Finanziaria. Il famp è salvo ma si fregano i soldi accantonati per le pensioni
Lontano dai microfoni perfino i dirigenti regionali nutrono qualche dubbio: “Tra qualche anno scopriremo che non ci sono più i fondi per le nostre pensioni…”.
Ma andiamo con ordine riepilogando quanto accaduto ieri.
Come anticipato per mail, l’on.le Ciaccio (M5S) ha ritirato l’emendamento che bloccava il famp per il triennio 2016¬2108. Ciaccio, nella stessa mail, aveva spiegato che siera trattato di un mero errore dovuto alla foga di ripresentare tutti gli emendamenti degli anni passati per fare ostruzionismo.
Non c’è stato neppure il tempo di gioire che il governo mette gli occhi sulle somme del Fondo Pensioni, accantonate per pagare pensioni e buonuscite dei dipendenti regionali, da utilizzare per l’erogazione di prestiti ai comuni in dissesto.
La proposta di prestare i soldi del Fondo Pensioni ai comuni in difficoltà, era stata avanzata qualche giorno fa dal gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana e illustrata nel corso di una conferenza stampa. Ne avevo dato la notizia in questo post (Fondo Pensioni. Vorrebbero depredare (di nuovo) i soldi accantonati per le pensioni dei regionali per prestarli ai comuni?) ma non era stata presa in considerazione.
E’ bastata l’altro ieri la protesta dei sindaci ricevuti da Ardizzone che lamentavano la carenza di risorse assegnate dalla regione con la finanziaria per rilanciare l’idea di prelevare le somme dal Fondo Pensioni.
La prima stesura dell’articolo 8 della finanziaria, interamente riscritto dal governo, prevedeva, come ho già scritto sopra, l’erogazione di un prestito di circa 145 milioni, prelevati dal Fondo, in favore dei comuni in difficoltà.
Dopo un dibattito durato in aula parecchie ore, in cui parecchi deputati hanno fatto finta di essere contrari alla norma (forse per tacitare le legittime proteste scatenatesi sul web) il governo ha riscritto l’articolo riducendo il prelievo a 50 milioni.
Bocciato un emendamento del Movimento cinque stelle col quale si chiedeva di far entrare in vigore da subito il taglio alle indennità di consiglieri, assessori e sindaci. Una proposta respinta da governo e maggioranza.
Via libera al taglio del fondo per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti (-1,8 milioni), a quello delle buonuscite dei regionali, che saranno calcolate non più sull’ultima busta paga ma su quelle degli ultimi cinque anni. Cancellato il salario accessorio per i regionali in aspettativa sindacale. Respinto l’emendamento dei grillini che chiedeva di applicare il tetto da 160 mila euro annui al compenso lordo omnicomprensivo. Il governo si è detto contrario a questa proposta. Bocciata, invece, la proposta del governo di “aprire” a nuove assunzioni di avvocati nella struttura dell’Ufficio legislativo e legale della Regione. Per questi nuovi posti, che sarebbero stati colmati anche facendo ricorso a nuovi “comandati” provenienti dalle Province, la Regione avrebbe dovuto spendere 225 mila euro in un anno.
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