Corte Costituzionale. Niente più spese legali per chi perde le cause di lavoro. Ma attenti ai facili entusiasmi

Il Fatto Quotidiano del 20 aprile 2018

Un’altra sentenza che dimostra dunque che le riforme che i governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi hanno portato avanti per cancellare le tutele dei lavoratori violano e si scontrano con i principi fondamentali del nostro ordinamento giudiziario.

La Corte Costituzionale ha, infatti, dichiarato incostituzionale l’art. 92 del codice di procedura civile il quale, nella sua ultima formulazione – a seguito del decreto del 2014 del governo Renzi – impediva in via generale al magistrato di compensare tra le parti le spese di giudizio. Tale previsione era particolarmente punitiva per i lavoratori costretti ad andare in giudizio per rivendicare i propri diritti perché al rischio, sempre presente, di perdere la causa, si aggiungeva quello di dover pagare in caso di sconfitta le spese della controparte, ossia il datore di lavoro, così come stabilito dal giudice.

Si tratta di una delle tante misure adottate dagli ultimi governi per disincentivare i cittadini a ricorrere alle aule di tribunale ed il crollo delle cause registrato negli ultimi anni dimostra che tale deterrenza ha funzionato: moltissimi lavoratori hanno rinunciato a chiedere giustizia per il timore di dover pagare migliaia di euro di spese anche all’avvocato della controparte oltre che al proprio.

Nella versione modificata nel 2014, la possibilità di compensare le spese era circoscritta a pochi e rari casi (“di assoluta novità della questione trattata o di mutamento della giurisprudenza rispetto a questioni dirimenti ma anche quando sussistono altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni”), la Corte estende ora questa possibilità anche all’ipotesi di “gravi ed eccezionali ragioni”.

La Consulta, in ogni caso, salva il resto della disposizione, ritenendo non fondato l’altro profilo della censura riguardante la posizione del lavoratore “come parte ‘debole’ del rapporto controverso”.

Attenti, comunque, ai facili entusiasmi. Per capire meglio la portata della sentenza è bene leggere il COMUNICATO DELL’UFFICIO STAMPA DELLA CORTE COSTITUZIONALE.