Baccei e Crocetta. Una poltrona per due

Baccei e Crocetta
Giornale di Sicilia del 1° maggio. Per scaricare l’articolo cliccaci sopra

È stata la Finanziaria di Alessandro Baccei, anche se Rosario Crocetta ne rivendica tutti i meriti.

L’assessore all’Economia, scelto a Roma da Graziano Deirio, ha incassato tutto quello che aveva messo in conto fin da gennaio, quando ha presentato una manovra finanziaria contestatissima per quattro mesi ma approvata ieri nella versione originale.

Le lunghe trattative sindacali, così come i vertici di maggioranza, sono state tappe di un percorso che non hanno cambiato di una virgola ciò che Baccei aveva promesso al governo Renzi: il riallineamento della Sicilia alle norme nazionali taglia sprechi nella pubblica amministrazione.

Tanto sicuro del suo percorso, l’assessore vicino a Deirio, da sbilanciarsi: «Se Roma impugna le norme sui regionali, mi dimetto».

Scure sui dipendenti regionali ma tornano i concorsi. I deputati si fanno la campagna elettorale a spese dei regionali

Scure sui dipendenti regionali
Gazzetta del Sud del 1° maggio. Per scaricare l’articolo cliccaci sopra

Vittoria schiacciante per l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, inviato da Delrio a Palermo per rimettere in sesto i conti della Regione.

Baccei ha incassato il via libera dell’Ars alle norme più importanti, contenute nella manovra finanziaria che vale 300 milioni di euro. A cominciare dai tagli al pubblico impiego, con l’armonizzazione del trattamento dei 16 mila dipendenti della Regione a quello degli statali, la riduzione di permessi parentali, sindacali e ferie, mobilità intema, ridefinizione al ribasso delle piante organiche per dirigenti e funzionari. E poi c’è la riforma delle pensioni con l’avvio dei prepensionamenti che già nel 2016, secondo le some del dipartimento Economia, potrebbe portare a 1.007 pensionamenti anticipati, mantenendo la finestra fino al 2020 e introducendo un taglio fino al 15% degli assegni di quiescenza.

È stata apprezzata la preoccupazione del presidente della commissione Affari Istituzionali Antonello Cracolici, secondo cui sguarnendo i vertici della burocrazia, l’amministrazione, senza nuove leve preparate si sarebbe trovata in difficoltà, per cui è stato approvato un emendamento che, a partire dal gennaio 2016 sblocca i concorsi per l’assunzione di nuovo personale, il cui numero, però, non potrà superare il 10 per cento dei posti lasciati liberi da quanti man mano saranno collocati a riposo. I concorrenti dovranno essere in possesso di lauree specialistiche o magistrali a carattere giuridico e umanistico.

Attraverso l’approvazione di un emendamento del leader di La destra Nello Musumeci, è prevista anche l’assunzione di giornalisti regolarmente iscritti all’Ordine.

Altro che valorizzazione del personale interno. Dei posti messi a bando con i nuovi concorsi vedremo solo le briciole

ConcorsiApprovata la norma che autorizza la regione siciliana a bandire nuovi concorsi pubblici senza verificare se all’interno dell’amministrazione esistono dipendenti in possesso di titoli e professionalità corrispondenti e senza avere prima avviato la riclassificazione del personale.

La normativa prevede che almeno il 50% dei posti vada all’esterno. Il restante 50% va ripartito tra precari da stabilizzare, categorie protette e altre categorie di riservatari.

Se non ricordo male, e mi riservo di verificare, ai dipendenti interni spetta una quota pari al 3%. Praticamente le briciole. Chi ha votato contro l’approvazione di questo ulteriore sopruso?

BlogSicilia – Finanziaria, ok norme su personale e Forestali Via libera anche ai concorsi pubblici nel 2016

Il teatrino finale…..Sono tutti e 90 corresponsabili. Nessuno escluso! VERGOGNA!!!!

La cronaca dei caotici minuti che hanno preceduto l’approvazione della finanziaria, dopo l’uscita di scena delle opposizioni

Per la votazione finale scatta la caccia al deputato per racimolare i 42 presenti necessari.

E così, mentre l’Aula semivuota continua a votare articoli, partono le frenetiche telefonate per far tornare all’Ars gli assenti. E scattano le leggende metropolitane su dove siano i deputati di maggioranza a quel punto della mattinata (“E’ arrivato a Cefalù… No, sta tornando indietro!”).

 

Finanziaria approvata. Una parte dell’opposizione in aula a garantire il numero legale e qualcuno (Greco) ha votato pure a favore

ScioperoEra mancato il numero legale, poi un paio di deputati di maggioranza sono rientrati precipitosamente a Sala d’Ercole, e tre dell’opposizione hanno partecipato al voto, Fazio e Vinciullo si sono astenuti, Greco dell’Mpa ha addirittura votato sì.

Una parte delle opposizioni avrebbero potuto fare saltare il banco e invece sono rimaste “RESPONSABILMENTE” in aula a garantire il numero legale.

Ferrandelli: resto in aula perché è un dovere morale e un gesto di responsabilità nei confronti dei siciliani, lo faccio anche perché ritengo il PD una comunità e garantirò il numero legale, ma non voterò questa manovra.

Ad aiutare la maggioranza è stato anche Ncd che non aveva lasciato l’aula insieme alle altre opposizioni (anche se Fontana ed Alongi alla fine non hanno partecipato al voto).

Passate tutte le norme volute da Baccei.

Via libera quindi all’allineamento delle pensioni dei regionali a quelle statali, l’apertura di nuovi concorsi alla Regione, ai tagli per i dipendenti pubblici e per i Forestali, al Piano per il riordino delle società partecipate e alla Centrale unica degli acquisti.

E le polemiche non sono mancate quando l’Ars si è trovata a esaminare le norme destinate agli ex Pip. Nel testo approdato a Sala d’Ercole era infatti scomparso il limite di reddito di 40 mila Isee familiare per far parte del bacino dei precari. Alla fine l’Assemblea ha rimediato, tra le proteste dei deputati palermitani, con un emendamento proposto dal deputato Cinquestelle Giorgio Ciaccio e sostenuto dallo stesso governatore Crocetta.

Cronaca di una giornata trascorsa all’Ars

Malattia riscrittura
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Parto dalla notizia che sarebbe eufemistico definire positiva.

Mi riferisco alla decurtazione per i primi dieci giorni di malattia.

La norma è stata leggermente corretta ed eviterà penalizzazioni di gran lunga più pesanti rispetto a quelle dello Stato, ma che, tuttavia, sono rimaste.

Da oggi ammalarsi avrà un costo.

Nonostante, infatti, gran parte dei deputati fosse stato avvertito già da qualche giorno dell’effetto aberrante che avrebbe comportato l’applicazione sic et simpliciter della normativa statale sulla malattia, e nonostante avessero ricevuto una bozza di emendamento che avrebbe potuto risolvere il problema, c’è voluta IERI mattina tanta pazienza per spiegare perché la stesura precedente dell’articolo in questione avrebbe fatto applicare una decurtazione ben più alta rispetto a quella applicata nello Stato. La decurtazione, infatti, avrebbe colpito anche la contingenza (Indennità Integrativa Speciale) che è considerata voce separata rispetto al tabellare (trattamento economico fondamentale).

Alla fine c’è stata la riscrittura dei commi 17 e 18 dell’art. 51 che evita che la decurtazione colpisca anche la voce contingenza. Con la nuova formulazione, i tagli andranno dai 17/20 euro della categoria A, ai 50/60 euro della categoria D per 10 giorni di malattia. Comunque, sempre di una porcata si tratta, soprattutto per tutti coloro che soffrono di patologie croniche.

Ma, al di là di ciò, sono passate tutte le norme sul personale (mobilità 50 km, congedi parentali, permessi retribuiti) compreso gli articoli 53 e 54 relativi all’armonizzazione del sistema pensionistico regionale che dovrebbero essere stati approvati senza grosse modifiche.

In sostanza e in estrema sintesi e con il beneficio di ulteriori approfondimenti non appena potrò leggere il testo definitivo:

  • l’art. 53 prevede l’adeguamento al sistema pensionistico statale con effetto retroattivo. In pratica tutti coloro che non avevano al 31 dicembre 1995 i 18 anni di contributi, perdono 8 anni di calcolo retributivo (dal 96 al 2003). Coloro che, invece, avevano 18 anni di contributi al 1995, manterranno il retributivo (ma si tratta di quelle pochissime unità non ancora andate in pensione) fino al 31 dicembre 2011.In ogni caso il trattamento pensionistico complessivo annuo lordo non può superare l’ottantacinque per cento della media dei trattamenti stipendiali degli ultimi cinque anni.
  • l’art. 54 prevede un regime transitorio che consentirà il prepensionamento con i requisiti pre fornero fino al 31 dicembre 2016 con una decurtazione del 10%. In ogni caso il trattamento pensionistico complessivo annuo lordo non può superare il 90% della media dei trattamenti stipendiali degli ultimi cinque anni.
  • La norma prevede anche, qualora il Consiglio dei Ministri non avesse nulla da ridire, il prepensionamento con i requisiti pre fornero dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2020 con una decurtazione del 10%. In ogni caso il trattamento pensionistico complessivo annuo lordo non può superare l’85% della media dei trattamenti stipendiali degli ultimi cinque anni.

Fermo restando che nel più breve tempo possibile si avvieranno, per coloro che lo vorranno fare, i ricorsi contro una norma che puzza lontano un miglio di incostituzionalità, nei prossimi giorni, con l’aiuto di qualche “tecnico”, vedrò di effettuare qualche proiezione sull’entità delle decurtazioni.