Svolta smart working: “Lavorare da casa diritto del dipendente”

Tratto da IlGiornale.it

Svolta smart working: “Lavorare da casa diritto del dipendente”

Stefano Zurlo – Ven, 01/05/2020

Ordinanza del tribunale. L’avvocato Pozzoli: “L’azienda non può rifiutarsi di concederlo”

È diventato il rifugio e la speranza di tutti gli esperti chiamati al capezzale dell’Italia ai tempi del virus. Per fortuna c’è lo smart working.

Formula semisconosciuta fino a pochi mesi fa a gran parte della popolazione e oggi familiare come e più di un parente stretto. Moltissime aziende l’hanno proposto o addirittura imposto ai lavoratori in queste settimane di emergenza, come unico vero antidoto al contagio e come arma migliore per evitare autobus e metropolitane affollati in una società che non sarà più quella di prima. Ora, in un’evoluzione rapidissima, il tribunale di Grosseto chiude il terzo lato del triangolo: il lavoro agile è un diritto soggettivo che il singolo può far valere con il suo datore di lavoro, anche se questi è contrario. Siamo, insomma, sia pure attraverso una per ora solitaria ordinanza, alla consacrazione della fatica digitale, relegata prima della pandemia nel limbo dei sogni virtuosi. Ora si cambia. «Si tratta di un principio innovativo e di estrema importanza – spiega l’avvocato Cesare Pozzoli, uno dei più importanti giuslavoristi milanesi – che potrebbe condizionare notevolmente le relazioni di lavoro, ancora di più nella imminente fase 2 della ripresa». Che, fra polemiche, strappi e scongiuri, debutta lunedì 4 maggio.

Nel caso in questione, il lavoratore si era trovato in grande difficoltà perché a fronte di problemi di salute, la società gli aveva chiesto di usufruire delle «ferie anticipate» negandogli il lavoro agile; di qui la decisione di rivolgersi al giudice, anche perché lo smart working era stato concesso ai colleghi di reparto.

«Laddove il datore di lavoro privato – scrive ora il tribunale di Grosseto – sia nelle condizioni di applicare il lavoro agile e (come nel caso in esame) ne abbia dato prova, il ricorso alle ferie non può essere indiscriminato, ingiustificato o penalizzante, soprattutto laddove vi siano titoli di priorità per ragioni di salute».

Una piccola grande rivoluzione, sia pure con alcuni paletti, legati alla biografia del dipendente e all’organizzazione aziendale. «Lo smart working – riassume Pozzoli – non è applicabile solo su accordo delle parti come prevede la legge istitutiva del 2017, e nemmeno può essere/disposto solo d’ufficio dall’imprenditore di turno, come è successo in modo massiccio negli ultimi due mesi, ma può costituire un autentico diritto soggettivo del lavoratore». Appunto la terza opzione, inimmaginabile solo un anno fa.

Si apre così, anche sul piano del diritto, una strada nuova che può portare molto lontano e costringe in qualche modo un po’ tutti a ridisegnare le abitudini e strategie. Il lavoro da remoto è piombato come un meteorite sulla testa di milioni di italiani. Ora, superata la prima fase di rodaggio, si scopre che l’oggetto misterioso può piacere o convenire non solo alle aziende ma anche ai lavoratori. Diventa un’opportunità come è successo per l’impiegato di Grosseto che nel suo ricorso aveva infatti fatto riferimento ai frenetici decreti di queste ultime settimane di passione.

«Accertata la sussistenza delle condizioni per ricorrere allo smart working – aggiunge il giudice – il datore di lavoro non può agire in maniera irragionevolmente o immotivatamente discriminatoria nei confronti di questo o quel lavoratore». Siamo, dunque, ad un primo step. E si pongono problematiche inedite: il giudice entra nei delicati equilibri di un ufficio o di una fabbrica e può alterarli. «L’ordinanza di Grosseto – conclude Pozzoli – attribuisce al lavoratore, sia pure in un caso particolare, un vero e proprio diritto al lavoro agile e il giudice acquista un notevole potere d’ingerenza nell’organizzazione aziendale. Il rischio è quello di minare la libertà economica delle imprese, tutelata dalla Costituzione». In ogni caso, il giudice di Grosseto per velocizzare i tempi pone un’ulteriore singolare sanzione: 50 euro «per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento».

Dopo i chiarimenti del governo, dal Ministero dell’Interno arriva la circolare ai Prefetti sulle misure della fase 2

Le principali misure, in vigore su tutto il territorio nazionale da domani 4 maggio, sono illustrate nella circolare del capo di Gabinetto ai prefetti del 2 maggio 2020.

L’obiettivo del nuovo quadro di regole, spiega il documento, è trovare un punto di equilibrio tra la salvaguardia primaria della salute pubblica e l’esigenza di contenere l’impatto delle restrizioni sulla vita dei cittadini, tra il sostegno al riavvio del sistema economico produttivo e la sicurezza dei lavoratori.

Fase 2, sì visite a congiunti e fidanzati (no ad amici). Governo chiarisce su autocertificazione. Niente autocertificazione per passeggiate e lavoro Ecco l’ultimo modello di autocertificazione

Chi sono i congiunti? Possiamo muoverci in bicicletta? E andare al cimitero?
Cosa sarà possibile fare a partire dal 4 maggio?
Il sito del governo ha adesso pubblicato una Faq, che dà un’interpretazione del testo del dpcm.

Quali sono le novità previste dal Dpcm 26 aprile 2020?

Il Dpcm 26 aprile 2020 introduce, a partire dal 4 maggio, diverse novità, tra le quali, per esempio, la possibilità delle visite ai propri congiunti che vivono nella stessa Regione e la riapertura di parchi e giardini pubblici, nel rispetto delle prescrizioni sanitarie ed evitando comunque gli assembramenti (i sindaci potranno decidere di chiudere nuovamente e in via temporanea i parchi, qualora il divieto di assembramento non potesse essere garantito). Diventa obbligatorio l’uso della mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (quali mezzi di trasporto pubblico ed esercizi commerciali). Il nuovo Dpcm sancisce anche l’obbligo di rimanere all’interno della propria abitazione per tutti coloro che presentano sintomi legati a sindromi respiratorie e una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi. Sempre dal 4 maggio, si può tornare a effettuare l’attività motoria e quella sportiva, individualmente, anche distanti da casa e possono riprendere gli allenamenti degli atleti professionisti per le discipline individuali. Altra importante novità riguarda la possibilità di svolgere celebrazioni funebri, con un numero di partecipanti massimo fissato in 15 persone, indossando le mascherine protettive e possibilmente all’aperto. Il Dpcm, sempre a partire dal 4 maggio, consente la ristorazione da asporto per bar, ristoranti e simili, che si va ad aggiungere all’attività di consegna a domicilio già ammessa. Ripartono diverse attività produttive e industriali, prevalentemente votate all’export, le attività per il settore manifatturiero e quello edile, insieme a tutte le attività all’ingrosso ad essi correlati, con l’obbligo di rispetto delle regole vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.

No alle visite ad amici, sì ai fidanzati. Lunedì 4 maggio tornano, quindi, al lavoro 4,4 milioni di persone. E scatta la possibilità di far visita a coniugi, conviventi, partner delle unioni civili, parenti fino al sesto grado, affini fino al quarto grado come i cugini del coniuge. E a persone «legate da uno stabile legame affettivo», come i fidanzati ma non, precisano fonti di governo, gli amici.

Il governo dissipa con una Faq, ossia una risposta a domande frequenti, il dubbio insinuato dal nuovo dpcm per la «fase 2». Via libera anche all’attività motoria non solo nei pressi della propria abitazione e nei parchi ma resta chiaro che non si può uscire dalla propria regione, se non – una volta sola – per tornare nella propria residenza o domicilio, se per il lockdown si era rimasti bloccati altrove.

Posso spostarmi per far visita a qualcuno?
Sono consentiti gli spostamenti per incontrare esclusivamente i propri congiunti (vedi faq successiva), che devono considerarsi tra gli spostamenti giustificati per necessità. E’ comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio. In occasione di questi incontri devono essere rispettati: il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie.