Questa politica è lontana dai problemi reali del paese. Sentire le dichiarazioni dei politici che insistono nel dire che le cose vanno meglio non fa altro che irritare chi invece constata che la propria condizione resta grama

Corriere della Sera del 12 novembre 2017

Continuano a ripeterci che il paese è in ripresa, che il PIL risale ma, nonostante i buoni risultati economici di questi ultimi mesi, stipendi e pensioni restano fermi e la stragrande maggioranza di questi stipendi e di queste pensioni rasenta o è, addirittura, al di sotto della soglia di povertà.

In Italia una famiglia su due non riesce ad accedere a un livello di benessere sufficiente per non essere costretta a rinunce nelle cure mediche, nello studio, nel numero di figli. Viceversa, solo una minoranza (il 30% del totale) ha una situazione economica così solida da potersi pagare i servizi che ormai sono in larga parte privatizzati, accantonando anche qualche risparmio.

C’è da chiedersi se la politica riesca ad avere una percezione corretta di questa realtà e delle reali condizioni di vita della gran parte della popolazione.

Per molti aspetti, si direbbe di no.

Almeno a giudicare dalle reiterate dichiarazioni di ottimismo che in questi mesi hanno salutato il ritorno ad un quadro macroeconomico positivo. Sentire le dichiarazioni dei politici che insistono nel dire che le cose vanno meglio non fa altro che irritare chi invece constata che la propria condizione resta grama. 

Fondi Ue per 260 milioni bloccati alla Regione, se ne occupano solo 11 dipendenti su 16mila

Nella Regione con 16mila dipendenti ci sono 260 milioni per le imprese che innovano, ma non i soldi per sbloccare i progetti. E il rischio, con il ritmo attuale, è che per i bandi già pubblicati la graduatoria arrivi anche fra un anno e mezzo: all’assessorato alle Attività produttive, infatti, i dipendenti che si occupano di sei programmi europei per i quali sono state presentate complessivamente quasi 3.500 domande sono solo undici, e per analizzarle si viaggia al ritmo di sei pratiche al giorno. La soluzione? Al momento non c’è, visto che i dipendenti del dipartimento sono in tutto 134, più 20 distaccati a Catania, e ovviamente ci sono altri compiti di cui occuparsi: «Le risorse umane – allarga le braccia il dirigente generale, Alessandro Ferrara – sono quelle che sono. Se le spostassi da altri servizi rischierei di provocare un danno erariale».