Pensioni anticipate: testo finale migliorato ma ancora non accettabile

Palermo, 16 aprile 2015

I sindacati COBAS/CODIR, SADIRS, DIRSI, SIAD e UGL respingono al mittente ogni vergognoso tentativo di trasformare una norma sul pensionamento anticipato del personale regionale, nella solita operazione clientelare nella quale poterefare un selfie delle proprie posizioni di privilegio personale e consentire anche di foraggiare i privilegi di amici degli amici vicini ai propri ambienti politici e di responsabilità (a buon intenditore…….).

Ciò premesso, dopo svariati incontri propedeutici ad addivenire ad un percorso condiviso che portasse consistenti risparmi nelle casse della Regione e dopo i chiari impegni assunti dal governatore Crocetta a seguito del SIT IN del 17 marzo scorso, l’Aran, dopo numerosi sforzi prodotti in favore di un accordo ragionato e onorevole, sembra cedere sotto i colpi demagogici e intollerabili di alcuni pezzi di Governo attenti soprattutto ai proclami a effetto e alla propaganda personale più che alla vera risoluzione dei problemi finanziari per il bene dell’Amministrazione regionale e degli stessi suoi incolpevoli dipendenti.

Primo nodo che ieri sera sembra avere fatto definitivamente “saltare il banco” è stata la questione legata alle pensioni che, dovendo aprire talune finestre ad hoc, avrebbe consentito risparmi certi di 40 milioni di euro in tre anni. Inaccettabili, pertanto, le imposizioni e le previsioni di pesanti penalizzazioni ingiustificate e ingiustificabili che avrebbero dovuto subire i lavoratori e che, sempre quei “pezzi” di Governo, avrebbero preteso in aggiunta ai risparmi per potere dare in pasto all’opinione pubblica, una immagine di estremo ed eccessivo rigore nei confronti del comparto dei regionali. Tutto ciò riuscendo, secondo loro, a mascherare il mantenimento di sperperi e privilegi che hanno, oramai, lasciato soltanto qualche osso spolpato della esanime Regione.

Ancora più inaccettabile la norma che prevedrebbe l’adesione obbligatoria, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, del collocamento a riposo (in qualsiasi anno futuro) pena la perdita del sistema misto (per i colleghi del contratto 1). Inaccettabile anche la disparità di trattamento che tale assunto creerebbe nei confonti dei colleghi del contratto 2 (assunti post 1986) e più volte denunciato dai Sindacati Autonomi, che la proposta presentata dall’Aran di una finestra fino al 2020 non risolve minimamente.

I sindacati COBAS/CODIR, SADIRS, DIRSI, SIAD e UGL hanno detto, quindi, basta! Hanno fatto di tutto nel tentativo di costruire un risultato accettabile che avrebbe potuto convincere i dipendenti vicini ai limiti di legge ad andare in pensione senza creare, fra l’altro, alcuna disparità di trattamento ma di fronte all’arroganza e alla tracotanza dimostrata da questi “pezzi” di governo, sono pronti a restituire la parola alla protesta chiedendo preliminarmente le rimozione immediata dell’Assessore all Funzione Pubblica (e non solo) e iniziando, sin da subito, un’opera di sensibilizzazione nelle commissioni dell’ARS affinché la politica siciliana non sia complice e non si sporchi le mani con operazioni vergognose e indegne contro il personale regionale che è pronto a reagire su tutte le piazze siciliane comunicando ai cittadini, con un’azione capillare d’informazione, tutte le promesse inevase dei nostri politici e dei continui clientelismi che offendono la democrazia siciliana, tutti i cittadini onesti e tutti i giovani disoccupati costretti, ancora oggi, ad allontanarsi da questo mercimonio per trovare dignitose e oneste opportunità di lavoro.

www.codir.it

Riunione Aran. Qualche dettaglio in più in attesa del comunicato ufficiale

Aran-SiciliaQualcuno si è lamentato del ritardo con cui filtrano le notizie attraverso i comunicati ufficiali. Potrebbe sembrare un dettaglio, ma terminare la riunione dopo le 19,30, imbarcarsi “nell’avventura” del ritorno a casa (parlando al telefono) tra i cantieri aperti di Palermo e, dopo cena, rimettersi a scrivere, non è cosa di poco conto.

Scusate lo sfogo. Vado al nocciolo della questione.

Come avrete già appreso dagli sms inviati agli iscritti  e da quanto riportato da qualche quotidiano online che ha raccolto le dichiarazioni dei sindacati al termine della seduta, i sindacati hanno respinto la nuova proposta presentata dall’Aran ritenendola iniqua (nel caso dei “contratto 2” li includerebbe fino al 2020 escludendo gli altri) e penalizzante per il “contratto 1”.

La nuova bozza prevede sempre che per accedere al prepensionamento è necessario il doppio requisito di 61 anni e 7 mesi e una contribuzione minima di 35 anni. È stato, però, inserito il pensionamento al raggiungimento di 40 anni di contributi.

In questa nuova bozza scompare il contributo di solidarietà in relazione al reddito per i dipendenti appartenenti al “contratto 1” ma si parla di decurtazioni in base alla categoria di appartenenza nelle seguenti misure:

  • 4% per il personale della categoria A;
  • 6% per il personale della categoria B;
  • 8% per il personale della categoria C;
  • 10% per il personale della categoria D;
  • 12% per il personale della fascia dirigenziale.

È scomparso l’incremento delle percentuali di cui sopra di un punto percentuale annuo a decorrere dal 1° giugno 2016 ma è rimasto il conteggio effettuato non più sull’ultima retribuzione ma sulla media degli ultimi 5 anni e l’obbligatorietà della presentazione della domanda di pensionamento entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, pena la decadenza dal beneficio del collocamento anticipato in quiescenza e l’applicazione del sistema statale.

La nuova bozza prevede che il beneficio del prepensionamento si applichi ai dipendenti del “contratto 2” che conseguano il requisito (61 anni e 7 mesi e 35 di contributi) dalla data di entrata in vigore della legge e fino al 31 dicembre 2020.

Spero di avere capito bene e di non avere dimenticato nulla, dal momento che non è stato consegnato il nuovo testo di riscrittura.

Domani (oggi) il comunicato ufficiale.

In serata si è appreso che i sindacati saranno ascoltati domani (oggi) dalla I commissione all’Ars sul testo del DDL.

Pensioni dei regionali, non c’è accordo

Foto sit-inFumata nera oggi all’Aran. Le sigle che stanno portando avanti la vertenza Cobas Codir e Cisl si dichiarano “non soddisfatti dalle proposte giunte oggi. Adesso il governatore chiarisca ufficialmente la posizione dell’esecutivo”. La Cgil: “Qualcuno sta giocando”