La ministra Dadone contro gli opinionisti da salotto che ritengono lo smart working il vero male dell’Italia

La ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, ha parlato dello smart working e di quanto sia stato importante durante il lockdown.

“Sembra essere divenuto il vero male dell’Italia in crisi, la crisi stessa a leggere i giornali o a sentire autorevoli opinionisti da salotto, però l’aver messo in smart working  i lavoratori, ove era possibile, ha salvato i servizi essenziali per  gli italiani”.


Come già detto nel post precedente, per questi commentatori da salotto i mali dell’Italia non sono quei “prenditori” che prima mettono i dipendenti in cassa integrazione e poi chiedono loro di andare lo stesso a lavorare.

No, non sono quelle aziende che sostengono che i fattorini sono “lavoratori autonomi” e si devono sobbarcare il “rischio d’impresa”.

No, non sono quelle imprese della sanità privatizzata (vedi Lombardia) che si sono dedicate più a rastrellare soldi pubblici che a fornire servizi.

No, non sono quelle aziende (Atlantia dice qualcosa?) che hanno sfruttato i monopoli naturali per accumulare profitti stratosferici.

E io aggiungo: i mali dell’Italia non sono gli evasori fiscali o i politici corrotti che drenano risorse pubbliche lasciando opere pubbliche incompiute o, quelle esistenti, nell’incuria più totale (ponti, scuole, autostrade, beni culturali, etc.). I mali dell’Italia sono i pubblici dipendenti e lo smart working.

I dipendenti pubblici in smartworking non sono ‘sabotatori’. Il Comune di Cagliari è un esempio