Circolare dell’Assessore alla Funzione Pubblica. Disposizioni per contrastare l’assenteismo sui luoghi di lavoro

Circolare dell’Assessore alla Funzione Pubblica per contrastare l’assenteismo (e frenare il fiorire di circolari estemporanee già diramate da qualche dirigente generale).

Suddetta circolare, in sostanza, ricorda l’osservanza dell’orario di lavoro richiamando le direttive già a suo tempo emanate dal Dipartimento della Funzione Pubblica con la circolare prot.n. 173448 del 23 dicembre 2015 cui rinvia.

La nuova circolare richiama, inoltre, il “Codice di comportamento” dei dipendenti della Regione Siciliana allegato al “Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza per l’anno 2018/2020”, approvato con D.P. a 524 del 31/01/2018, il cui articolo 11, comma 2 espressamente recita “il dipendente utilizza i permessi di astensione dal lavoro, comunque denominati, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge, dai regolamenti, e dai contratti collettivi, ed è tenuto comunque ad informare preventivamente il proprio dirigente nel caso della necessità di abbandono temporaneo del posto di lavoro”.

La circolare rammenta, infine, l’articolo 13 del sopra citato “Codice di comportamento” dei dipendenti della Regione Siciliana recante “Disposizioni particolari per i dirigenti” che al comma 8 attribuisce al dirigente il preciso compito della vigilanza sul rispetto dell’orario di servizio e sulla utilizzazione dei permessi.

 

Laurea, il riscatto diventa flessibile. Solo per i lavoratori dal `96 in poi

Corriere della Sera del 28 novembre 2018

Chi oggi chiede il riscatto della laurea, per andare m pensione prima, farebbe bene a mettersi seduto. Il conto presentato, in termini di contributi da versare, è quasi sempre salatissimo. Per capire: una donna di 40 anni con 11 anni di lavoro alle spalle e un reddito di 36 mila euro lordi l’anno, dovrebbe pagare 65 mila euro. Due anni di stipendio. Pochi se lo possono permettere, molti rinunciano. Ma le regole potrebbero cambiare e il riscatto della laurea potrebbe diventare «flessibile». Cosa vuoi dire? Sarà il diretto interessato a decidere quanti soldi versare all’inps per far valere come lavorativi gli anni di università. Accettando una pensione più bassa se verserà poco. Ma guadagnando comunque quattro o cinque anni, a seconda della durata del suo corso di laurea, verso il traguardo della pensione.

Assenteismo all’assessorato alla Salute in Sicilia: 42 indagati, 11 sono stati arrestati

Ecco fatto. Un gruppo di “furbetti” ha servito su un piatto d’argento l’alibi per dire che le cose vanno a catafascio in Sicilia non per colpa della “mala politica” ma per colpa dell’assenteismo, generalizzando ed estremizzando un fenomeno che invece è, a mio avviso, contenuto.

Fermo restando che si tratta di comportamenti senza dubbio spregevoli che non trovano giustificazione alcuna perché gettano discredito su un’intera categoria (ovviamente se le accuse verranno provate nelle sedi opportune), la pubblica amministrazione si dovrebbe interrogare sulle modalità con cui è stato selezionato gran parte del personale (dirigente e non), se questo viene periodicamente formato e messo nelle condizioni di progredire in carriera mediante selezioni interne. Invece i dipendenti, una volta reclutati, vengono abbandonati in attesa della pensione.

Concessione delle ferie e rinvio ferie residue. Chiesto il rispetto delle regole

Giungono a queste Organizzazioni Sindacali parecchie segnalazioni di lavoratori che lamentano un uso distorto nella concessione delle ferie da parte di taluni dirigenti. Senza volere “scomodare”, in questa fase, la Costituzione, l’art. 45 del vigente CCRL esordisce dicendo che le ferie sono un “diritto” del lavoratore (il dipendente ha diritto….), sono irrinunciabili e non sono monetizzabili. Fermo restando che le ferie vanno concesse tenendo conto delle “esigenze di servizio tenuto conto delle richieste del dipendente”, assistiamo, in molti casi, al diniego verbale di giornate di ferie e, addirittura, delle giornate di festività soppresse (che poi dovranno essere fruite necessariamente entro l’anno magari in periodi non utili al dipendente)….. continua a leggere

Tagli alle liquidazioni dei regionali siciliani. L’allarme di Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna: “Pronti ad aprire contenziosi”

Il taglio delle somme che il Fondo pensioni eroga per anticipare le liquidazioni ai dipendenti della Regione Sicilia rischia di diventare un nuovo terreno di scontro politico. Secondo i sindacati autonomi, infatti, in tre anni verranno a mancare circa 16 milioni per le buonuscite dei regionali. Ed è per questo che vengono avanzate proposte per non penalizzare i lavoratori ed evitare una raffica di contenziosi.

Pagamento anticipo tfs e tfr ai dipendenti e pagamento tfr e tfs ai pensionati

Con l’approvazione dell’assestamento di bilancio, varato in questi giorni all’ARS con un blitz della maggioranza, è stata imposta una pesante sforbiciata alle somme per l’anticipazione delle liquidazioni erogate dal Fondo Pensioni Sicilia.
Circa 16 milioni di euro in tre anni verranno a mancare per le anticipazioni delle buonuscite dei dipendenti regionali.
Riteniamo inaccettabili tali tagli anche nella considerazione del fatto che le disposizioni legislative che prevedono l’istituto delle anticipazioni tengono conto di risorse prelevate nel tempo dagli stipendi dei lavoratori stessi e accantonate sia per l’utilizzo di questo istituto che per il trattamento finale.
Ad aggravare la situazione il fatto che l’Amministrazione ha, nel frattempo, pubblicato gli elenchi dei beneficiari che avevano presentato, a suo tempo, apposita istanza di anticipazione della buonuscita, stilando apposite graduatorie sulla base dei regolamenti vigenti.
Al fine, quindi, di evitare sicuro contenzioso, si chiede di volere immediatamente provvedere a trovare soluzioni alternative per il saldo delle somme dovute al personale.
In alternativa alla soluzione delle risorse dirette in bilancio si propone, eventualmente, di volere procedere a un «prestito ponte» con il Fondo Pensioni, attraverso un anticipo delle somme del trattamento di fine servizio (o fine rapporto) con il rimborso al Fondo Pensioni degli interessi e del capitale a carico del bilancio regionale in base ad apposita rateizzazione di somme comunque dovute ai lavoratori.
Tale ipotesi renderebbe possibile, altresì, mediante l’estensione dello stesso diritto previsto dalle leggi, di potere concedere l’anticipazione del TFR per spese mediche e acquisto prima casa anche al personale assunto dopo il 31\12\2000, cd in regime di TFR e non di TFS.
Si comunica che in mancanza di riscontro da parte del governo regionale alla rivendicazione sindacale sul tema, ci troveremo costretti ad alimentare ulteriore contenzioso da parte dei lavoratori interessati e creditori certi nei confronti dell’amministrazione regionale.
Altresì, si propone che tale prestito ponte con il Fondo Pensioni venga attivato per la liquidazione del tfr e del tfs a tutto il personale posto in quiescenza, eliminando la norma a nostro parere palesemente incostituzionale (in esame proprio in questi giorni alla Corte Costituzionale per tale profilo di incostituzionalità) che posterga in modo sproporzionato il versamento delle somme dovute.
La presente a ogni effetto di Legge.

Via libera a 130 assunzioni in Sas Ma è “giallo” sui nuovi contratti

In arrivo nuove assunzioni nel mondo delle partecipate regionali. La Sas, Servizi ausiliari Sicilia, assumerà dall’albo circa 130 lavoratori fuoriusciti dalle altre partecipate. Saranno chiamati a prestare il proprio lavoro negli uffici regionali per realizzare dei progetti di collaborazione triennale.

Sulla vicenda stamani è intervenuta Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl: “Non si tratta di nuove assunzioni, ma della ricollocazione di lavoratori vittime dei pasticci della politica. Pasticci che, purtroppo, persistono. Ci chiediamo che senso abbia far lavorare persone altamente qualificate per poche ore visto che la Regione ha bisogno della loro professionalità a tempo pieno. Significa mortificare i lavoratori e non aiutare la nostra Isola a crescere”.

Quota 100, le ipotesi. «Prestito ponte» per le liquidazioni degli statali. Gli interessi sarebbero a carico dello Stato

Il Sole 24 Ore del 23 novembre 2018

Una soluzione innovativa. È quella che potrebbe contenere la disciplina speciale con cui verrà definita “quota 100” per il pubblico impiego. Coloro che sceglieranno di ritirarsi con la nuova anzianità (almeno 62 anni d’età e 38 di contribuzione) potrebbero ricorrere a un anticipo bancario del trattamento di fine servizio (o fine rapporto) con il rimborso degli interessi a carico dello Stato.

Attualmente dal momento del collocamento a riposo possono decorrere da un minimo di 12+3 mesi ad un massimo di 24+3 mesi per il primo rateo di tfs/tfr (fino a 50mila euro di importo e fino ad un massimo di tre rate una ogni anno). Per i “quotisti” invece di aspettare oltre due anni si potrebbe aprire la possibilità del prestito-ponte bancario a costo zero.

Per la Consulta la riduzione del 2,5% del TFR è legittima

Di Jastrow (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia CommonsLa metodologia di calcolo del Trattamento di Fine Rapporto adottata dalla Pubblica Amministrazione per determinare la liquidazione dei propri dipendentinon viola alcun principio costituzionale. È quanto stabilisce la sentenza 213/2018 della Consulta. Non vi sarebbero per il Supremo Collegio disparità di trattamento tra coloro che percepiscono il TFR e coloro che, invece, percepiscono il TFS, il Trattamento di Fine Servizio.