INPS: le nuove tabelle per gli assegni familiari 2015 – 2016

Circolare numero 109 del 27-05-2015 - Assegno nucleo familiare periodo 1° luglio 2015 - 30 giugno 2016Con la circolare numero 109 del 27 maggio 2015 l’INPS ha reso note le nuove tabelle per il calcolo degli assegni familiari valide dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016.

La legge n. 153/88 stabilisce che i livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare sono rivalutati annualmente, con effetto dal 1° luglio di ciascun anno, in misura pari alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, calcolato dall’ISTAT, intervenuta tra l’anno di riferimento dei redditi per la corresponsione dell’assegno e l’anno immediatamente precedente. In base ai calcoli effettuati dall’ISTAT, la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo tra l’anno 2013 e l’anno 2014 è risultata pari allo 0,2%.

Pertanto l’INPS come ogni anno pubblica le tabelle contenenti i nuovi livelli reddituali, nonchè i corrispondenti importi mensili della prestazione, da applicare dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016, alle diverse tipologie di nuclei familiari.

Virgin, Branson cancella l’orario di lavoro. ‘Contano i risultati, non le ore di ufficio’…Da noi funzionerebbe?

Abolito anche il limite ai giorni di vacanza. Per l’imprenditore britannico “i dipendenti si possono assentare un’ora, una settimana o un mese, senza che nessuno debba potergli fare domande, perché una persone felice lavora meglio”. La nuova politica è stata introdotta negli uffici di Regno Unito e Usa.

Tagliando i vitalizi ai politici non si risolvono i problemi di finanza pubblica….Allora si risolvono tagliando la pensione ai lavoratori?

Gianni Cuperlo daticameraTagliare i vitalizi? Proposta popolare ma serve a poco.

E’ l’opinione di Gianni Cuperlo, esponente della minoranza PD, che – intervistato da Libero TV insieme ad altri esponenti dem – dice la sua opinione a proposito della proposta di taglio del 25% dei vitalizi per i parlamentari per colmare lo spread tra contributi versati ed importo dei vitalizi.

Cuperlo spiega: “Non credo che in sé toccare quei vitalizi possa cambiare le sorti della finanza pubblica italiana”.

“Corsi in ritardo? La Lo Bello accusa Baccei. “Sciarra in famiglia”?

assessorato-formazione copiaL’assessore alla Formazione risponde alla nota del Miur con la quale il governo Renzi “minaccia” il commissariamento: “I nuovi percorsi formativi non sono ancora partiti? Non sono io la responsabile. Ho chiesto più volte all’assessore all’Economia di trasferire le somme necessarie. E non l’ha ancora fatto”.

Malattia. La decurtazione è effettuata per i primi 10 giorni di ogni periodo di assenza per malattia

Malattia. Ai fini della decurtazione si fa riferimento ad ogni episodio di malattia che colpisce il dipendente, anche della durata di un solo giorno, e per tutti i primi dieci giorni di ogni evento morboso.

Pertanto nei primi 10 giorni di assenza per malattia, di qualunque durata (anche un solo giorno), è corrisposto il trattamento economico fondamentale, comprendente l’indennità integrativa speciale e l’indennità di vacanza contrattuale, con esclusione di ogni ulteriore indennità o emolumento comunque denominati aventi carattere fisso e continuativo nonché di ogni altro trattamento accessorio.

La decurtazione retributiva:

  • È relativa ai primi dieci giorni di ogni periodo di  assenza per malattia e non ai primi 10 giorni di assenza per malattia nel corso dell’anno;
  • Opera per ogni episodio di assenza (anche di un solo giorno) e per tutti i dieci giorni anche se l’assenza si protrae per più di dieci giorni.

Analogamente a quanto avviene nello Stato!

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Convocazione Aran. Ma tanto Baccei, se non gli conviene, si alza e se ne va!

ScioperoLa legge di stabilità regionale (finanziaria) con tutto il suo carico di norme contro il personale è già stata approvata e non è assolutamente messa in discussione dal Governo.

Occorrerebbe un’altra legge per apportare modifiche.

Premesso quanto sopra l’argomento in discussione all’Aran il 3 giugno è solamente quello di stabilire in anticipo i criteri per consentire la revoca delle dimissioni.

Con la privatizzazione del rapporto di lavoro, infatti, le dimissioni sono un atto unilaterale ricettizio per la cui efficacia non si richiede alcuna accettazione da parte dell’amministrazione. Le dimissioni sono, pertanto, efficaci dal momento in cui l’amministrazione ne viene a conoscenza, divenendo, con ciò, irrevocabili.

Per noi la revoca delle dimissioni dovrebbe essere consentita a tutti fino al giorno antecedente alla cancellazione dai ruoli senza criteri che potrebbero nascondere parecchie insidie.

Se si parla di criteri, evidentemente, non sarà così.


Dicono Palazzotto e Abbinanti (Cgil): consideriamo utile che alcuni passaggi normativi relativi al pensionamento siano affrontati ed è per questo che, di concerto con Cisl e Uil, parteciperemo all’incontro del 3 giugno”.

“Non diamo comunque – dicono i due dirigenti sindacali – nulla per scontato ed è persino possibile che alla fine non si raggiunga alcun accordo, considerato il ruolo ormai delegittimato dell’Aran; ma non possiamo lasciare il campo libero al governo di decidere ancora una volta unilateralmente su questioni che attengono ai diritti dei lavoratori”.

Si avvicina il voto. Poletti e Padoan rassicurano i pensionati. Giù le mani dalle pensioni maturate con il sistema «retributivo»

Pier Carlo Padoan 2013Giù le mani dalle pensioni. Almeno da quelle maturate con il sistema «retributivo». Dopo giorni di indiscrezioni dal governo arriva una presa di posizione netta. A prenderla sono il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Difficile quindi che da Palazzo Chigi arrivino smentite.

Per Poletti un intervento sulle pensioni che preveda il ricalcolo di tutti gli assegni con il metodo contributivo è semplicemente «irragionevole». «Se volessimo applicare una regola come questa – spiega ospite di Giovanna Floris a DiMartedì – Dovremmo intervenire su tutte le pensioni anche le più basse. Non credo ci possa essere un intervento meccanico: non è sensato, non è logico, non ha ragion d’essere». «Bisogna toccare la previdenza meno che si può – prosegue – e solo per le cose indispensabili, perché c’è un elemento di sicurezza per i cittadini. Nessuno deve temere da un eventuale intervento perché anche se venti o trent’anni fa sono state fatte scelte sbagliate, ora non si può destabilizzare il sistema».

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In sintesi, le norme volute dal governo regionale e approvate dall’Ars violerebbero alcuni principi della Costituzione, da quelli riguardanti il buon andamento delle pubbliche amministrazioni a quelli relativi alla copertura finanziaria. A essere stati “impugnati” dal sindacato sono nello specifico gli articoli 49, 51 e 52. In pratica quelli riferiti alla riduzione della pianta organica e degli uffici, all’equiparazione delle pensioni con gli statali, ai requisiti per i prepensionamenti.

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Mafiosi che condizionerebbero le elezioni. Consensi venduti a 5 euro. Politici che li comprerebbero in cambio di posti e contanti. Pasta e legumi per i bisognosi usati come ricatto elettorale o venduti. I retroscena dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari Dina, Mineo, Clemente e Bevilacqua.

Dopo che hanno rapinato i diritti maturati dei dipendenti, ora all’Aran si chiamano i sindacati

Palermo 27 maggio 2015

Hanno fanno tutto da soli, con sfrontatezza, tracotanza e impudenza.
Hanno permesso con il loro voto all’ARS, senza battere ciglio, la rapina dei diritti maturati dei dipendenti regionali in materia contrattuale e pensionistica approvando una serie di norme predisposte, in gran parte, da un assessore esterno coadiuvato da un capo di gabinetto regionale e da un funzionario direttivo fatto mettere in aspettativa da Baccei il moralizzatore e riassunto come dirigente.

Bypassando il confronto con i sindacati, hanno modificato norme riguardanti materie deputate alla contrattazione come la malattia e i permessi retribuiti, introducendo la mobilità fino a 50 km senza tenere conto della specificità siciliana con un asse viario che si sta sbriciolando e un trasporto locale fermo al dopoguerra.

E’ stato modificato con effetto retroattivo il sistema di calcolo della pensione introducendo pesanti penalizzazioni per il personale, senza tenere in alcun conto delle obiezioni, dei suggerimenti e delle proposte di modifica delle parti sociali.

Avrebbero pure predisposto un DDL correttivo, senza minimamente interpellare i sindacati, per correggere la norma approvata in finanziaria che conterrebbe un errore parlando di «trattamento stipendiale complessivo» e non di «retribuzione complessiva».

Adesso vorrebbero coinvolgere i sindacati SOLO per stabilire in contrattazione i criteri per la revoca delle dimissioni; in sostanza per stabilire a quali condizioni potere ritirare la domanda di prepensionamento con il rischio di sminuire alcune possibilità di fare dichiarare incostituzionale la norma nel suo complesso.

Nel frattempo:

  • Nessuna convocazione per rinnovo dei contratti e riclassificazione;
  • Nessuna convocazione per revisionare le indennità dei componenti degli uffici
    di gabinetto;
  • Nessuna convocazione per il famp 2015;
  • Nessuna convocazione per l’anticipazione del tfr dei dipendenti assunti dopo
    il 2001.

Se vogliono regolamentare la possibilità di ritirare le dimissioni, che continuino da soli!
Inseriscano un ulteriore articolo al DDL correttivo, qual’è il problema?

Il COBAS/CODIR ha già comunicato che non parteciperà al tavolo convocato dall’ARAN