Decreto Reclutamento: c’è un tetto alle Progressioni Verticali

Tratto da lentepubblica.it

Il Decreto Reclutamento apporta numerose novità per le assunzioni nel Pubblico Impiego: la riforma prevede l’introduzione di un tetto per le progressioni verticali. Scopriamo di cosa si tratta.


Ricordiamo che il nuovo decreto si pone all’interno del solco tracciato dal PNRR, ed è denominato “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza“.

Le norme vanno dai contratti di apprendistato per la formazione dei giovani diplomati alle modalità per l’assunzione a tempo di tecnici e figure specializzate che andranno sia nelle strutture della governance nel piano sia a supporto degli enti locali.

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Scopriamo invece in questo breve articolo cosa cambia in materia di progressioni verticali, nella fattispecie in riferimento all’introduzione di un tetto per le medesime.

Cosa cambia per le Progressioni Verticali?

In primo luogo sono previsti percorsi di crescita per il personale della Pubblica amministrazione nell’ambito dei quali sono valorizzate:

  • non soltanto le conoscenze tecniche
  • ma anche le competenze di carattere trasversale (manageriale, gestionale, ecc.) che il dipendente abbia maturato nel corso della propria attività lavorativa.

Ad esempio queste sono alcune specifiche per funzionari e dirigenti:

  • Funzionari. Viene istituita dalla contrattazione collettiva nazionale un’ulteriore area per l’inquadramento del personale di alta specializzazione, che si aggiunge alle tre oggi previste.
  • Dirigenti. Sono riattivati i concorsi per l’accesso alla dirigenza di prima fascia (l’alta dirigenza pubblica), previsione introdotta dalla riforma Brunetta del 2009 ma poi disapplicata. Il 50% dei posti sarà riservato agli esterni, il 50% agli interni. Per l’accesso alla dirigenza di seconda fascia, una quota del 70% dei posti a concorso sarà riservata agli esterni (fino ad almeno il 50% si attingerà dal corsoconcorso bandito dalla Scuola nazionale dell’amministrazione). Una quota del 30% sarà invece riservata agli interni, che verranno valutati prioritariamente in base ai risultati lavorativi conseguiti nella Pa.

Decreto Reclutamento: tetto alle Progressioni Verticali

Inoltre, come anticipato, la riforma prevede l’introduzione di un tetto per le progressioni verticali non rapportato alle assunzioni delle singole categorie, ma al totale di quelle programmate.

Pertanto si adotta il seguente schema:

  • le progressioni tra le aree, cosiddette verticali, possono essere attivate nel tetto massimo del 50% dei posti che l’ente programma di coprire, senza il calcolo di tale tetto all’interno delle singole aree o categorie;
  • per gli Enti Locali viene stabilito che ci si debba riferire alle qualifiche diverse.

Poi decade il vincolo concorsuale in favore di una procedura comparativa.

Ad esempio, mutano i criteri e gli elementi da tenere in considerazione nei bandi:

  1. valutazione positiva conseguita negli ultimi 3 anni di servizio
  2. assenza di procedimenti disciplinari
  3. possesso di titoli di studio e professionali aggiuntivi rispetto a quelli richiesti per l’accesso dall’esterno
  4. e riferimento agli incarichi che sono stati assegnati.

In fine si prevede una fase transitoria in cui i contratti dovranno dare corso a reinquadramenti del personale in servizio da almeno 5 anni.


Rinnovo contratto statali 2019-2021. Nella bozza presentata dall’Aran alcuni spunti interessanti e sulla riclassificazione c’è una norma di prima applicazione

Smart working. Le nuove regole nel settore pubblico

Nel settore pubblico il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha già predisposto delle “linee guida” che le amministrazioni sono tenute a rispettare fin quando non entrerà in vigore il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti pubblici che conterrà una regolamentazione specifica sullo smart working.

“In Italia si andrà in pensione a 71 anni”

Lo scenario dipinto dal rapporto Pensions at a glance 2021 dell’Ocse: ”In Italia, il requisito di futura età pensionabile ‘normale’ è tra i più elevati con 71 anni”.

Quota 100 ha i giorni contati e l’orizzonte del tema pensioni rimane ancora più che nebuloso. Nella Manovra 2022 mancano i fondi per una riforma strutturale del sistema previdenziale, con il rischio concreto che l’età pensionabile in Italia continui a crescere, ancora e ancora.

Il governo ignora ancora la valorizzazione del personale interno e lancia la provocazione di concorsi pre-elettorali per esterni

Palermo, 9 dicembre 2021
Mentre a livello nazionale una “norma transitoria” contenuta nel DL 80/2021 permette ai contratti di lavoro di definire tabelle di corrispondenza tra vecchi e nuovi inquadramenti sulla base di esperienza, professionalità maturate ed effettivamente utilizzate dall’amministrazione di appartenenza per almeno cinque anni (anche in deroga al possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso all’area dall’esterno) alla Regione Siciliana, invece, dove si è già aperta la campagna elettorale, dopo decenni di blocco delle carriere si sta procedendo esattamente al contrario.
Il governo regionale, infatti, in base al “Piano dei fabbisogni del personale per il triennio 2020-2022” approvato e integrato con le deliberazioni della Giunta regionale n.551/2020, n. 617/2020 e n.225/2021, ha autorizzato, attesa la grave carenza di personale di tutti i rami dell’Amministrazione regionale, l’espletamento di diverse procedure concorsuali, finanziabili sia con le risorse assunzionali regionali, sia con specifiche disposizioni nazionali. Tra l’altro, al fine di recuperare i ritardi accumulatisi a causa dell’intempestivo licenziamento del Formez, la Regione è tornata sui suoi passi recuperando il rapporto di collaborazione con il Formez (cfr. Deliberazione n. 503 del 25 novembre 2021. “Procedure di concorso per il reclutamento del personale della Regione Siciliana”).
In sostanza starebbero per essere banditi concorsi per migliaia di posti tra istruttori e funzionari con il rischio, se fossero realmente espletati, di saturare la disponibilità dei posti apicali rischiando di lasciare solo le briciole al personale interno e tutto ciò, scandalosamente, per fini meramente elettoralistici.
Il governo, invece, eviti di causare ulteriori sfaceli all’Amministrazione regionale al termine del suo mandato (come avviene da troppi decenni) e, piuttosto che alimentare false promesse, rassicuri il personale interno sulle disponibilità di posti in vista dell’apertura delle trattative sul rinnovo del contratto che, per quanto riguarda il COBAS-CODIR , dovrà, obbligatoriamente, contenere una “norma transitoria” alla stessa stregua di quella inserita a livello nazionale.
Sulle polemiche, poi, relative al salario accessorio dei dipendenti regionali, alimentate in questi giorni da articoli spazzatura e titoloni “fake news”, utili solo a creare alibi a una politica inconcludente, il governo dovrebbe avere il coraggio di prendere una posizione netta rappresentando che i risultati raggiunti sulla spesa dei Fondi Ue Po Fesr (notizia apparsa solo sul sito Euroinfosicilia al link https://www.euroinfosicilia.it/fondi-ue-la-spesa-del-po-fesr-sicilia-e-vicina-al-target-2021/) sono frutto dell’eccellente lavoro svolto dai dipendenti regionali nonostante le carenze strutturali di un’amministrazione non al passo con i tempi rispetto ad altre pubbliche amministrazioni.

Brunetta: alziamo gli stipendi della P.a. per fare concorrenza ai privati

Finora la Pubblica amministrazione “non è stata attrattiva, soprattutto per le figure ad alta specializzazione”, ma questo stato di cose è destinato a cambiare. A dirlo è il ministro Renato Brunetta, che spiega come “la strategia che abbiamo messo in campo è molto articolata” e prevede, tra l’altro, “nuovi contratti” e”retribuzioni più alte”. D’ora in poi, chiarisce, “la competizione con il privato sarà altissima”.


Dopo avere bloccato al suo primo mandato carriere e stipendi dei dipendenti pubblici, non riuscendo a trovare giovani disposti a lavorare per la Pubblica amministrazione, ora Brunetta torna sui suoi passi.
Ma chi dimostra la propria incompetenza non dovrebbe essere più riproposto negli stessi settori.
Nel governo dei “migliori” presieduto da Draghi non funziona così…….
Comunque realizzabilità e coperture della controriforma tutte da verificare.

La guerra allo smart working presenta il conto. Brunetta ha richiamato tutti in ufficio. E ora gli statali sono più a rischio

Renato Brunetta è una persona nota per il suo tempismo. Per intenderci, se fosse vissuto ai tempi del Titanic avrebbe comprato il biglietto per la traversata qualche ora prima del naufragio. E così, già da questa estate, quando il virus sembrava sonnecchiare (ma l’aveva fatto anche l’estate prima e cioè quella del 2020) se ne uscì con una campagna a tamburo battente sul fatto che gli statali dovevano terminare lo smart working per tornare in presenza in ufficio (leggi l’articolo).

La cosa non piacque affatto sia ai lavoratori che ai sindacati, ma in verità neppure al variegato mondo dei virologi che però in quei tempi tacquero accondiscendenti ai desiderata governativi draghiani. Ed infatti, il vero motivo del ritorno in presenza nella pubblica amministrazione è quello dettato dal fatto che l’economia dei bar e dei ristoranti ubicati strategicamente intorno ai ministeri languiva alquanto, anzi era ridotta praticamente a zero. E si sa quanto sia caro a Forza Italia il mondo dei bottegai del tramezzino ed affini…..continua a leggere

Il Censis: L’Italia è l’unico paese Ocse con retribuzioni in calo in 30 anni

Negli ultimi trent`anni di globalizzazione, tra il 1990 e oggi, l`Italia è l`unico Paese Ocse in cui le retribuzioni medie lorde annue sono diminuite: -2,9% in termini reali rispetto al +276,3% della Lituania, il primo Paese in graduatoria, al +33,7% in Germania e al +31,1% in Francia. Lo ricorda il 55mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese.

Concorso Centri per l’impiego Sicilia, bando in Gazzetta il 29 dicembre. Dietrofront della regione sul Formez

L’atteso bando per il concorso nei Centri per l’Impiego in Sicilia sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il prossimo 29 dicembre. Arriva finalmente una data certa da parte della Regione Sicilia per il maxi-concorso, più volte rinviato e per il quale si attendono oltre 100mila candidature.

Secondo il Giornale di Sicilia il bando è stato messo a punto proprio ieri e a curare le selezioni sarà il Formez, dopo la decisione della Giunta regionale di revocare le precedenti decisioni e rinnovare il contratto con il Centro Servizi in house alla Presidenza del Consiglio – Dipartimento della Funzione Pubblica.

Il Formez per questo suo incarico riceverà 471.948 euro dalla Regione, somme che saranno in parte ripagate dal bilancio regionale e in parte dai candidati (sarà necessario il versamento di una quota di partecipazione di 10 euro).

SOTTOSCRITTO ACCORDO all’ARAN SU FORD 2021

PA, 2 DIC 2021

Terminato l’incontro all’Aran con all’ordine del giorno il FORD 2021.
Per non dare ulteriori alibi all’Aran e al governo regionale – nonostante alcune criticità che abbiamo evidenziato in un’apposita dichiarazione a verbale allegata all’accordo stesso – abbiamo sottoscritto insieme a tutte le organizzazioni sindacali.
Ciò è stato possibile in quanto abbiamo registrare un miglioramento della proposta portata al tavolo rispetto all’ultima riunione di novembre: frutto questo della pressione sindacale e dei conseguenti impegni rispettati da parte del gabinetto della Funzione Pubblica per il reperimento delle risorse mancanti (oltre 2milioni di euro) che rivendicavamo, “condicio sine qua non” per la sottoscrizione.
Di seguito copia dell’accordo e nostra dichiarazione a verbale (che sarà formalmente inviata all’Aran domattina).