Aumenti di stipendio fino a 27 euro al mese per i redditi sotto i 35 mila euro. Pensioni rivalutate del 2%. Stop al bonus 200 euro

Tratto da PAmagazine

Prende forma il nuovo decreto aiuti del governo che sarà approvato la prossima settimana dal consiglio dei ministri. Si tratterà, probabilmente, dell’ultima manovra del governo Draghi prima delle elezioni politiche previste per il 25 settembre. Sul tavolo il governo metterà 14,3 miliardi per finanziare le misure di aiuto che saranno destinate prevalentemente ai lavoratori a basso reddito, ai pensionati e alle imprese. A differenza di quanto circolato nei giorni scorsi, nel provvedimento non dovrebbero trovare spazio il rinnovo del bonus da 200 euro e neppure il taglio selettivo dell’Iva sui prodotti di più largo consumo come il pane e la pasta. Ma vediamo nel dettaglio quali sono gli interventi previsti dal governo.

IN BUSTA PAGA FINO A 27 EURO AL MESE PER I REDDITI BASSI

La prima misura annunciata dal governo è un nuovo taglio del cuneo contributivo. Il decreto ridurrà dell’1% (ma la percentuale è ancora oggetto di trattativa e di verifica tecnica) i contributi dovuti dai lavoratori all’Inps. Il taglio sarà applicato soltanto ai redditi fino a 35 mila euro, di fatto come già avviene per il taglio dello 0,8% introdotto sempre dal governo Draghi nella manovra di bilancio dello scorso anno e in vigore fino a dicembre. Quanto vale il nuovo taglio dei contributi? Per un lavoratore con un reddito di 35 mila euro l’anno lordi, il taglio si tradurrebbe in un aumento mensile della busta paga di circa 27 euro. Per un dipendente che guadagna invece 30 mila euro lordi l’anno, il taglio vale circa 23 euro mensili. Per un lavoratore che invece guadagna 25 mila euro lordi, si tratta di un aumento mensile della busta paga di circa 19 euro. Per un dipendente che guadagna 20 mila euro lordi l’anno, il beneficio mensile sarebbe di 15 euro.

PENSIONI RIVALUTATE DEL 2%

La seconda misura che troverà spazio nel decreto aiuti del governo, è un anticipo della rivalutazione all’inflazione delle pensioni. L’ipotesi al momento è che a partire dal mese di ottobre, gli assegni vengano aumentati del 2 per cento, in modo da avviare un recupero dell’inflazione che per adesso viaggia a ritmi superiori al 7 per cento. A gennaio del 2023, poi, verrebbe riconosciuto agli assegni il 100 per cento del caro vita in base al meccanismo di rivalutazione automatica tornato in vigore dopo anni di congelamento. Il meccanismo prevede:

  • rivalutazione al 100% dell’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo (2.062 euro al mese);
  • rivalutazione al 90% dell’inflazione per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo (2.062-2.578 euro al mese);
  • rivalutazione al 75% dell’inflazione per gli assegni sopra 5 volte il minimo (sopra 2.578 euro al mese)

IL BONUS DA 200 EURO

A differenza di quanto circolato nei giorni scorsi, non ci sarà invece una replica per agosto del bonus da 200 euro erogato nel mese di luglio. Il motivo è che la misura avrebbe avuto un costo eccessivo per le casse dello Stato (circa 6,8 miliardi di euro). Ma la verità è anche che il governo Draghi sembra orientato a introdurre una serie di misure più “strutturali” che durino almeno fino alla fine dell’anno. Il bonus dei 200 euro ad agosto, comunque, sarà riconosciuto a una serie di categorie che erano rimaste escluse dall’erogazione di luglio, come i lavoratori agricoli, gli insegnanti precari e i lavoratori dello spettacolo.

LE BOLLETTE

Nel provvedimento che sarà approvato la prossima settimana, poi, ci sarà un consistente pacchetto energia per aiutare le famiglie con il caro bollette. Innanzitutto viene previsto l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas fino alla fine dell’anno. Si tratta di una misura molto importante. Gli oneri di sistema sono una serie di voci che non hanno nulla a che fare con l’acquisto di energia da parte degli utenti, ma che pesano fino al 30 per cento del conto finale delle bollette che mensilmente o bimestralmente le famiglie pagano. Da inizio anno questi oneri sono stati azzerati dal governo, di fatto alleggerendo le bollette e rendendo più sostenibili gli aumenti dovuti all’andamento del prezzo del gas. L’azzeramento per adesso è previsto fino alla fine di settembre. Per l’ultimo trimestre dell’anno, insomma, gli oneri tornerebbero a incidere sulle bollette, per cui il governo ha deciso di prorogarne l’azzeramento fino al 31 dicembre. Così come è stato deciso di prorogare per altri due mesi, dal 21 agosto fino al 21 ottobre, lo sconto di 30 centesimi sulle accise per benzina e diesel.