi sociali sono stati terribili.

Le società in house possono assumere soltanto con le procedure del pubblico impiego

Si segnala un articolo da quotidianoentilocali.ilsole24ore.com

di Michele Nico

QUI la sentenza della Corte di cassazione penale sezione VI n. 30441/2018

“Alla società in house che gestisce servizi pubblici locali deve essere riconosciuta natura pubblica, con la duplice conseguenza che per le assunzioni di personale è soggetta alle regole del testo unico sul pubblico impiego e che i relativi soggetti operanti con funzione apicale sono pubblici ufficiali, per il fatto stesso di concorrere alla predisposizione di atti pubblicistici. Questo è il principio sancito dalla Corte di cassazione penale, sezione VI, con la sentenza n. 30441/2018 che conferma la condanna per i reati di abuso d’ufficio e di falso in atto pubblico dell’amministratore delegato, del responsabile della direzione del personale e del presidente della commissione esaminatrice di una società in house, coinvolti a diverso titolo nell’assunzione di 41 dipendenti secondo logiche clientelari e in violazione delle regole sul pubblico concorso.”

Erogazione illegittima dell’indennità di risultato: risponde di danno anche l’OIV

di Federica Caponi- Consulente della Corte dei conti- ProcuraRegionale, sez. giur. Veneto, esperta in gestione e organizzazione delle risorse umane nella Pubblica Amministrazione e Manuela Ricoveri – Esperta in organizzazione nella Pubblica Amministrazione

“La retribuzione di risultato, erogata ai dirigenti prescindendo del tutto dalla fissazione di obiettivi specifici, dal monitoraggio dell’andamento delle attività e dalla verifica dei risultati raggiunti, si configura quale erogazione di una premialità aggiuntiva non giustificata e, quindi, produttiva di danno erariale. I giudici contabili hanno ritenuto responsabile di tale danno l’organo esecutivo, che non aveva assegnato gli obiettivi e non aveva vigilato sull’attuazione del sistema legale di assegnazione della retribuzione di risultato, il direttore generale che aveva dato impulso al riconoscimento e all’attribuzione di tale indennità, ma anche i componenti del nucleo di valutazione che avevano valutato positivamente il raggiungimento di obiettivi mai definiti, né assegnati.”

QUI l’articolo completo

Pensioni oltre 4000 euro un taglio tra il 10 e il 20%. Le donne più penalizzate

Repubblica del 12 agosto 2018

Pensioni oltre i 4000 euro subiranno un taglio tra il 10 e il 20%. Le donne più penalizzate.

Cambia, in modo retroattivo, l’età per il trattamento di vecchiaia chi in passato ha dovuto lasciare il lavoro ora vedrà l’assegno ridotto.

Commento

Non entro nel merito della scelta se sia giusto o meno tagliare retroattivamente le pensioni sopra i 4000 €. Ci sarebbe, infatti, da chiedersi perché sarebbero ingiuste le pensioni sopra i 4000 € e sarebbero, invece, giusti gli stipendi sopra i 4000. La Corte Costituzionale ha, più volte, affermato il principio secondo cui la pensione è una retribuzione differita. Ma, in ogni caso, verrebbe meno la certezza del diritto calpestando uno dei fondamenti del nostro ordinamento giuridico: “tempus regit actum”.