Legge 104. Ormai è caccia alle streghe!

Disability symbols.svg(fonte: La Legge per Tutti)

Chi è titolare dei benefici della legge 104 del 1992 non può utilizzare i giorni di permesso dal lavoro per finalità personali, ma deve rimanere a disposizione del soggetto invalido. Questo significa che non può allontanarsi di casa, salvo esigenze connesse all’assistenza stessa. Diversamente egli può essere licenziato per giusta causa, ossia in tronco e senza neanche il beneficio del preavviso. Non solo: tale comportamento integra un illecito nei confronti dell’Inps – ente erogatore del trattamento economico – per via dell’indebita percezione dell’indennità.

Il datore di lavoro può mettere, alle calcagna del lavoratore, un detective privato per controllare che questi rimanga davvero a servizio del portatore di handicap, ragione per la quale ha chiesto i giorni o le ore di permesso. L’ispettore non potrà fotografare all’interno della dimora del lavoratore dipendente, ma potrà appostarsi all’uscita della stessa e pedinarlo, nonché scattargli fotografie, per verificare che questi non svolga altre attività di carattere personale.

Il soggetto titolare dei permessi della legge 104/1992 non è autorizzato neanche a svolgere le normali attività di gestione domestica fuori dall’abitazione, come ad esempio fare la spesa o ritirare la biancheria dalla lavanderia. Non potrebbe tantomeno andare in palestra, neanche se a sostituirlo in caso è presente un’altra persona. Egli invece potrebbe compiere tutte quelle attività funzionali all’assistenza come l’accompagnare l’invalido in auto, ritirare in farmacia le medicine o eventuali prescrizioni di farmaci dal medico curante.

Se il familiare portatore di handicap è andato a riposare o a dormire, è non è consentito al lavoratore che sta usufruendo, in quella giornata, del permesso della legge 104/1992 di uscire di casa per svolgere altre attività, tantomeno di natura ludica.

Precari, finiti i soldi. Per ventimila scoppia l’emergenza

Precari in bilico
Giornale di Sicilia del 15 ottobre 2015. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars clicca sopra l’immagine

Stabilizzazioni ferme, 20 mila precari in bilico O Le proroghe sono consentite solo per chi ha awiato i procedimenti di assunzione ma i Comuni siciliani sono in ritardo.

Il punto di partenza è che la legge che a fine 2013 aveva previsto un triennio per le stabilizzazioni è rimasta lettera morta. E in queste condizioni fra la fine del 2015 e soprattutto la fine del 2016 non saranno più con sentite neppure le proroghe. «Le norme in vigore – ha ammesso Pistorio davanti a Cgil, Cisl e Uil – rendono impossibili le stabilizzazioni. Bisognerebbe rispettare l’obbligo di assumere tanti dipendenti dall’esterno quanti sono i precari stabilizzati, e nessuno ha i soldi per raddoppiare la spesa.

Faraone, che vuoi che siano 50 km in Sicilia?

FaraoneQualche settimana fa Davide Faraone, a proposito del mancato accordo sulla mobilità, attaccava i sindacati dichiarando: «…….Non riesco minimamente a comprendere come ci si possa impantanare per settimane su un provvedimento che riguarda spostamenti di ”addirittura” 50 chilometri» (Trasferimenti dei dipendenti regionali. Faraone: «Basta con i privilegi»).