Mansioni superiori: Cococo risarciti a Palermo

Giornale di Sicilia del 19 luglio 2017

Per 16 anni hanno svolto le mansioni del personale amministrativo nelle segreterie scolastiche pur avendo un contratto da semplici Cococo. Ora il tribunale di Termini Imerese ha riconosciuto che per quel lavoro avevano diritto almeno a una paga adeguata. E così sette precari hanno ottenuto un risarcimento dei danni da 9 mila euro e una somma di circa 16 mila euro che corrisponde alla differenza fra lo stipendio da amministrativo e quello da Cococo. È una sentenza che rischia di trasformarsi nel sassolino che da vita alla valanga,

Iva, accordo Stato Regione. Alla Sicilia due miliardi in più

Gazzetta del Sud del 17 luglio 2017

Sono occorsi 52 anni per trovare un presidente della Regione siciliana che sottoscrivesse gli accordi Stato-Regione in materia di entrate finanziarie. L’ultimo di questi accordi, firmato alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, riguarda le entrate in materia di Iva. In una nota diffusa da Palazzo Chigi si precisa, infatti, che «l’accordo, firmato per la prima volta dopo 52 anni, dà piena attuazione allo Statuto», «non ha alcun impatto per la finanza statale», mentre «per la Regione Siciliana si tratta di una manovra complessiva del valore di circa 2 miliardi di euro annui». Si tratta, ha precisato Crocetta, di «un accordo storico che consolida i precedenti, migliora i conti della Regione siciliana, consente di salvare i Liberi consorzi e le Città metropolitane attraverso interventi consistenti e mette definitivamente a posto le entrate della Regione». «Continua- ha rilevato il presidente della Regione – la politica di risanamento e voglio ringraziare il governo, il presidente GentiIoni, il sottosegretario Boschi, il ministro dell’Economia Padoan, il sottosegretario Bressa e l’assessore Baccei per il grande lavoro congiunto che si è fatto in questi mesi.

Da alberghi per turisti a centri per migranti, anche in Sicilia molti si tuffano nel business dell’accoglienza

La Sicilia del 17 luglio 2017

La storia delle strutture private messe a disposizione dell’accoglienza agli immigrati va diffondendosi e i sindaci denunciano: «Per molti proprietari di strutture ricettive è diventato redditizio questo rapporto diretto con lo Stato che garantisce pagamenti puntuali e profumati, anziché portare avanti attività di tipo turistico. Eppure sono nate per queste, alcune, magari, sono state ristrutturate con fondi che erano destinati a migliorare la qualità della ricettività finalizzata allo sviluppo dei territori».

Insomma, anziché fare turismo, ecco il business dell’accoglienza dei migranti. Che rende, non serve fare promozione, perché fanno tutto cooperative e società che nascono sapendo bene come muoversi, quali rapporti intrecciare, come, quando e perché partecipare ai bandi.

Pensioni, costa 1,2 miliardi evitare il rialzo a 67 anni. Boeri. Lo stop all’aumento dell’età pensionabile costa 141 miliardi

La Sicilia del 14 luglio 2017

L’aspettativa di vita si allunga e con essa si allontana il traguardo della pensione. Dal 2019 si andrà in pensione a 67 anni, a meno che il governo Gentiloni non decida di intervenire per rinviare quest’appuntamento di un paio di anni. Il che avrebbe un costo di almeno 1,2 miliardi di euro, secondo i calcoli dei tecnici del ministero del Lavoro. È quanto riferito alle agenzie di stampa da fonti vicine al dossier.

La normativa che regola gli effetti della speranza di vita sulle pensioni introdotta nel 2010 dal governo Berlusconi, e successivamente integrata con la legge Fornero del governo Monti, ha già prodotto i suoi effetti nel corso di questi anni.

Un decreto del 2011 ha elevato di 3 mesi i requisiti nel triennio 2013-2015.

A fine 2016 il secondo decreto che ha portato l’asticella più su di quattro mesi (66 anni e 7 mesi) per il triennio che termina a fine 2018. La decisione sull’eventuale congelamento del prossimo scatto, dovrà essere presa entro quest’anno, in sede di Legge di Bilancio.

Bankitalia prevede il pil in rialzo. I dati reali dicono che i poveri sono raddoppiati e che gran parte degli italiani non può andare in vacanza

La Sicilia del 15 luglio 2017

La Banca d’Italia rivede al rialzo le stime per la crescita del Pil nel 2017, fissandola a +1,4% contro il precedente 0,9% di gennaio, già in parte corretto nelle scorse settimane a +1,3% dopo la revisione del dato sul primo trimestre da parte dell’Istat. Nel bollettino economico, l’istituto centrale prevede ora un aumento dell’1,3 del Pil nel 2018 e dell’1,2 l’anno successivo. La Banca d’Italia sottolinea come la spinta arriverebbe soprattutto dalla domanda interna, con una espansione dei consumi e degli investimenti «a ritmi relativamente sostenuti».

In Italia 5 milioni di poveri: il doppio dall’inizio della crisi. Evidentemente i provvedimenti del governo Renzi non hanno avuto alcun impatto positivo

Sei milioni non vanno in vacanza, la crisi cancella un sogno italiano

Sei milioni non vanno in vacanza, la crisi cancella un sogno italiano

La Stampa del 16 luglio2017

Non c’è ripresa o ripresina che tenga. Nonostante per il turismo si annunci un’estate da record, rispetto all’anno passato aumenta il numero degli italiani che rinuncia alle vacanze. Per ragioni economiche, ovviamente. Stando all’ultima indagine Swg-Confesercenti il 26% degli italiani prevede infatti di non andare in ferie, contro il 25% dell’anno passato. La variazione è minima, ma si tratta della prima inversione di tendenza dopo tre anni di calo. Ancora più significativo è l’aumento di quanti forniscono motivazioni di tipo prettamente economico per restare a casa: si tratta infatti del 58% delle risposte, contro il 55% del 2016, e corrisponde al dato più alto mai registrato da Swg dal 2009 ad oggi.

Riscatto laurea. Il Cobas/Codir chiede di uniformarsi alla giurisprudenza della Corte dei Conti

La Sezione giurisdizionale di Appello della Corte dei Conti per la Regione Siciliana con sentenze n.176 del 22/4/2014 e n.166 del 5/6/2012 e, da ultimo, la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Siciliana in composizione monocratica con sentenza n.620/2016, hanno definitivamente affermato il principio che il riscatto anche parziale del periodo del corso legale di laurea debba essere calcolato ai sensi dell’art. 77 della legge regionale 29 ottobre 1985, n. 41 e del richiamato articolo 9 della legge regionale 3 maggio 1979 , n. 73, che, a sua volta, sostituisce l’articolo 30 della legge regionale 23 febbraio 1962, n. 2.

Nonostante ciò, ancora oggi sembrerebbe che gli Uffici Gestione Giudica del Personale del Dipartimento della Funzione Pubblica continuino a definire le istanze di riscatto laurea secondo la legislazione statale per i dipendenti del comparto non dirigenziale e secondo la legislazione regionale più favorevole per i dirigenti, malgrado la Regione sia stata condannata più volte alla restituzione di somme indebitamente versate, maggiorate di interessi e rivalutazione monetaria.

L’effetto Renzi sui sondaggi continua: il Pd crolla al 24%. Renzi è un estremista. Anche la cugina passa con i fuoriusciti

Corriere della Sera del 15 luglio 2017

Elisa Simoni, cugina di Renzi annuncia la sua uscita dal Pd: «Ha trasformato il Pd in un partito di centrodestra». «Nel Pd non ci sono più spazi di agibilità politica per una minoranza. Infatti, mi creda, non sarò l’ultima ad andarmene, mi creda». «Il Pd di Renzi assomiglia sempre di più alla Forza Italia del ‘94, con la differenza che Berlusconi allora vinse. Dentro il partito, l’aria è diventata irrespirabile da un po’. Nell’ultima direzione, poi, Matteo ha detto chiaro e tondo che quello era il treno e, per chi non gradiva, non rimaneva che scendere. Ecco, sono scesa».


Il Fatto Quotidiano del 15 luglio 2017

L’effetto Renzi non si ferma più: il Pd precipita nei sondaggi al 24%. I democratici sono ormai sotto la quota ottenuta alle elezioni del 2013 e sotto la somma delle destre. Reggono i consensi dei Cinque Stelle mentre si rafforza la sinistra di Bersani e D’Alema

Furbetti Pa, così la sospensione sprint

Il Sole 24 Ore del 13 luglio 2017

I decreti legislativi approvati recentemente in tema di pubblico impiego (il Dlgs 75/172 e il testo approvato lunedì scorso in via definitiva dal Consiglio dei ministri, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) hanno cambiato in misura rilevante la disciplina dei licenziamenti dei dipendenti pubblici, sia dal punto vista della procedura, sia da quello delle sanzioni applicabili.

La procedura cambia per i dipendenti colti in flagranza per la commissione di illeciti che, ai sensi del Testo unico sul pubblico impiego, sono sanzionati con il licenziamento (assenteismo, gravi o reiterate violazioni dei codici di comportamento, illeciti dolosi o gravemente colposi, reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, insufficiente rendimento, ecc.).

Per tutti questi illeciti, le nuove regole introducono una procedura accelerata, che comporta sospensione dal servizio del dipendente colto in flagranza, entro le successive 48 ore dal fatto (commi 3 bis e 3 ter).

I furbetti del cartellino ora rischiano «Licenziamento entro 30 giorni»

Corriere della Sera dell’11 luglio 2017

Dopo un lungo tira e molla, che ha visto anche l’intervento della Corte costituzionale, i furbetti saranno licenziabili con procedure rapide.

Ieri, infatti, il consiglio dei ministri, su proposta della ministra per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo in materia, in attuazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (la numero 124 del 2015).

I furbetti del cartellino verranno sospesi in via cautelare dal servizio, senza stipendio, entro 48 ore dalla scoperta della falsa attestazione di presenza. Se il fatto verrà confermato, il licenziamento scatterà al massimo entro 30 giorni, durante i quali il lavoratore potrà esercitare il proprio diritto di difesa. Il dipendente licenziato sarà inoltre denunciato all’autorità giudiziaria per danni all’immagine della pubblica amministrazione.
Sanzioni sono previste anche per chi deve far valere la procedura e non lo fa. Per i dirigenti inadempienti si configura la responsabilità civile solo per dolo e colpa grave. Il dirigente rischia comunque a sua volta il licenziamento se omette di sospendere dal servizio immediatamente (entro le 48 ore) il furbetto colto sul fatto e non attiva il procedimento disciplinare nei suoi confronti.