Il dipendente sta a casa per malattia: autocertificazione nei primi 3 giorni

Corriere della Sera del 5 luglio 2017

Un lavoratore che avverta un piccolo malore, comunque passeggero, problemi gastrointestinali, una febbre alta, insonnia o mal di testa, potrà autocertificarsi per i primi tre giorni l’assenza dal lavoro. Così il medico farà solo da «postino», informandone l’Inps e il datore di lavoro, ma non avrà pesanti responsabilità di fronte a un giudice e non potrà essere punito penalmente se il lavoratore avrà dichiarato il falso.

Per ora questa è solo una proposta di legge avanzata dal senatore Maurizio Romani (Idv): il testo, contenuto in due articoli, è all’esame della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama.

In pratica il lavoratore «comunica per un periodo inferiore a tre giorni con sua esclusiva responsabilità il proprio stato di salute al medico curante», recita uno dei due articoli. Questo determina per il cittadino una minore protezione, non potendo essere “appoggiato”, come invece avviene adesso, dalla certificazione del suo medico curante. Con questa norma i furbi «saranno più responsabilizzati – precisa Maurizio Romani – e i medici rischiano pene meno gravi di quelle previste oggi, che sono francamente esorbitanti».

Sicilia – Regione. Tanto personale ma poco qualificato

Giornale di Sicilia del 9 luglio 2017

Lelio Cusimano traccia un’analisi dei disastrati conti della regione siciliana (bocciati dalla Corte dei Conti) e individua nell’alto numero dei dipendenti, pagati a vario titolo dalla regione, una delle principali cause.

Perché il bilancio della Regione Siciliana non regge più? Perché, nonostante la montagna di soldi che arrivano dallo Stato e dall’Europa, i conti segnalano un disavanzo costante? Non è agevole ricondurre a sintesi il bilancio regionale. Anche a rischio di qualche approssimazione, la situazione si può così sintetizzare: la Regione spende stabilmente più di quanto incassa e la sua spesa è fatta, per tré quarti, di stipendi, contributi, pensioni, sussidi e contributi vari.

Il Personale regionale conta 18.075 unità, senza considerare i pensionati ancora a carico del bilancio regionale, senza considerare i 45.304 della sanità, senza considerare i 23.487 della forestazione, senza considerare i 7.113 delle società partecipate e senza considerare le migliaia di precari presso i Comuni, gli ex Pip, gliAsu, i Consorzi di bonifica, la Resais, la formazione e più di recente i dipendenti fuoriuscitì dai processi di liquidazione. E se non bastasse, dice la Corte dei conti, ci sono altri istituti, consorzi, agenzie ed enti vari che sono finanziati dalla Regione per pagare il personale; solo nel 2016 sono costati quasi 120 milioni di euro.

Addio ai tagli la Regione compra nuove auto blu

Repubblica del 7 luglio 2017

Il parco auto della Regione torna a crescere: alle settanta auto a noleggio usate dagli uffici, a quella confiscata e alle due blindate prese in leasing, nel 2016 si sono aggiunte altre due Passat. Totale: 75. Uno spreco? «No — obiettano dalla Regione — i noleggi costerebbero di più».

Matteo cala ancora nei consensi. A sinistra il più amato è Gentiloni

Il Giornale dell’8 luglio 2017

Una recente rilevazione effettuata dall’istituto Eumetra Monterosa di Milano (intervistando un campione di residenti al di sopra dei 17 anni di età) ci dà la misura del fenomeno. Oggi, infatti, Renzi viene giudicato positivamente dal 37,2% degli intervistati, dopo avere superato nei mesi scorsi il 40%, con punte massime nei primi tempi del suo governo.

È significativo il fatto che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, risulti assai più popolare del leader fiorentino, conquistando il 43,4% vale a dire non lontano dalla metà, un dato particolarmente elevato di voti positivi da parte degli intervistati. Si vede che il suo stile di governo, forse più cauto e meno «mediatico» del suo predecessore ha saputo raccogliere vasti consensi. Ovviamente Gentiloni è supportato da più di tre quarti degli elettori del proprio partito: ma riesce, forse sorprendentemente, a raccogliere giudizi positivi anche dalla maggioranza degli elettori di Forza Italia (ma non della Lega e del M5s).

Ed è altrettanto indicativo che Renzi, per quanto riguarda l’appoggio popolare, venga superato, seppur di poco (38,7% e qui occorre naturalmente fare attenzione al margine di errore statistico), da Luigi Di Maio, uno dei principali leader del Movimento Cinque Stelle, che riceve consensi particolarmente dagli elettori più giovani.