L’ultimo comunicato del Cobas/Codir del 26 agosto 2019: “Ancora puttanate e calunnie sui regionali”

“Giornalai” senza notizie o “colpi di sole di mezzagosto”?

Continua, anche in questo caldo mese di agosto la campagna d’odio di certa stampa, contro il pubblico impiego regionale alimentata dai soliti argomenti che corrispondono al solito frullato di luoghi comuni e di menzogne certificate a cui si sommano le scorrettezze della politica regionale e anche di questo governo al quale, forse, conviene cavalcare l’onda di denigrazione contro i propri dipendenti. Il COBAS-CODIR ha continuato – come sempre -a difendere i lavoratori regionali, sia sulla stampa che sulle TV, non avendo mai avuto alcun timore reverenziale nei confronti dei biechi mittenti degli attacchi che, oltre a essere menzogneri, sono semplicemente vergognosi e moralmente gretti. Ma vediamo, ancora una volta, alcune di queste indegne falsità:

FALSITÀ numero1: i lavoratori regionali sono troppi

Confrontare il numero dei dipendenti regionali siciliani con quello delle altre regioni a statuto autonomo od ordinario è un’operazione intellettualmente disonesta perché volutamente non tiene conto del fatto che la Regione siciliana, unica in Italia, svolge tutte le funzioni dei Ministeri statali (musei, aree archeologiche, soprintendenze, motorizzazioni, ispettorati del lavoro, uffici del lavoro, centri per l’impiego, genio civile, ispettorati del lavoro, corpo forestale, demanio marittimo, ispettorati agrari, assistenza tecnica agraria, motorizzazioni, enti non economici,etc.) e in alcuni casi (Ministero di Grazia e Giustizia) la Regione invia a proprio totale carico anche personale per il funzionamento degli uffici giudiziari in Sicilia (Tribunali, CGA, Tar, Corte dei Conti, etc.). A riprova di tutto ciò il governo regionale Musumeci ha deliberato l’ampliamento dell’attuale pianta organica di circa 6.000 unità.

FALSITÀ numero 2: i lavoratori regionali guadagnano assai

Se i “giornalai” di turno avessero l’onestà intellettuale di confrontare gli stipendi tabellari pubblicati sulla parte economica dei rinnovi dei contratti di lavoro sul sito (www.aransicilia.it), verificherebbero che gli stipendi dei lavoratori della Regione siciliana sono esattamente in linea con il resto del pubblico impiego in Italia (www.aranagenzia.it). Nel caso della dirigenza il CCRL non viene rinnovato da 14 anni.

FALSITÀ numero 3: i lavoratori ricevono premi

Un’altra bufala cui assistiamo ogni qualvolta si arriva al pagamento del salario accessorio legato al risultato raggiunto. Quando ciò avviene nelle aziende private o negli altri enti pubblici è legittimo e nessuno parla, se viene erogato ai lavoratori regionali diventa il nuovo “scandalo dell’estate”.

FALSITÀ numero 4: la Regione siciliana è il “Bengodi” dei sindacalisti

Il numero totale di permessi sindacali è passato dal 2001 a oggia 4.364 annui per assicurare la partecipazione di 8 sindacati alle contrattazioni di circa 300“ tavoli ”in tutta la Sicilia che si riuniscono, come minimo, quattro volte l’anno. Il numero è stabilito dalla l.r. 16/2017 (art.38), che – in recepimento della Legge Madia – taglia del 50% i permessi previsti dal CCRL del 2011, con unulteriore taglio del 25% “al fine di armonizzare il tutto al CCNL quadro del comparto “regioni-autonomie locali” nel rispetto, però, di tutte le competenze della Regione Siciliana. La l.r. 16/2017, però, pur avendo superato il vaglio di costituzionalità della Presidenza del Consiglio, viene, adesso, messa in discussione dalla giunta regionale che – impedendo, così, ogni forma di attività sindacale – dà nuove direttive all’Aran Sicilia per cambiare la Legge e tagliare, in modo retroattivo, anche le agibilità sindacali già fruite, calpestando così lo Statuto dei Lavoratori e assumendo un palese comportamento anti sindacale che sarà contrastato, nell’interesse delle libertà dei lavoratori, in tutte le sedi opportune.

www.codir.it

Turismo, cala la spesa degli italiani «La classe media non va in vacanza»

I cartelli spuntati negli stabilimenti balneari del Veneziano valgono più di mille parole: «30% di sconto su lettini e ombrelloni». Siamo ancora a ridosso di Ferragosto, dovrebbe esserci il pienone, e invece si notano molti spazi vuoti sulle spiagge e non solo. Dal Veneto alla Versilia, dalla Sardegna al Lazio arrivano segnali di allarmi. La stagione turistica non sta andando benissimo.