Sicilia. Mobilità dei dipendenti regionali entro 50 km con i treni lumaca e la carenza o l’assenza di altri mezzi di trasporto pubblico

Treni lumacaDopo le continue proteste per i ritardi, disagi e soppressioni dei treni in partenza e in arrivo per il capoluogo, adesso Federconsumatori Sicilia e il comitato pendolari Sicilia sono passati alle denunce.

Una sorta di class action contro Ferrovie, Rfi e Trenitalia, «colpevoli», a loro modo di vedere, di non garantire un servizio accettabile ai migliaia di pendolari che ogni giorno viaggiano nei convogli da e per Palermo.


Nonostante questo desolante contesto si vorrebbe introdurre in Sicilia la mobilità d’ufficio per i dipendenti regionali entro 50 km. E nell’articolo si parla, comunque, di una tratta ferroviaria (Messina-Palermo) in cui, pur tra ritardi e soppressioni, i treni bene o male circolano.

In Sicilia, purtroppo, la stragrande maggioranza del territorio è sprovvisto di collegamenti pubblici e una mobilità scriteriata penalizzerebbe oltremodo i dipendenti regionali.

Tutti i paesi europei hanno investito i fondi comunitari per potenziare il trasporto locale.

Le città europee hanno costruito una fitta rete di gallerie che permette di raggiungere in metro qualsiasi punto delle città.

I tempi di attesa tra una corsa e l’altra sono nell’ordine di un paio di minuti.

Roma, Napoli, ma ancor più Palermo sono gli emblemi di come, invece, il trasporto locale sia stato trascurato e sarebbe interessante conoscere per quali finalità siano stati spesi i fondi comunitari. Palermo, Roma e Napoli sono le città più trafficate d’Italia.

A Palermo, addirittura, non è stato ancora completato (anzi è in fase iniziale) il raddoppio di quei pochi chilometri di metro che dalla stazione centrale porta all’aeroporto di Punta Raisi e i treni procedono lentamente a binario unico.

La frequenza tra una corsa e un’altra è nell’ordine di 30 minuti (se tutto va bene).

Da Palermo per raggiungere in treno città come Catania e Messina (220km circa) occorrono almeno 3 ore di viaggio. Da Palermo per Ragusa, forse un giorno non basta!

Viste queste premesse, il dipendente trasferito entro 50 km, sarà costretto a spostarsi in auto.

Ora, tralasciando tutti i disagi familiari e supponendo di spostarsi con una utilitaria, ci vorranno, mediamente 7/9 litri di benzina o gasolio al giorno, circa 12/16 euro al giorno che incidono sul bilancio familiare dai 240 ai 320 euro al mese.

E, oltre al danno, i dipendenti regionali subirebbero la beffa di dovere pagare il carburante più caro rispetto al resto d’Italia, nonostante la Sicilia produce e raffina il petrolio.

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Pubblicato da benedettomineo

Dirigente sindacale Cobas/Codir