Formatori. Pagati 35 milioni per non far nulla

Repubblica del 13 ottobre 2017

La Corte dei conti punta il dito contro Crocetta e i suoi assessori del 2013. Pagati a vuoto 1.800 ex “sportellisti’.

Così secondo la procura regionale della Corte dei conti sono stati gettati al vento 35 milioni di euro di fondi europei e statali spesi dalla Regione nel 2014 per assumere 1.800 ex sportellisti al Ciapi per alcuni mesi. Salvo scoprire adesso che molti di questi non hanno fatto nulla. Per lo meno questo è il sospetto della Guardia di finanza che con alcune verifiche a campione ha intervistato gli stessi sportellisti e i dirigenti scolastici che da un giorno all’altro si sono visti arrivare queste persone senza sapere nemmeno perché.

Elezioni. Dopo il Tar di Catania, anche quello di Palermo dice no a Crocetta. Assunto all’ufficio di gabinetto colui che avrebbe causato l’esclusione

Giornale di Sicilia del 13 ottobre 2017

Anche il Tar di Palermo ha respinto il ricorso presentato dal governatore uscente, Rosario Crocetta, e dal candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione siciliana, Fabrizio Micari, contro l’esclusione della lista ‘Micari Presidente’ nel collegio di Messina, l’unico dove era candidato lo stesso Crocetta.

Ieri il Tar di Catania aveva rigettato un analogo ricorso.

Il motivo dell’esclusione fornito dai giudici amministrativi è l’assenza del presentatore della lista, Davide Siragusano, in tribunale, alla scadenza dei termini per la presentazione dei documenti: le 16 del 6 ottobre.

Proprio Davide Siragusano attivista del Megafono, è stato nominato di fresco nell’ufficio alle dipendenze di Palazzo d’Orleans. Il decreto di nomina è stato pubblicato oggi sul sito della Regione con data di ieri. Il contratto di lavoro subordinato è stato stipulato il 10 ottobre, ma con decorrenza dal 5 ottobre, cioè il giorno prima del pasticciaccio brutto al tribunale di Messina.

Permesso retribuito per curare il cane malato

Repubblica del 12 ottobre 2017

Il cane in ospedale ha bisogni e diritti come un genitore o un figlio, per cui il lavoratore può assentarsi per assisterlo chiedendo un permesso «per gravi motivi di famiglia». Quanto ottenuto da una dipendente dell’Università La Sapienza di Roma rappresenta un precedente fondamentale per i diritti degli animali e di chi li accoglie nella sua casa. Infatti, per la prima volta in Italia (in altri Stati europei già è prassi) il datore di lavoro ha accettato il certificato di malattia di un animale domestico per concedere un permesso retribuito per gravi motivi familiari.