Il Tfr dei dipendenti pubblici va pagato subito: addio alle norme introdotte da Monti? L’ultima parola spetta alla Corte costituzionale

Ripropongo un articolo che ho pubblicato il 18 aprile scorso letto solo da poche persone (ha collezionato solo 4 “MI PIACE”) che torna prepotentemente alla ribalta.

Il TFR è una retribuzione differita: si tratta infatti di una somma accantonata dal datore di lavoro che viene corrisposta al dipendente alla conclusione del rapporto di lavoro.

Secondo il Tribunale del Lavoro di Roma non è manifestamente infondata la questione di costituzionalità in merito al caso dei maxi-ritardi con i quali lo Stato paga la liquidazione agli statali (e se al Tribunale del Lavoro di Roma sembrano assai 24 mesi, figuriamoci dovere attendere anche 6 e più anni).

Premesso che l’art. 22 della legge n.8/18 (in particolare i commi 3 e 4) è attualmente in vigore e resterà in vigore fino alla sua eventuale abrogazione, ritengo che la regione avrà i suoi bei problemi ad abrogare un articolo che equipara i tempi di erogazione della buonuscita agli statali. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha impugnato non nel merito ma per mancanza di copertura finanziaria.

Non tutti ricordano che……

La Corte Costituzionale con sentenza n. 225/2014 (relatore Sergio Mattarella) ha dichiarato illegittima la norma dello Statuto speciale che prevedeva il controllo preventivo delle leggi, ritenendo che anche in Sicilia dovesse essere attuata la riforma costituzionale del 2001 (art. 10 del Titolo V) e come nel resto delle regioni italiane, il ricorso alla Consulta dovesse avvenire dopo la pubblicazione della legge regionale, salvaguardando gli effetti maturati.

Il controllo preventivo, bisogna dirlo, è stato anche un alibi per il legislatore siciliano che, spesso, ha dato il via libera a norme demagogiche confidando nella censura del Commissario dello Stato. La legge, infatti, veniva pubblicata in Gurs senza le parti impugnate.

Ora la legge entra in vigore, salvo che non è indicata una decorrenza diversa, il giorno stesso della pubblicazione in Gurs e resta in vigore fino alla sua abrogazione.

E’ interessante leggere la dichiarazione su LiveSicilia fatta a suo tempo da Armao.
Il giurista Gaetano Armao, già assessore regionale, la pone in termini molto chiari: “Si rafforza l’esercizio dell’autonomia responsabile senza l’alibi del Commissario che serviva a tanti indegni rappresentanti di promettere quel che non era legittimo riconoscere “tanto poi impugna il Commissario dello Stato’”. L’alibi adesso cade. La speranza è che non sia sostituito con il “tanto poi impugna il governo”. Visto che nel nuovo sistema le leggi entreranno comunque in vigore, anche se zoppicanti da un punto di vista di legittimità costituzionale.