Legge 104. Ormai è caccia alle streghe!
(fonte: La Legge per Tutti)
Chi è titolare dei benefici della legge 104 del 1992 non può utilizzare i giorni di permesso dal lavoro per finalità personali, ma deve rimanere a disposizione del soggetto invalido. Questo significa che non può allontanarsi di casa, salvo esigenze connesse all’assistenza stessa. Diversamente egli può essere licenziato per giusta causa, ossia in tronco e senza neanche il beneficio del preavviso. Non solo: tale comportamento integra un illecito nei confronti dell’Inps – ente erogatore del trattamento economico – per via dell’indebita percezione dell’indennità.
Il datore di lavoro può mettere, alle calcagna del lavoratore, un detective privato per controllare che questi rimanga davvero a servizio del portatore di handicap, ragione per la quale ha chiesto i giorni o le ore di permesso. L’ispettore non potrà fotografare all’interno della dimora del lavoratore dipendente, ma potrà appostarsi all’uscita della stessa e pedinarlo, nonché scattargli fotografie, per verificare che questi non svolga altre attività di carattere personale.
Il soggetto titolare dei permessi della legge 104/1992 non è autorizzato neanche a svolgere le normali attività di gestione domestica fuori dall’abitazione, come ad esempio fare la spesa o ritirare la biancheria dalla lavanderia. Non potrebbe tantomeno andare in palestra, neanche se a sostituirlo in caso è presente un’altra persona. Egli invece potrebbe compiere tutte quelle attività funzionali all’assistenza come l’accompagnare l’invalido in auto, ritirare in farmacia le medicine o eventuali prescrizioni di farmaci dal medico curante.
Se il familiare portatore di handicap è andato a riposare o a dormire, è non è consentito al lavoratore che sta usufruendo, in quella giornata, del permesso della legge 104/1992 di uscire di casa per svolgere altre attività, tantomeno di natura ludica.
- La Legge per Tutti – Legge 104/1992: abusi e conseguenze