Fallite miseramente le demagogiche promesse di stabilizzazione dei Precari regionali e comunali. LA POLITICA (MA NON SOLO) PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

Fallite miseramente le demagogiche promesse di stabilizzazione dei Precari regionali e comunali.Palermo, 3 dicembre 2013

Eccoci alle solite! Dopo mesi di promesse, riunioni, progetti e disegni di legge farlocchi (come ad esempio l’ultimo D.D.L. che avrebbe creato, fra l’altro, una sorta di disparità di trattamento tra precari degli Enti Locali e i precari regionali che sicuramente non sarebbe passato inosservato dal Commissario dello Stato), ecco rispuntare una triste verità: nessun precario sarà stabilizzato e dovrà ritenersi fortunato se riuscirà ad avere una proroga del contratto prima del 31/12/2013.

In realtà, prima che i nodi venissero al pettine, la politica siciliana, al fine di carpire la buonafede di questa vasta platea di precari e, magari, ottenere il loro voto alle prossime ed imminenti elezioni europee, ha scherzato con il fuoco e con il pane di 22mila famiglie che hanno sperato per l’ennesima volta che, dopo anni di prese in giro, fosse giunto il momento della stabilizzazione. Anche talune forze sindacali si sono prestate a questo triste gioco rivendicando, seguendo un copione probabilmente già scritto (tanto che incredibilmente sono state le uniche sigle audite dal Presidente Crocetta), atti politici al di fuori della costituzionalità sapendo che, comunque, non si sarebbe approdati a nulla a cominciare dalle fantomatiche stabilizzazioni di precari promesse in categoria C e D.

Sembra di rivedere un film già visto: quando alcuni sindacati promettevano ai 4500 precari regionali posizioni professionali che la legge non avrebbe mai consentito o, addirittura, pur di riconoscere loro alte qualifiche, la creazione di società private che sarebbero poi state immesse nel mercato con esiti che tutti potevano immaginare. Il COBAS/CODIR e il SADIRS si sono opposti, sin da allora e nell’interesse stesso dei 4500 precari, a queste ipotesi rischiose ottenendo, poi, finalmente e con la condivisione degli stessi interessati, l’unica stabilizzazione consentita dalla legge in A e B.

Va da se che, oggi, COBAS/CODIR e SADIRS (laddove fosse giuridicamente possibile e, si ribadisce, non lo è) non potrebbero mai consentire stabilizzazioni di precari che scavalcassero gli stabilizzati in A e B e gli stessi dipendenti di C e D, né tantomeno l’immissione nei ranghi regionali di personale fuori ruolo a qualsiasi titolo stipendiato dalla Regione.

Prima di qualsiasi ipotesi di revisione degli organici occorrerà, infatti, come sempre rivendicato dai due più rappresentativi Sindacati Autonomi, procedere ad un serio progetto di accompagnamento alla pensione dei dipendenti più anziani e, contestualmente, applicare una riclassificazione di tutto il personale che, oltre a riconoscere le professionalità del personale in servizio, crei gli spazi necessari a stabilizzare il personale precario senza che vengano create disparità e sperequazioni, evitando, in tal modo, una moltitudine di ricorsi che si innescherebbero inevitabilmente anche per la mancanza delle quote di riserva previste per legge nei previsti pubblici concorsi anche per il personale interno.

Adesso non resta che incrociare le dita affinché, il rinnovo dei contratti, passi indenne dalle forche caudine del Commissario dello Stato dopo che le scelleratezze di una politica senza scrupoli ha messo a forse rischio anche il diritto alla prosecuzione di una rapporto di lavoro ormai ultradecennale.

Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir