La Grecia è di nuovo in recessione. Svanisce l’illusione che i rimedi imposti dalla Troika potessero sortire effetti positivi

La permanenza nell'”Euroclub” ha un costo sociale elevatissimo.

Sette mesi dopo la resa del Governo Tsipras che, nonostante una vittoria schiacciante di no al referendum popolare, ha accettato le misure di austerity, il malcontento sociale torna ad esplodere in maniera drammatica.

Migliaia di agricoltori sono scesi in piazza ad Atene per protestare contro la riforma che triplica i contributi previdenziali.

Ma il malcontento non riguarda solo gli agricoltori. Tutto il popolo greco è esasperato davanti agli inasprimenti fiscali e al taglio delle pensioni.

L’economia del Paese è nuovamente in recessione.

Dopo alcuni mesi in cui i media avevano preferito tacere su come vivano oggi i greci e degli effetti delle imposizioni della Troika per non mostrare il vero volto delle politiche dell’UE e per evitare il dilagare di politiche antieuropeiste, giornali e tg sono costretti, con discrezione, a occuparsi nuovamente del dramma del popolo greco.

Il governo si trova a dover far accettare al suo popolo una riforma delle pensioni molto pesante, tagli drastici, aumenti delle tasse anche agli agricoltori e privatizzazioni.

I creditori esteri: la Grecia tagli le pensioni di base

Grecia paralizzata dallo sciopero contro i tagli alle pensioni - Il Sole 24 ORE
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I creditori internazionali della Grecia hanno suggerito al governo di Atene che un taglio delle pensioni esistenti sotto i 1.500 euro al mese potrebbe portare alla conclusione della prima revisione al terzo piano di salvataggio del Paese.

È quanto riporta il quotidiano greco Kathimerini, ricordando come i rappresentati delle istituzioni europee e internazionali abbiano chiarito ad Atene che un taglio delle pensioni di base è inevitabile.

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Giornale di Sicilia del 15 febbraio 2015. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Taglio delle indennità dei dirigenti regionali. Gli stipendi dei direttori della Regione sono formati da una parte fissa e da una che varia in base all’ufficio guidato e ai compiti svolti. Questa parte variabile in media e di 14 mila euro ma può arrivare a 24 mila ed e pagata con un fondo che dopo il taglio del 20 per cento dello scorso anno e sceso a circa 34 milioni. Il governo inizialmente aveva previsto di ridurre di altri 5 milioni lo stanziamento ma l’ assessore alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, ha ridotto la decurtazione a 1,8 milioni perche, secondo i calcoli degli uffici, la Regione ha già ottenuti sensibili risparmi grazie ai prepensionamenti e al taglio del 30 per cento degli uffici.

Precari degli enti locali. I fondi ammontano a oltre 300 milioni di euro, suddivisi fra le varie categorie. È prevista una norma sanzionatoria per i Comuni che non stabilizzano i precari: inizialmente era stato introdotto l’ azzeramento del trasferimento, poi si e passato al taglio del 50 per cento dei contributi, ma in Aula la maggioranza annuncia la cancellazione anche di questo paletto ritenuto in contrasto con altre norme.

Tagli ai gettoni nei Comuni. Viene equiparato il compenso di sindaci e consiglieri siciliani a quello del resto d’ Italia, ma il taglio non sarà immediato e a decidere dovranno essere gli stessi Consigli comunali.

Pip di Palermo. Su questo bacino di precari e stata approvata una norma che consente anche a chi vive in una famiglia più agiata di percepire il sussidio. Se prima infatti l’ assegno mensile da 800 euro era negati ai precari con un reddito massimo personale da 20 mila euro l’ anno o con un Isee familiare da 40 mila euro, adesso per essere cancellati dal bacino dovranno essere superati entrambi i limiti.