500 uffici da tagliare. E per i dirigenti scatta la corsa al prepensionamento

Inutili 500 uffici
Repubblica del 29 settembre

IL TAGLIO degli uffici farà saltare oltre 500 poltrone da dirigente. A tanto ammontano i servizi considerati inutili dai dirigenti generali che hanno appena presentato le proposte di riduzione in giunta. Ma è già scattata la corsa al prepensionamento, e adesso è rischio bluff sul fronte risparmi di bilancio.

Repubblica – Inutili più di 500 dirigenti ecco la mappa dei tagli ed è corsa alla pensione

In Italia tasse sul lavoro più alte del mondo ma Renzi vuole la finta abolizione della tassa sulla prima casa

UE all'Italia. Detassate il lavoro
Repubblica del 29 settembre

L’Italia ha accettato tutti i diktat dall’Europa su pensioni, pareggio di bilancio in costituzione, fiscal compact, etc..

Poi, quando l’europa ci dice una cosa giusta (mantenere la tassa sulla prima casa e diminuire le tasse sul lavoro che in Italia sono le più alte del mondo) il premier Renzi, per copiare Berlusconi che con lo spot dell’abolizione della tassa sulla casa ha vinto le elezioni, si scaglia contro l’UE dicendo: «Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate a Bruxelles».

Purtroppo, però, i numeri parlano da soli.

Nessun capofamiglia in Euro­pa paga più tasse e contributi che in Italia.

Secondo uno studio diffuso dalla Commissione Europea, l’aliquota fiscale sul lavoro in Italia è del 42,8%, il livello più alto in Europa insieme al Belgio.

Un la­voratore dipendente con coniuge e due figli a carico lascia a Fisco ed Inps il 38,3% del proprio reddito, mentre la media dei colleghi Ocse arriva al 26,1%. Vale a dire, paga 12,2 punti in meno.

Per capirci, se un dipendente percepisce 1.600 euro lordi al mese e il datore di lavoro decidesse di aumentargli lo stipendio di 100 euro al mese, 30 euro finirebbero nello stipendio del dipendente, 38 euro svanirebbero per l’imposta sul reddito delle persone fisiche, due euro in addizionali comunali e regionali e gli altri 30 in contributi sociali.

Premesso ciò, vediamo chi si avvanteggerà con l’abolizione della tassa sulla prima casa.

Secondo la Cgia di Mestre, con l’abolizione della tassa sulla prima casa, 19 milioni di famiglie risparmieranno in media 204 euro all’anno. Chi però possiede ville, o immobili signorili, di euro se ne ritroverà in tasca ben 1.830. Chi invece è il fortunato proprietario di un castello farà a meno di versarne 2.280: cifra pari a due mesi di stipendio netto di un operaio.

Ciò finisce per premiare i ricchi e per punire i poveri. Anche perché il risparmio di chi vive in abitazioni modeste, quelle classificate A3, sarà di soli 120 euro e, in ogni caso, le necessarie coperture saranno trovate o aumentando altre tasse o attraverso tagli a servizi e prestazioni come quelle sanitarie.

I tagli alla sanità obbligheranno i cittadini a dovere pagare per potersi curare o per effettuare esami clinici e diagnistici a scopo preventivo.

Ecco perchè parlo di finta abolizione della tassa sulla prima casa.

Riforma della Costituzione. Ecco cosa cambia con il DDL Boschi. L’opinione di Marco Travaglio (video)

Alla fine dell’articolo vi consiglio di guardare il video di Marco Travaglio che critica la riforma del Senato.

Riforma del Senato. Cosa cambia
Giornale di Sicilia del 18 settembre

Superamento del bicameralismo perfetto, elezione indiretta dei senatori, modifiche nell’elezione del Presidente della Repubblica e nei referendum. Sono i punti essenziali su cui si fonda il ddl di riforma costituzionale presentato dal governo Renzi che porta il nome del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. I cambiamenti più importanti riguardano il Senato. I senatori da 315 diventeranno 100: 95 saranno eletti dai Consigli regionali, 74 scelti fra i consiglieri stessi, 21 fra i sindaci dei Comuni, uno per regione, 5 verranno nominati dal Presidente della Repubblica. Non ci sarà più dunque un’elezione diretta da parte dei cittadini, ed è questo il passaggio contestato dell’articolo 2.

Per il Senato competenze ridotte
Nessuna indennità ulteriore per i componenti del Senato che avrà competenze ridotte rispetto ad ora: avrà potere consultivo, di collegamento con gli enti locali, eleggerà il presidente della Repubblica. Ma sarà solo la Camera a votare la fiducia al governo. Cambia anche l’elezione del presidente della Repubblica: non ci saranno più i 58 delegati regionali mentre il quorum viene alzato. Viene introdotto il referendum propositivo e se verranno raccolte 800mila firme invece delle 500mila sufficienti adesso non servirà il quorum del 50%. Per portare una legge di iniziativa popolare in Parlamento invece serviranno 150mila firme e non poù 50mila.

Marco Travaglio: la dittatura che la casta instaura con le modifiche alla Costituzione

Precari Enti Locali. I dirigenti del PD siciliano incontrano il Ministro Madia

Madia. Il Governo guarda ai precari siciliani
Giornale di Sicilia del 29 settembre. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars clicca sopra l’immagine

Il Ministro Marianna Madia ha incontrato a Palermo i dirigenti del Pd siciliano (con in testa il segretario regionale Fausto Raciti, il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici e la deputata Mariella Maggio) oltre al governatore Rosario Crocetta e all’assessore alla Funzione pubblica Giovanni Pistorio.

Il Ministro ha assunto l’impegno secondo cui sarà affrontato in un tavolo tecnico a Roma il tema dei precari degli enti locali in Sicilia.

Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali ci si comincia a scaldare i muscoli.

Statali. Arrivano le pagelle. Ma in Sicilia abbiamo anticipato i tempi?

Scheda valutazioneDalle faccine color semaforo di Renato Brunetta, alle pagelle di Marianna Madia, quasi tutti i governi italiani hanno provato a costruire un sistema di valutazione dei dipendenti pubblici per rendere più efficente la pachidermica macchina della Pubblica amministrazione. Non poteva mancare il governo di Matteo Renzi che, durante il Consiglio dei ministri di ieri 25 settembre, ha dato un via libera preliminare al provvedimento che modificherà le competenze per le valutazioni dei lavoratori.

Le novità – Il testo licenziato ieri a Palazzo Chigi prevede il trasferimento delle funzioni di controllo dei dipendenti al Dipartimento della Funzione pubblica. Finora a giudicare i dipendenti era l’autorità anticorruzione, ma il processo è sempre risultato farraginoso e costoso, soprattutto per i piccoli enti. I famigerati Oiv, gli organismi indipendenti di valutazione delle varie amministrazioni, saranno revisionati e sostanzialmente assorbiti da un elenco nazionale che comprenda tutti i componenti, ridotti gli organismi che hanno funzioni di controllo, così da rendere più omogenea la valutazione.

Le pagelle – Una volta accentrati i poteri controllo nelle mani del dipartimento della Funzione pubblica, al suo interno nascerà una commissione formata da cinque tecnici, secondo il governo senza compenso, che monitorerà l’applicazione delle valutazioni delle performance.

A proposito di pagelle che lo Stato sta introducendo solo ora, ecco un paio di volantini che tovate sul sito www.codir.it

L’Agenzia delle Entrate taglia oltre 200 posti da dirigente, riclassificandoli come «posizioni organizzative»

L’Agenzia delle Entrate taglia oltre 200 posti da dirigente
Il Sole 24 Ore del 22 settembre. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Le caselle saranno occupate da funzionari per centrare gli obbiettivi di spending review.

La stessa sorte, cioè la riclassificazione come «posizioni organizzative» delle vecchie caselle da dirigente, riguarderà gli uffici territoriali che si trovano fuori dai capoluoghi di Provincia, con una sola eccezione nell’hinterland di Torino.

Tutta la riorganizzazione deve tener conto del fatto che dopo la sentenza della Corte costituzionale più del 70% delle direzioni provinciali sono guidate da un dirigente a interim, con le ovvie tensioni che questo determina sulla struttura.

Pensioni. Flessibilità in uscita. In Sicilia abbiamo anticipato la riforma statale in senso peggiorativo

In pensione prima con taglio dell’assegno del 3-4% all’anno - Il Sole 24 ORE
Il Sole 24 Ore del 22 settembre. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Quando si tratta di bastonare i dipendenti regionali, la Sicilia, da qualche anno a questa parte, è all’avanguardia rispetto al resto del paese.

Nel caso delle pensioni, infatti, ha anticipato la riforma di cui tanto si discute nel resto del paese: rendere più flessibile l’applicazione della legge Fornero consentendo l’uscita anticipata dal lavoro con una riduzione dell’assegno.

Ma, come ho già detto all’inizio, la Sicilia è all’avanguardia.

Mentre, infatti, il Governo nazionale sta studiando i termini e la misura della penalizzazione solo per coloro che dovessero decidere di anticipare l’uscita dal lavoro, per i dipendenti regionali si è studiata una legge di dubbia costituzionalità (i legali sono già al lavoro per i ricorsi) con la quale, con una sorta di ricatto, si sta obbligando i lavoratori a lasciare anticipatamente il lavoro con una penalizzazione che, approssimativamente, varia dal 10 al 25% circa rispetto alla pensione che si sarebbe percepita senza la “riforma”. Per coloro che, invece, non dovessero raggiungere i requisiti previsti dalla legge o non dovessero presentare l’istanza di prepensionamento (e qui sta il ricatto), sono previste penalizzazioni più pesanti e, al momento, difficilmente quantificabili.


Pensioni. Renzi insiste. subito flessibilità in uscita
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Matteo Renzi torna a parlare delle pensioni e dei possibili scenari futuri. “Spero che la flessibilità in uscita sia realizzabile già con questa legge di stabilità.

Sul tema delle pensioni è poi intervenuto anche il ministro dell’Economia Padoan:  “L’idea che la flessibilità sia a costo zero è semplicemente inesatta”, ha detto intervenendo alla festa di Scelta Civica. Rispondendo a chi gli chiedeva quale sarebbe stato il peso per le casse dello Stato, Padoan ha risposto: “L’operazione di flessibilità costa, bisogna vedere come viene attribuito questo costo e a chi”.

L’anticipo non dovrebbe superare i 3-4 anni rispetto ai requisiti di vecchiaia (66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti del settore privato) e infine la penalizzazione non dovrebbe essere inferiore al 3-4% l’anno per ogni anno di anticipo.

Pensioni. È caccia alle risorse. Servono 2 miliardi per l’uscita anticipata

Pensione. E' caccia alle risorse. Servono 2 miliardi
Repubblica del 27 settembre. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

L’ipotesi è quella di abbassare l’età pensionabile da 66 a 62 anni, con una penalizzazione che vale il 3-4% all’anno per un totale del 12-15%.

Non è possibile ipotizzare quanti sarebbero disposti ad accettare per l’intera vita residua di percepire un assegno più basso per lasciare il lavoro in anticipo.


Padoan. Pensioni con uscite flessibili già in legge di stabilità
Repubblica del 25 settembre. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Ci sarà la flessibilità, ci sarà la settima salvaguardia per gli esodati e anche l‘estensione della cosiddetta «opzione donna» a chi matura i requisti nell’anno in corso: tutto nella prossima legge di Stabilità da varare entro la metà di ottobre.

Parlando davanti al Parlamento, e pur precisando che ogni cosa dovrà essere fatta «compatibilmente con il quadro di finanza pubblica», ieri il ministro Padoan – per la prima volta – ha dato il via libera ad una modifica della riforma Fornero, assicurando che il governo è «impegnato» ad analizzare la questione della flessibilità in uscita nella manovra 2016.

L’operazione sarà complessa, visto che nella legge – oltre alla possibilità di andare in pensione prima accettando un assegno decurtato – ci dovrà essere anche la settima salvaguardia, quella che dovrebbe mettere il punto definitivo sul caso esodati.

E sempre la legge di Stabilità, dovrà contenere anche l’estensione a tutto il 2015 della «opzione donna», formula che permette alle lavoratrici di andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi. I tagli all’assegno sono, in quel caso, pesantissimi (30 per cento in media), ma per molte lavoratrici oggi disoccupate l’opzione dà la possibilità di accedere comunque ad un reddito.

A proposito di nomine, valutazione e merito. Un articolo di qualche anno fa pubblicato su “Repubblica”

ScioperoScrive repubblica del 10 dicembre 2008: LA FONDAZIONE FEDERICO II entra nel dopo Acierno e nomina nel ruolo di direttore generale Lelio Cusimano. Economista, ex direttore dell’ associazione degli industriali di Palermo, Cusimano è stato negli ultimi anni presidente di Sicilia E-servizi, una delle società regionali create dal governo Cuffaro. La designazione è stata deliberata ieri dal consiglio d’ amministrazione della Fondazione, che ha accolto la proposta del presidente dell’ Ars Francesco Cascio.