L’emendamento che saccheggia il Fondo Pensioni presentato in aula venerdì sera. Nato da un’idea di Forza Italia … che ringraziamo!

Ecco l’intervento di Baccei che riconosce la paternità dell’idea di utilizzare il Fondo Pensioni come bancomat a Forza Italia.

Forza Italia

Giusto per dovere di cronaca e perchè ciascuno di noi si faccia un’idea precisa di come si sono svolti i fatti, ecco alcuni stralci, in ordine cronologico, del resoconto provvisorio delle sedute dell’Ars.

L’emendamento che saccheggia il Fondo Pensioni di 145 milioni di euro è il numero 8.143 distribuito venerdì 26 febbraio, poco prima della sospensione dei lavori avvenuta alle 19,57.

Stralcio 1

La seduta è ripresa sabato 27 alle ore 10,37.

Sotto l’accorato intervento dell’on.le Lentini.

Lentini 1

Lentini 2Sospensione della seduta alle ore 12,39 e ripresa dei lavori alle 13,16 di sabato 27 febbraio con la riscrittura dell’emendamento denominato 8,143 R con cui viene ridotto il prelievo dal Fondo Pensioni a 50 milioni.

Riscrittura

Finanziaria. Tagliate le liquidazioni dei dipendenti regionali che andranno in pensione

GdS - regionali sforbiciata alle liquidazioni
Giornale di Sicilia del 28 febbraio 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Tagliate le liquidazioni dei regionali che andranno in pensione.

L’articolo prevede che la cosiddetta buonuscita venga calcolata, d’ora in poi, non sull’ultima busta paga ma sulla media delle retribuzioni degli ultimi cinque anni.

Va detto anche che la norma, almeno nella lettura che ne davano ieri i tecnici, salva dal taglio i 4.500 dipendenti che hanno ottenuto l’anno scorso il via libera al prepensionamento (anche se l’addio agli uffici arriverà da qui al 2020).

Approvato anche un articolo che testualmente impone di riportare entro il limite di 160 mila euro gli stipendi dei dirigenti regionali che ancora superano questa soglia: secondo gli uffici si trovano in questa situazione, per effetto di contratti in vigore al momento dell’introduzione del limite, pochi dirigenti e il più noto è Romeo Palma, che guida l’ufficio Legislativo e legale.

Via libera pure ai tagli per i sindacalisti in aspettativa della Regione e degli enti collegati. L’Ars ha approvato l’emendamento secondo cui «non spetta alcuna forma di trattamento accessorio ne ogni altra voce retributiva non riconducibile al trat tamento economico fondamentale».

Sindaci e consiglieri mantengono intatto il loro gettone. Bocciato emendamento del M5S che avrebbe reso immediati i tagli

GdS - Sindaci e consiglieri. Rinviati i tagli
Giornale di Sicilia del 28 febbraio 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’iimagine

Mini-tagli ai dirigenti. Per i vertici del personale solo ritocchi sui premi.

Salvi sindaci e consiglieri. Le riduzioni dei compensi nei Comuni in vigore dopo il voto. Gli stipendi potranno essere ridotti prima solo se a decidere saranno gli stessi amministratori locali.

FIGURIAMOCI!!

Incarichi di amministratori o membri di cda. Il governo “salva” i burocrati regionali

ScioperoCon un emendamento del governo approvato dall’Ars, l’esecutivo di Crocetta ha dato una “interpretazione autentica” di un parere del Cga del 2014. Un parere che interveniva su una norma della Finanziaria del 2012 che sanciva la gratuità degli incarichi di amministratore o membro di cda svolti dai dirigenti regionali in enti legati alla Regione o finanziati dalla Regione stessa. Secondo il governo, quella norma va riferita solo alle cariche elettive (ovvero agli incarichi ricoperti da sindaci, consiglieri, deputati). Una interpretazione opposta a quella dei giudici amministrativi, che avevano precisato, col parere del 2014, che quelle norme non riguardavano soltanto gli eletti. Da adesso in poi, insomma, gli incarichi potranno essere retribuiti. Resta da capire come si opererà per le somme già erogate a tanti burocrati negli anni passati. Il parere del Cga, infatti, aveva spinto il Ragioniere generale a chiedere agli enti regionali non solo lo stop alle indennità per i dirigenti, ma anche di avviare il recupero delle somme erogate. La norma approvata dall’Ars, come detto, specifica che da adesso in poi si applicheranno le norme nazionali contenuto nel decreto 70 del 2010. In vigore già da allora, a dire il vero. E che disciplinava anche l’impossibilità per i dirigenti generali di essere retribuiti per incarichi conferiti dalla stessa Regione. Il governo Crocetta ha anche inserito un ulteriore “distinguo”: vengono esclusi dall’obbligo della gratuità degli incarichi, una sfilza di enti. Dalle società partecipate all’Aran, passando per le Camere di Commercio e i soggetti contenuti nell’Allegato 1 della Finanziaria. Tra questi, gli enti economici, l’Irsap, il Ciapi, l’Istituto Vite e vino, l’Istituto incremento ippico, l’Esa, enti parco e teatri.

Finanziaria, proroghe per 24mila precari degli enti locali. Sindaci obbligati a stabilizzare

AulaL’Ars ha approvato la norma della Finanziaria che stanzia il budget per i 24 mila precari degli enti locali siciliani. Pronti poco meno di 189 milioni.

La novità della norma approvata riguarda l’obbligo per i sindaci di avviare i processi di stabilizzazione. Finora ogni legge che ha previsto il posto fisso è rimasta sulla carta per problemi finanziari. Ora Crocetta ha fatto approvare un articolo che impone ai sindaci di coprire con stabilizzazioni tutti i vuoti d’organico, pena la perdita dei corrispondenti finanziamenti.

Finanziaria. Il famp è salvo ma si fregano i soldi accantonati per le pensioni

Ars-vuota-foto-di-giorgio-ciaccio-624x300Lontano dai microfoni perfino i dirigenti regionali nutrono qualche dubbio: “Tra qualche anno scopriremo che non ci sono più i fondi per le nostre pensioni…”.

Ma andiamo con ordine riepilogando quanto accaduto ieri.

Come anticipato per mail, l’on.le Ciaccio (M5S) ha ritirato l’emendamento che bloccava il famp per il triennio 2016¬2108. Ciaccio, nella stessa mail, aveva spiegato che siera trattato di un mero errore dovuto alla foga di ripresentare tutti gli emendamenti degli anni passati per fare ostruzionismo.

Non c’è stato neppure il tempo di gioire che il governo mette gli occhi sulle somme del Fondo Pensioni, accantonate per pagare pensioni e buonuscite dei dipendenti regionali, da utilizzare per l’erogazione di prestiti ai comuni in dissesto.

La proposta di prestare i soldi del Fondo Pensioni ai comuni in difficoltà, era stata avanzata qualche giorno fa dal gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana e illustrata nel corso di una conferenza stampa. Ne avevo dato la notizia in questo post (Fondo Pensioni. Vorrebbero depredare (di nuovo) i soldi accantonati per le pensioni dei regionali per prestarli ai comuni?) ma non era stata presa in considerazione.

E’ bastata l’altro ieri la protesta dei sindaci ricevuti da Ardizzone che lamentavano la carenza di risorse assegnate dalla regione con la finanziaria per rilanciare l’idea di prelevare le somme dal Fondo Pensioni.

La prima stesura dell’articolo 8 della finanziaria, interamente riscritto dal governo, prevedeva, come ho già scritto sopra, l’erogazione di un prestito di circa 145 milioni, prelevati dal Fondo, in favore dei comuni in difficoltà.

Dopo un dibattito durato in aula parecchie ore, in cui parecchi deputati hanno fatto finta di essere contrari alla norma (forse per tacitare le legittime proteste scatenatesi sul web) il governo ha riscritto l’articolo riducendo il prelievo a 50 milioni.

Bocciato un emendamento del Movimento cinque stelle col quale si chiedeva di far entrare in vigore da subito il taglio alle indennità di consiglieri, assessori e sindaci. Una proposta respinta da governo e maggioranza.

Via libera al taglio del fondo per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti (-1,8 milioni), a quello delle buonuscite dei regionali, che saranno calcolate non più sull’ultima busta paga ma su quelle degli ultimi cinque anni. Cancellato il salario accessorio per i regionali in aspettativa sindacale. Respinto l’emendamento dei grillini che chiedeva di applicare il tetto da 160 mila euro annui al compenso lordo omnicomprensivo. Il governo si è detto contrario a questa proposta. Bocciata, invece, la proposta del governo di “aprire” a nuove assunzioni di avvocati nella struttura dell’Ufficio legislativo e legale della Regione. Per questi nuovi posti, che sarebbero stati colmati anche facendo ricorso a nuovi “comandati” provenienti dalle Province, la Regione avrebbe dovuto spendere 225 mila euro in un anno.

Ecco una sintesi delle misure (scusate volevo dire porcate) approvate ieri.
 
Il Famp è salvo (almeno per quest’anno) ma si fregano 50 milioni dal Fondo Pensioni, e dobbiamo pure ringraziarli perché, grazie alle FINTE dichiarazioni di contrarietà di tanti deputati, che già su facebook si prendono i meriti dello sconto, al posto di 145 milioni, si fottono (scusate il linguaggio ma oggi sono parecchio inkazzato) solo 50 milioni dei soldi che servono per pagare le nostre pensioni.
 
Di contro nessun taglio ai costi della politica a cominciare dal taglio dei gettoni dei sindaci e consiglieri comunali che sono venuti all’Ars a piangere miseria.
 
Bastonati in maniera pesante anche i sindacalisti che perdono TUTTO il salario accessorio e alcune prerogative sindacali con buona pace di quanti hanno urlato il patteggiamento di qualcosa.
 
Cosa si poteva fare?
In questa fase ritengo ben poco.
Ricordo a tutti che l’emendamento è stato portato in aula l’ALTRO IERI dopo la protesta dei sindaci (parliamo di venerdì sera).
Anche con il passaparola davanti la piazza dell’Ars ci saremmo ritrovati i soliti 4 allocchi (è inutile nascondersi dietro il dito. Il regionale è solo buono a criticare da dietro la scrivania. Ieri, SABATO, ci sarebbe stato il problema della spesa, dello shopping al centro commerciale, della moglie da portare dal parrucchiere, della gita fuoriporta programmata 6 mesi fa, etc. etc.).
 
Cosa si potrà fare?
Tutto dipenderà da ciò che TUTTI siamo disposti a fare e non solo a parole.

I sindaci senza soldi protestano e Baccei li accontenta depredando il Fondo Pensioni

ScioperoLa proposta di prestare i soldi del Fondo Pensioni ai comuni in difficoltà, era stata avanzata qualche giorno fa dal gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana e illustrata nel corso di una conferenza stampa. Ne avevo dato la notizia in questo post (Fondo Pensioni. Vorrebbero depredare (di nuovo) i soldi accantonati per le pensioni dei regionali per prestarli ai comuni?).

Baccei ha colto la palla al balzo e ha già predisposto l’emendamento per depredare i soldi dei contributi versati dai dipendenti regionali e accantonati per le pensioni, per prestarli ai comuni.

Vista la situazione di dissesto in cui versano i comuni, sono certo che sono soldi che non vedremo mai più.
Altro che prestiti e anticipi di buonuscita ai dipendenti regionali!!

“Stiamo verificando con gli uffici una soluzione per andare incontro alle necessità di comuni e liberi consorzi: un prestito utilizzando la liquidità dal fondo pensioni regionale che sia fatto direttamente ai comuni senza passare dalla Regione, il cui ruolo diventa solo di garante. La soluzione individuata precedentemente, utilizzando i fondi Pac, non è ben accetta dai sindaci per la tempistica”. Queste le parole dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei, che ha svolto l’ultimo intervento dell’incontro organizzato oggi a Palazzo dei Normanni a Palermo, tra sindaci di mezza Sicilia (erano più di cento), il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, i vertici dell’Anci Sicilia tra cui il Presidente Leoluca Orlando, gli assessori all’Economia Alessandro Baccei , alle Autonomie locali Luisa Lanteri ed i capigruppo dell’Ars.

Il pasticcio dei testimoni di giustizia. Accusati e accusatori nello stesso ufficio

Testimoni di giustizia
Repubblica del 26 febbraio 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars clicca sopra l’immagine

I testimoni di giustizia, cittadini che hanno denunciato nelle aule giudiziarie gravi episodi di mafia, sono sul piede di guerra per l’ennesimo intoppo di una vicenda paradossale: avevano salutato con entusiasmo l’assunzione voluta dal governatore Crocetta ma si sono trovati per motivi di sicurezza a dover prestare servizio fuori dalla Sicilia nell’unica sede possibile, l'”ambasciata” della Regione a Roma che scoppia di personale e non offre adeguate tutele.

In compenso, l’Ars ha votato l’assunzione di altri nove testimoni di giustizia, che si sommano ai 16 già “dirottati” sulla sede romana di via Marghera. La stessa dirigente dell’ufficio, Maria Stimolo, parla di «esubero di personale non più sostenibile»

Polemica sui trasferimenti d’ufficio alla Formazione. La Bullara. Depotenziati i Centri per l’Impiego

Polemica sui trasferimenti
Giornale di Sicilia del 25 febbraio 2016

Quasi la metà dei dipendenti trasferiti al dipartimento della Formazione è stato individuato nei Centri per l’Impiego. Troppi secondo gli uffici guidati dalla dirigente generale del Lavoro Maria Antonietta Bullara, che sta già scrivendo al capo del personale, Luciana Giammanco, per chiedere di adottare dei correttivi dal momento che si rischierebbe di depotenziare uffici ritenuti dall’Europa strategici per la spesa dei fondi comunitari.

Finanziaria, niente tetto agli stipendi dei dirigenti di partecipate ed enti regionali

DirigenteNessun tetto agli stipendi dei dirigenti degli enti e delle partecipate della Regione. La norma prevista nella legge di stabilità prevedeva un limite massimo di 118 mila euro lordi annui. Limite abbassato a 79 mila da un emendamento, passato con voto segreto, del Movimento cinquestelle. Un tetto troppo basso secondo la maggioranza. Che, sempre con il voto segreto, ha bocciato “in toto” l’articolo, “salvando” in tal modo gli stipendi dei dirigenti. Che almeno fino al prossimo anno non subiranno alcuna decurtazione.