Perché il renzismo sta sulle palle a tutti

Il Fatto Quotidiano del 22 giugno 2016. Perchè il renzismo sta sulle palle a tutti
Il Fatto Quotidiano del 22 giugno 2016

C’è un dato che Renzi ignora e che si sente palpabile nel Paese, una specie di Questione Umorale: Renzi, il renzismo, la renzitudine e la renzità stanno sulle palle a una larga fetta della popolazione, per vari motivi. Il primo è, diciamo così, la sindrome di Silvio. Il sole in tasca, il “va tutto bene”, le fregnacce dell’Italia che riparte, la vecchia barzelletta made in Arcore che se dici che tutto procede per il meglio poi tutto procederà per il meglio. Dire queste cose mentre moltissimi vivono di voucher, pagano esami sanitari che prima erano gratuiti o vengono chiamati – da poveri – a rendere la mancia degli 80 euro perché troppo poveri, fa piuttosto incazzare.

Ma questo è solo un lato della Questione Umorale. L’altro lato è, se possibile, ancora più irritante. È quel chiacchiericcio di gerarchi e gerarchetti del renzismo scatenati nei media e nei social network, quelli che, nel farsi portavoce del capo, brillano per eccesso di zelo. Quelli che dicono “ciaone”, quelli che twittano che con Fassino a Torino arriveranno i Radiohead e invece con l’Appendino solo tristezza e strade deserte alla sera.

Quelli che chiamano l’avversario #classedirigentemaddeché, o che sputano fiele su quello che era (un tempo) parte del loro elettorato. Quelli che irridono, che resuscitano in versione toscana quella spavalderia arrogante che fu la cifra del primo craxismo milanese. In soldoni, una classe politica di “nuovi e giovani” che nel vecchio Pci avrebbe a stento pulito i vetri della sezione, e oggi invece va in giro ostentando il cappello con le piume da statista.

Bloccato il trasferimento delle pensioni delle Camere di Commercio a carico della regione

GdS del 24 giugno. Pensioni Camere Commercio
Giornale di Sicilia del 24 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Il blitz all’Ars era pronto. Volevano trasferire sulla Regione il costo dei pensionati delle Camere di Commercio ma la mossa è stata bloccata da un parere negativo del dirigente del Fondo Pensioni Sicilia: «Si rischia di far saltare i nostri e di mettere a rischio gli assegni di quiescenza di tutti».

La proposta di quasi tutti i partiti era quella di creare un fondo a gestione separata nel Fondo pensioni regionale e caricare su questo i 650 pensionati delle Camere e i futuri 321 (tanti sono i dipendenti ancora in servizio).

L’assessore alle Attività Produttive, Mariella Lo Bello, ha delegato il dirigente del Fondo pensioni. E proprio da Rosolino Greco è arrivata una bocciatura totale del progetto: «Va detto subito – ha esordito il dirigente – che nessuno ha quantificato i costi delle pensioni delle Camere di Commercio. E mi risulta che queste non siano state colpite dai tagli che hanno interessato i regionali. Significa che oggi un pensionato delle Camere di Commercio incassa di più di qualsiasi altro pensionato gestito da noi».

La Sicilia perde 800 milioni di fondi UE nonostante continui ad assumere consulenti ed esperti da 450€ al giorno

GdS del 22 giugno 2016. La regione cerca esperti
Giornale di Sicilia del 22 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

La Consulta respinge il ricorso della Regione e dà ragione allo Stato che aveva sottratto le somme: “Non sono state impegnate in tempo”.

Per farla breve, la Consulta ha dato torto al governo Crocetta che si era opposto alla decisione dello Stato di togliere alla Sicilia oltre 1,3 miliardi di Fondi Pac (Piano azione e coesione), per destinarli agli sgravi per le imprese, previsti nella legge di stabilità nazionale del 2014. Ricorso respinto per un motivo molto semplice: la Regione ha tardato a programmare e impegnare quelle risorse. Lo Stato, quindi, aveva tutto il diritto di riprendersele.


A proposito di consulenti, esperti e assistenza tecnica

Comuni in dissesto. Non si trovano i soldi per i precari

GdS del 24 giugno 2016. Comuni senza soldi per i precari
Giornale di Sicilia del 24 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

E’ allarme precari nei Comuni siciliani. Le difficoltà dei Comuni sono duplici: da una parte c’è la questione dei dipendenti delle ex Province, che in parte dovrebbero essere assorbiti proprio dai Comuni. Dando vita così a una guerra tra poveri per le stabilizzazioni, che vedrebbe soccombenti i precari da anni impiegati nei Comuni siciliani, un esercito di oltre 15mila persone, molte ormai al lavoro anche da una trentina d’anni.

Il secondo problema, ricordano i sindaci firmatari della lettera, riguarda “la grave contraddizione determinata dalla circostanza che i trasferimenti per spese correnti da parte della Regione ai Comuni non sono certi nella tempistica e soprattutto negli importi e dipendono dalla volontà dello Stato”.

Pubblica amministrazione: sui dirigenti la mannaia del duo Renzi-Madia. Licenziamenti più facili e indennità tolte

Il Sole 24 Ore. Tagli dirigenti senza incarico
Il Sole 24 Ore del 22 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Sei anni al massimo senza incarico poi, a seguito di una valutazione negativa del suo operato, il dirigente pubblico potrà essere messo alla porta. Nella riforma della Pubblica amministrazione non ci sono solo i licenziamenti per i furbetti del cartellino o, presto, quelli per gli assenteisti seriali o per le diserzioni di massa dal lavoro. Anche per i dirigenti è in arrivo una stretta più incisiva rospetto a quella prevista per gli altri dipendenti. Lo dispone uno dei decreti attuativi più attesi della riforma che porta la firma del ministro Marianna Madia, quello, appunto, che si occupa di dirigenza pubblica.

Nella bozza del decreto di riforma si legge che i dirigenti che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati rischiano stipendio e mantenimento del posto. Una vera  e propria rivoluzione nella Pubblica Amministrazione che non risparmia i dirigenti. Non esiste più il posto fisso a vita quindi. Anche chi vince un concorso pubblico, per essere confermato dovrà passare un esame.

Non è ancora certo se le novità si applicheranno anche ai dirigenti scolastici che già con la legge detta Buona Scuola, sono soggetti ad una valutazione periodica. Certo è che in merito alla dirigenza interna, sono confermate le indiscrezioni già emerse per cui se un dirigente rimane senza incarico per 6 anni e il suo ultimo mandato si era chiuso con una bocciatura, allora lo stesso dirigente decade.

Per ogni anno che decorre, subirà inoltre una decurtazione della busta paga base del 10% e per non perdere il lavoro potrà anche optare per un declassamento a funzionario oppure, tramite accordo con l’amministrazione di riferimento, pur di non perdere il lavoro e tornare a casa, potrà anche prestare servizio per enti no profit. A vigilare sulla dirigenza interna, secondo quanto si prevede nella bozza del decreto, ci sarà una Commissione ad hoc.

Intervista a Massimo D’Alema: «Così Renzi sta rottamando il Pd. Il referendum? Io voterò no»

Corriere della Sera del 22 giugno 2016. Intervista a Dalema
Corriere della Sera del 22 giugno 2016

Ecco alcuni passaggi salienti dell’intervista.

Dice D’Alema:

Una parte molto grande dell’elettorato di sinistra non si riconosce nel Pd, non lo sente come proprio, non si mobilita. Lui non si è limitato a rottamare un gruppo dirigente; sta rottamando alcuni milioni di elettori».

Rispetto alle precedenti comunali hanno perso un milione di voti.

Non c’era mai stata una pressione sui mezzi di informazione così fastidiosa come quella che esercita questo governo. Neppure ai tempi di Berlusconi. Ora alimentano sulla rete una campagna sui vecchi che vogliono reimpadronirsi del partito.

A proposito della costituzionalità o meno dell’Italicum dice:

«Secondo me sì. Non sono un giudice costituzionale, ma la sentenza della Corte sollevava due questioni: il diritto del cittadino di scegliere il proprio rappresentante; e il carattere distorsivo del premio di maggioranza, quando è troppo grande.

Conclude l’intervista dicendo che al referendum di ottobre voterà NO. Feci la stessa scelta – dice D’Alema – anche sulla riforma Berlusconi del 2006 che, per certi versi, era fatta meglio.

Referendum, Renzi nel panico: se lo chiede il Pd, non si ritira più

Il Fatto Quotidiano. Referendum 3
Il Fatto Quotidiano del 23 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

I No crescono e il premier (che aveva promesso l’addio) non sa più che fare.

Inizia il tentativo di smarcarsi dal “se perdo me ne torno a casa”.

“Se perdo il referendum considero fallita la mia esperienza in politica”, aveva annunciato il premier durante la conferenza stampa di fine anno. Dunque, “me ne vado”. I sondaggi all’epoca erano buoni, il consenso sembrava saldo.

Diktat di Roma in cambio dei soldi. Prima i tagli. La Sicilia deve ridurre la spesa sul personale. Eppure la Sicilia dà allo Stato più di quanto riceve

Repubblica del 22 giugno 2016. Lo Stato apre la cassa ma prima i tagli
Repubblica del 22 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Ecco l’accordo “storico” che per la prima volta dal varo dell’Autonomia lo Stato ci riconosce delle entrate nuove». Il governatore Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia Alessandro Baccei annunciano entusiasti l’intesa siglata con il governo nazionale.

Roma ha riconosciuto 1,6 miliardi di euro di entrate in più e stabili alla Sicilia, tra Irpef, Iva e altre imposte. Ma in cambio di questa grande apertura Renzi ha preteso per l’Isola impegni molto stringenti in tema di riduzione della spesa corrente, a partire «dai costi del pubblico impiego regionale », e di applicazione delle norme nazionali sulla pubblica amministrazione e sui costi della politica nei Comuni, con il recepimento delle riforme Madia e Delrio. E, ancora, il ritiro di tutti i contenziosi aperti dalla Sicilia contro lo Stato alla Corte costituzionale.

Commento

Crocetta, Baccei ma anche Faraone hanno sbandierato ai quattro venti lo storico accordo siglato con lo Stato che consente l’arrivo in Sicilia dei 500 milioni per chiudere il bilancio 2016, ma che, in totale, dovrebbero essere 1,6 miliardi l’anno.
La prima cosa che verrebbe da dire è GRAZIE!

Bilancio lacrime e sangue
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Ma se analizziamo bene i fatti, le cose stanno diversamente.

Recentemente la Corte dei Conti siciliana ha messo nero su bianco che il contributo che la Sicilia dà allo Stato per il risanamento della finanza pubblica nel 2015 ha sfiorato 1.3 miliardi di euro ed è stato il secondo dopo quello della Lombardia che però ha un Pil notevolmente più grande. Ma c’è di più!
Come regione a Statuto speciale, l’iva delle imprese che producono in Sicilia dovrebbe essere assegnata alla Sicilia e invece, basta avere una sede legale fuori la Sicilia, per fare svanire le entrate (VEDI LE RAFFINERIE DI GREGGIO. A NOI RESTANO I VELENI, ALLO STATO VANNO LE ENTRATE).

Stesso ragionamento va fatto per l’irpef.
Fino a qualche anno fa tutti i dipendenti statali residenti in Sicilia (insegnanti, forze dell’ordine, etc.), pagavano l’irpef in Sicilia. Poi lo Stato ha pensato bene di trasferire il centro di elaborazione degli stipendi a Roma e, da quel momento, addio Irpef.
Tra iva e irpef la Sicilia ci rimette oltre 7 miliardi e ci concede l’elemosina di 500 milioni.

Regionali 2017. Crocetta lancia la sua candidatura. Reddito di cittadinanza e contratto dei regionali

GdS del 22 giugno 2016. Crocetta si candida
Giornale di Sicilia del 22 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars clicca sopra l’immagine

Intende concedere il reddito di cittadinanza (800 euro) ai disoccupati, promette il rinnovo del contratto dei regionali e alle impresefa sentire il profumo di un piano da due miliardi che permetterà di realizzare in ogni Comune un’opera per un totale di mille cantieri in due anni. Rosario Crocetta ha scelto il giorno dell’accordo con lo Stato per lanciare la propria campagna elettorale in vista della ricandidatura a Palazzo d’Orléans.

Repubblica del 15 maggio. Boschi incorona Faraone
Repubblica del 15 maggio 2016

 Mi pare in Sicilia avremo solo l’imbarazzo della scelta.

Renzi stanzia più risorse per la Regione Sicilia per evitare una nuova Caporetto elettorale (fonte Il Giornale)

Il Giornale del 22 giugno 2016. Il governo salva i forestali
Il Giornale del 22 giugno 2016. Per scaricare l’articolo dal sito dell’ars, clicca sopra l’immagine

Renzi cerca di evitare una nuova Caporetto elettorale in Sicilia dopo quella di Roma e di Torino e sceglie di inondare l’isola di contributi pubblici. È questa, in fondo, la sostanza del decreto enti locali approvato lunedì in tarda serata dal Consiglio dei ministri.

Esisteva un’alternativa meno dispendiosa? Sì. Lo conferma il fatto che Renzi stesso abbia rimandato l’emanazione del decreto al lunedì successivo alla débàcle elettorale e, soprattutto, una settimana dopo le polemiche legate agli incendi che hanno devastato la Regione. Era volontà del premier limitare i soliti trasferimenti assistenzialistici, ma stringere i cordoni della borsa sarebbe equivalso al de profiindis per la giunta Crocetta e per il Pd locale, squassato dalle faide interne.