L’ASSESSORE LEOTTA DIFENDE E MOTIVA LE SCELTE FATTE CON LA FINANZIARIA

Leotta difende la manovra
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«Le nonne sui pensionamenti anticipati per il periodo dal primo gennaio 2017 al 31 dicembre 2020 su cui il governo nazionale chiede chiarimenti, consentono sia notevoli risparmi alle casse regionali che una riorganizzazione dell’apparato burocratico della Regione, con una progressiva riduzione del personale regionale». Lo dice l’assessore alla Funzione Pubblica, Ettore Leotta, che difende le scelte effettuate nella finanziaria approvata dall’Assemblea regionale. «Le disposizioni in questione devono essere considerate non quale normativa di favore, bensì – afferma – quale strumento per attuare una consistente riduzione degli organici dei dipendenti regionali e delle relative strutture organizzative, evitando al contempo di ricorrere a di chiarazioni di esubero sicuramente traumatiche.

Prepensionamenti, è scontro Roma avverte: via la norma

Prepensionamenti. Scontro con Roma
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Conti a rischio perché senza la modifica Palazzo Chigi non verserebbe i fondi attesi per arrivare a fine anno.

L’assessore all’Economia Alessandro Baccei incontra oggi, per fornire i richiesti chiarimenti, i funzionari ministeriali che contestano la finanziaria regionale nella parte in cui, scavalcando la legge Fornero, incentiva il prepensionamento di alcune migliaia tra di dipendenti pubblici.

Norma di cui Roma chiede la modifica. Infatti, per i “tecnici” della presidenza del Consiglio, le condizioni per il prepensionamento del personale dovrebbero essere uguali per tutti e non solo per chi ne farà richiesta tra il 2017 e il 2020. Inoltre, nell’avviare la fase di riduzione del personale la Regione dovrebbe procedere alla dichiarazione di esubero, indicando in partenza il numero di quanti sono i dipendenti in eccesso.

L’Aran convoca i sindacati per stabilire i criteri per la revoca delle dimissioni. Ma il Cobas non parteciperà

Convocazione AranHanno fanno tutto da soli.

Hanno modificato con effetto retroattivo il sistema di calcolo della pensione introducendo pesanti penalizzazioni per il personale, senza tenere in alcun conto delle obiezioni e dei suggerimenti dei sindacati.

Avrebbero pure predisposto un DDL correttivo, senza minimamente interpellare i sindacati, per correggere la norma approvata in finanziaria che conterrebbe un errore parlando di «trattamento stipendiale complessivo» e non di «retribuzione complessiva».

Ora vorrebbero coinvolgere i sindacati SOLO per stabilire in contrattazione i criteri per la revoca delle dimissioni, in sostanza per stabilire a quali condizioni potere ritirare la domanda di prepensionamento.

Il Cobas/Codir ha già comunicato che non parteciperà ai lavoro per non apporre nessun sigillo a ciò che non condivide.

Convovazione Aran. Il cobas non parteciperà

Prepensionamenti. Il termine per il pagamento della buonuscita decorre dalla data teorica in cui sarebbe stato maturato il diritto a pensione secondo le regole Fornero

PensioneGli statali in esubero che utilizzeranno lo speciale scivolo per il pensionamento anticipato in deroga alla Legge Fornero (ai sensi del decreto legge sulla spending review; articolo 2, comma 11 del Dl 95/2012) dovranno mettere in conto uno slittamento nella percezione dell’indennità di buonuscita di alcuni anni. Per tali lavoratori la legge prevede, infatti, che il pagamento dell’indennità si calcoli non piu’ a partire dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, come accade di regola, ma dalla data teorica in cui sarebbe stato maturato il diritto a pensione secondo le regole Fornero. In pratica l’anticipo dell’età pensionabile riconosciuto a questi lavoratori non potrà determinare un anticipo dell’indennità di buonuscita. Che sarà corrisposta come se questi lavoratori fossero usciti con le norme Fornero.

Questo vale anche per i prepensionamenti introdotti dalla finanziaria regionale.

L’art. 52 della l.r. 7 maggio 2015, n. 9, infatti, al comma 8 stabilisce che: “Il trattamento di fine servizio dei dipendenti collocati anticipatamente in quiescenza ai sensi del presente articolo è corrisposto con le modalità e i tempi previsti dalla normativa statale in caso di pensionamenti anticipati”.

Circolare n. 70272 del 25 maggio 2015. Riforma sistema pensionistico e collocamenti in quiescenza anticipati

Riforma-sistema-pensionistico-Circolare 70272 del 25 maggio 2015
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Ecco la circolare n. 70272 del 25 maggio 2015, esplicativa degli articoli 51 e 52 della l.r. 7 maggio 2015, n. 9 – Riforma del sistema pensionistico e collocamenti in quiescenza anticipati.

A mio avviso, e con l’impegno a essere piu preciso nei prossimi giorni, la richiesta di collocamento in quiescenza equivale a dimissioni volontarie.

Se non verrà modificata la norma specificando la possibilità di revocare l’istanza (di tale questione è stata investita l’Aran Sicilia), qualora nei prossimi mesi o anni dovesse intervenire un innalzamento dei requisiti anagrafici o contributivi a livello nazionale (come già avvenuto con la Monti-Fornero nel decreto cd. “salva Italia”), potrebbero crearsi nuovi esodati. Ripeto, questa è la mia opinione. Il mio suggerimento è quello di non essere precipitosi è attendere ulteriori chiarimenti prima di presentare la domanda.

La circolare contiene nella parte finale i modelli di istanza, diversi a seconda della tipologia, che dovranno essere utilizzati dai richiedenti.

L’assessore Leotta difende le scelte del governo. Il prepensionamento consente notevoli risparmi

Dice l’assessore:

“Le norme sui pensionamenti anticipati per il periodo dall’1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2020, su cui il Governo nazionale chiede chiarimenti, consentono sia notevoli risparmi alle casse regionali che una riorganizzazione dell’apparato burocratico della Regione, con una progressiva riduzione del personale regionale”. Ad affermarlo è l’assessore alla Funzione Pubblica, Ettore Leotta, che difende le scelte effettuate dal Governo regionale nella finanziaria approvata recentemente dall’Assemblea regionale.

“Le disposizioni in questione devono essere considerate non quale normativa di favore, bensì quale strumento per attuare una consistente riduzione degli organici dei dipendenti regionali e delle relative strutture organizzative, evitando al contempo di ricorrere a dichiarazioni di esubero sicuramente traumatiche.

Norme che, secondo l’Assessore Leotta, sono supportate dalla potestà esclusiva in materia di personale prevista direttamente nello Statuto.

Prima obiezione. 

Il prepensionamento dei dipendenti del contratto 1 determina risparmi molto contenuti dal momento che i dipendenti escono da un capitolo di bilancio per rientrare in un altro capitolo del bilancio della regione come pensionati.

Il risparmio ci sarà soltanto perché hanno modificato retroattivamente il sistema di calcolo che determinerà APPROSSIMATIVAMENTE (nei prossimi giorni cercherò di essere più preciso) una perdita media di circa 5 mila euro lorde per l’istruttore, 7 mila euro lorde per il funzionario e 11 mila per il dirigente (ATTENZIONE! SI TRATTA AL MOMENTO DI CALCOLI MOLTO APPROSSIMATIVI CHE NON TENGONO CONTO DEL DOPPIO REGIME 2015/2016 E 2017/2020).

Seconda obiezione

Dice l’assessore: 

Le disposizioni in questione devono essere considerate quale strumento per attuare una consistente riduzione degli organici dei dipendenti regionali evitando al contempo di ricorrere a dichiarazioni di esubero sicuramente traumatiche.

Norme che, secondo l’Assessore Leotta, sono supportate dalla potestà esclusiva in materia di personale prevista direttamente nello Statuto.

Ma visto che l’assessore Leotta si erge a paladino dell’autonomia e della potestà esclusiva della regione in materia di personale, che bisogno c’era di “armonizzare” il sistema pensionistico regionale con quello statale?

Il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo replica al ministro Padoan

Palazzo della Consulta Roma 2006“Eravamo e siamo sereni. La Corte, come sempre, ha giudicato secondo coscienza e secondo le regole”.

Di una cosa è certo, “se il ministero dell’Economia aveva a cuore i dati sulle pensioni poteva trasmetterli alla Corte”.

Ma dare per scontato che la Corte dovesse acquisire i dati prima di decidere sulle pensioni mi sembra che non risponda all’attuale disciplina che regola il funzionamento della Consulta. D’altra parte, acquisire questi dati a cosa doveva condurre? Forse all’accertamento del numero delle pensioni coinvolte? O sarebbero dovuti servire per formare il nostro convincimento? Ma tutto questo non corrisponde alla natura della Corte costituzionale, che opera come un giudice, e quindi non ha la possibilità di aspettare dati che, a tuttora, mi sembrano incerti, perché non si sa qualche sia l’entità del cosiddetto buco determinato dalla sentenza”.

Il ministro dell’economia Padoan vorrebbe condizionare le decisioni future della Corte Costituzionale. A breve la Consulta deciderà anche sul blocco dei contratti dei pubblici dipendenti

Pensioni. Generazioni contro
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Tolgono diritti acquisiti ma, soprattutto, soldi (attraverso tasse, balzelli, prelievi di solidarietà, blocco dei rinnovi contrattuali, etc.) a chi riesce ad avere una vita appena dignitosa. Poi quando la legge viene dichiarata incostituzionale perché viola i principi costituzionali, il governo cerca di condizionare le future decisioni della Corte Costituzionale dichiarando che la Consulta avrebbe dovuto valutare il buco che la decisione avrebbe creato nei conti pubblici.

A breve la Consulta deciderà anche sul blocco dei contratti dei dipendenti pubblici.

Repubblica – Padoan: “La Consulta non ha valutato il buco creato dalle pensioni”