Pensioni, l’Italia non ancora in sicurezza. Sentite quali sono le raccomandazioni….

Pensioni, l'Italia non ancora in sicurezza
Repubblica del 19 ottobre 2015. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Nonostante le grandi correzioni effettuate negli ultimi vent’anni, il sistema pensionistico italiano ha ancora troppe pecche, e corre ancora rischi in caso di eventi avversi. In altre parole, non è stato affatto messo “in sicurezza”.

Ad affermarlo è una ricerca internazionale indipendente fatta in collaborazione con l’Australian centre for financial studies che Repubblica riporta in esclusiva insieme al Financial Times.

Se il sistema italiano è così fragile è dunque tutto dovuto al suo livello di “sostenibilità”. Le ragioni di questa lacuna sono svariate, ma le principali sono tre.

La prima è, semplicemente, demografica ed è nota: la popolazione italiana è fra quelle che invecchiano più rapidamente.

Alla seconda pensiamo molto poco: l’alto livello di debito pubblico impedisce allo Stato di intervenire in caso di necessità, e si sa che in Italia nei prossimi anni ci sarà la cosiddetta “gobba” previdenziale con troppi pensionati e pochi lavoratori attivi. Inutile dunque attendersi un aiuto da una crescita, seppur temporanea, del debito pubblico. Il terzo elemento di debolezza è che il sistema italiano è troppo spostato sulla parte pubblica e poco su quella privata (fondi pensione) che invece si autosostiene.

Ed ecco la raccomandazioni dei ricercatori australiani dirette all’Italia:
1) va incrementata la quota di fondi pensione e di versamenti a forme volontarie che nel lungo termine spostano il peso della pensione dallo Stato agli stessi lavoratori;
2) va aumentata ancora l’età pensionabile;
3) va ridotta la possibilità di un ritiro anticipato, accrescendo la quota di lavoratori attivi nelle età più avanzate;
4) infine, una riduzione del debito pubblico renderebbe più solido anche il sistema previdenziale.

Expo flop? Analisi costo benefici effettuata da “Il Fatto Quotidiano”

Expo - AlberoPersonalmente non ho visitato l’Expo e non ho, pertanto, una opiniome personale. Ho raccolto, però, i commenti di tanti colleghi e amici rimasti delusi. E anche quelli, pochi per la verità, che si sono dichiarati entusiasti, mi hanno dato l’impressione (confermata dai gesti e dai tentennamenti) di non essere tanto convinti, in sostanza mi hanno dato l’impressione che se lo sono fatto piacere per forza.

Il Fatto Quotidiano snocciala alcuni dati interessanti.

In Sicilia strade franate, ponti crollati e ferrovie interrotte. Ma a “loro” interessano solo le poltrone

Giunta. Chi rischia di uscire
Giornale di Sicilia del 19 ottobre 2015. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars clicca sopra l’immagine

È bastato che il presidente della Regione pronunciasse la parola «azzeramento» per far scattare la corsa dei deputati a un posto in giunta.

Per il Pd sono pronti a entrare in giunta Filippo Panarello o Bruno Marziano per l’area vicina a Cracolici, Anthony Barbagallo per l’area Lupo, e almeno una donna fra Concetta Raia e Mariella Maggio.