PA: dipendenti richiamati dalle ferie. Ferie e malattia sono a giornata per gli statali

Le esigenze di servizio della Pubblica Amministrazione possono portare anche al richiamo dalle ferie del dipendente e le giornate di malattia devono essere prese per intero, resta esclusa dunque la possibilità di prendere delle “ore di malattia” essendo tali unità di lavoro indivisibili.

Questo quanto precisa nel suo ultimo lavoro di riconduzione di normativa e giurisprudenza, relativamente ai contratti dei vari comparti del pubblico impiego l’ARAN, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che si occupa del pubblico impiego ed ha il compito di rappresentare il governo nella triangolazione con i sindacati.

L’Aran (in base a normativa, contratti e giurisprudenza) scioglie insomma dei nodi interpretativi, offrendo uno strumento agile di consultazione per tutte le amministrazioni.

Come spiega il presidente dell’Agenzia Sergio Gasparini si tratta di “indicazioni operative” in materia, che ricalcano “istruzioni riportate nelle nostre raccolte sistematiche ai quesiti e che si rifanno a orientamenti consolidati negli anni“.

Straordinari non pagati e nuovi ingressi in fascia alta, i regionali in stato di agitazione

Tutte le sigle sindacali firmano un documento inviato al governo Musumeci


Cobas-Codir, Sadirs, Cgil, Cisl e Uil, Ugl, Dirsi e Siad uniti contro l’Aran e il governo Musumeci. I sindacati proclamano in maniera unitaria lo stato di agitazione invitando tutti i 17 mila dipendenti a non svolgere mansioni non previste dai carichi di lavoro e dal contratto. Al centro dello scontro aumenti salariali, pagamento di straordinati arretrati ma anche i nuovi ingressi nel Centri per l’impiego con i cosiddetti navigator che verranno inquadrati in posizioni medio-alte e, secondo i sindacati interni, senza prima procedere a promozioni tra i regionali con una nuova classificazione.

Proclamazione stato di agitazione di tutto il personale della Regione Siciliana

Di seguito le motivazioni che stanno diffondendo forte preoccupazione e sconforto che sono alla base dello stato di agitazione:

  • Mancata ripresa nonostante i ripetuti solleciti, dei lavori della Commissione paritetica prevista dal comma 3 dell’Art. 16 “Commissione Paritetica sui Sistemi di Classificazione professionale” del C.C.R.L. 2016-2019che avrebbe dovuto concludere i suoi lavori entro il mese di settembre 2019, senza i quali anche alla luce dei nuovi ingressi che a breve saranno consentiti da norme nazionali e regionali, non si possono dare risposte alle legittime aspettative dei dipendenti che con professionalità hanno ad oggi garantito il buon funzionamento della macchina amministrativa tutta. Le professionalità acquisite nel tempo vanno riconosciute e valorizzate attraverso la modifica non più procrastinabile dell’attuale sistema di classificazione professionale;
  • Blocco della contrattazione collettiva regionale per la ripartizione delle risorse del “Fondo risorse decentrate”(ex FAMP art. 87 C.C.R.L. 2002-2005) – Art. 90 C.C.R.L. 2016-2018, a causa della scandalosa quantificazione delle risorse che vede mancare la somma di circa 10 milioni di euro, nonostante i nuovi meccanismi di alimentazione del fondo introdotti che in maniera stabile avrebbero dovuto incrementare il nuovo fondo addirittura in aumento rispetto al vecchio F.A.M.P. e che oltre ad impedire di attivare le
    procedure previste dall’Art. 22 “Progressione economica all’interno della categoria” del C.C.R.L. 2016-2019, per consentire al personale di effettuare all’interno di ciascuna categoria una progressione economica orizzontale, non consentono a tutti i Dipartimenti di potere programmare o forse meglio dire completare, le linee di attività lavorative per l’anno 2019 che ormai volge al termine;
  • Blocco della trattativa sul rinnovo del contratto dell’Area della dirigenza nonostante a livello Nazionale i lavori per il rinnovo del C.C.N.L. dell’Area della dirigenza delle Funzioni Locali siano in fase avanzata e a breve si arriverà alla sottoscrizione definitiva de testo;
  • Mancata erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale (IVC) relativa al rinnovo del triennio successivo 2019-2021 del comparto , prevista dall’ Art 2, comma 6 “Durata, decorrenza, tempi e procedure di applicazione del contratto”, dello stesso contratto, con la precisazione che a livello nazionale a partire dal mese di aprile 2019 è stato previsto analogo incremento che ha trovato apposita copertura nell’ultima legge di bilancio 2019 (che prevede incrementi sulle singole voci stipendiali dello 0,42% per il periodo 1° aprile-30 giugno e dello 0,7% dal 1° luglio in poi).
  • Mancata liquidazione degli arretrati maturati relativi al C.C.R.L. 2016-2018 del Comparto che hanno compromesso il diritto di migliaia di lavoratori di ottenere in tempi certi i miglioramenti economici previsti.
  • Mancata liquidazione delle spettanze del saldo F.A.M.P. 2018 al personale del comparto e dell’indennità di risultato 2018 al personale dell’area della dirigenza;
  • Mancata sottoscrizione dei contratti individuali di lavoro dell’area della dirigenza a seguito dell’emanazione in data primo agosto del nuovo regolamento degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali che sta comportando il mancato pagamento della relativa parte variabile.

Vista l’importanza che le argomentazioni sopra esposte rivestono, INVITIAMO TUTTI I COLLEGHI A DESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE AI CONTENUTI DELLA PRESENTE, A “SCUOTERSI DAL TORPORE” E AD ADERIRE ALLO STATO DI AGITAZIONE PROCLAMATO CON LA PRESENTE, INIZIANDO AD ATTENERSI ALLE DECLARATORIE ATTUALMENTE PREVISTE PER OGNI SINGOLA CATEGORIA DAL C.C.R.L. VIGENTE , PRETENDENDO RELATIVI CARICHI DI LAVORO SPECIFICI CON APPOSITI ORDINI DI SERVIZIO.
I dirigenti sindacali di tutta la Sicilia, sono invitati a mettersi in contatto con le rispettive Segreterie Regionali per iniziare a concordare il percorso da intraprendere. Questa volta andremo sino in fondo per capire se davvero come sembra questi temi non interessano a nessuno.

Sposarsi solo in chiesa dà diritto al congedo matrimoniale?

Tratto da La Legge Per Tutti

di Maria Monteleone

I futuri sposi possono scegliere di celebrare il matrimonio concordatario (cattolico con effetti civili) oppure con il solo rito civile o con il solo rito religioso. Dal punto di vista strettamente giuridico, tuttavia, nel nostro ordinamento due persone possono dirsi unite in matrimonio e diventano pertanto coniugi con tutti i conseguenti diritti e obblighi e tutele solo in caso di matrimonio concordatario o matrimonio con rito civile.

In queste due tipologie di matrimonio, infatti, grazie alla trascrizione dell’atto di matrimonio (atto pubblico) nei registri di stato civile, l’unione tra i partner è riconosciuta dalla legge.

Nel caso, invece, del matrimonio solo religioso, non si producono effetti civili; il matrimonio resta un atto semplicemente religioso e spirituale e i partner non possono beneficiare di quelle tutele garantite dalla legge statale solo a chi si è sposato con effetti civili.

Una di queste tutele è il congedo matrimoniale, riservato solo a chi si è sposato con il rito civile o concordatario. Il congedo matrimoniale è previsto anche in caso di unione civile tra persone dello stesso sesso.