Sul calcolo della pensione il Cobas/Codir aveva ragione. La quota retributiva va calcolata fino al 31 dicembre 2003

Palermo 24 febbraio 2023
Ci sono voluti ben 2 pareri dell’Ufficio Legislativo e Legale (il cui contenuto è ormai noto benché non pubblicati) per convincere i vertici del Fondo Pensioni Sicilia a recedere dall’intenzione di retrodatare al 31 dicembre 1995 il calcolo della quota retributiva della pensione per i dipendenti regionali appartenenti al c.d. contratto 1 (circa 3000 unità) che avrebbe causato consistenti tagli all’assegno mensile di pensione.
Ricordiamo brevemente la questione: la L.r. 9/15 pubblicata nel S.O. alla Gurs n. 20 del 15/05/2015 ha modificato con l’art. 51 il trattamento pensionistico dei dipendenti regionali del c.d. “contratto 1” (destinatario, cioè, delle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 10 della l.r. n. 21/1986) con decorrenza dall’entrata in vigore della legge.
La sopra citata legge ha, tuttavia, introdotto con l’art. 52 un periodo transitorio (2015-2020) per i dipendenti regionali che avessero chiesto (a domanda da presentarsi entro 180 giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore della presente legge) di essere collocati in quiescenza entro tale periodo, mantenendo, con alcune modifiche e con decurtazioni, il precedente sistema di calcolo (calcolo della quota retributiva fino al 31.12.2003 ma con le più vantaggiose aliquote di rendimento regionali).
Una serie di circolari emanate dal Fondo Pensioni, che si sono succedute alla prima emanata dall’Assessore alla Funzione Pubblica pro tempore, avevano fissato le modalità di calcolo del trattamento pensionistico, sia per il periodo transitorio di cui all’art. 52, sia per il trattamento pensionistico a regime di cui all’art. 51, sotto cui ricadevano le pensioni indirette e di reversibilità ma, soprattutto, le pensioni di tutti coloro che non avrebbero presentato istanza di prepensionamento pur avendone i requisiti, prevalendo la volontà tacita di aderire al nuovo sistema pensionistico. Per queste categorie il Fondo Pensioni ha già applicato, con decorrenza dal 15/5/2015, il nuovo sistema di calcolo della pensione di cui all’art. 51 attraverso l’emissione di centinaia di decreti, calcolando la quota retributiva fino al 31.12.2003 ma con le aliquote di rendimento statali (cfr. circolare del Fondo Pensioni prot. n. 28010 del 14 settembre 2015) nello spirito di quel progressivo avvicinamento al calcolo statale.
Con i due pareri sopra citati l’Ufficio Legislativo e Legale ha confermato la sopravvivenza dell’art. 20 della l.r. 21/2003 con decorrenza del sistema contributivo dal 01/01/2004 anziché dal 01/01/1996.
Tutto è bene quel che finisce bene? Presto per dirlo. Difficile, infatti, non pensare, dietro a questa storia, ad una regia politica alle spalle degli esecutori materiali il cui fine era quello di presentare i consistenti tagli delle pensioni dei dipendenti regionali come contrappeso o agli aumenti dei nostri cosiddetti “onorevoli” o all’aumento del 10% dell’indennità di posizione dei dirigenti generali o, semplicemente, perché Roma lamenta il mancato rispetto dell’accordo Stato-Regione che sembrerebbe, così, valere solo per i dipendenti ma non per i politici.
Una cosa è certa: lassù (nelle stanze del potere) qualcuno NON ci ama ma, ancora una volta, l’incessante azione sindacale del Cobas/Codir ha evitato che venisse perpetrata l’ennesima ingiustizia!
Ciò che conta per il Cobas Codir è il risultato finale per i lavoratori.

Codice Comportamento Dipendenti Pubblici: le novità per il 2023

Tratto da lentepubblica.it

Ecco disponibili tutte le novità che, a partire dal 2023, caratterizzano il nuovo Codice di Comportamento per i Dipendenti Pubblici: si spazia dalla performance ai social, fino ad arrivare al rispetto dell’ambiente.


Un Codice rinnovato e al passo con i tempi, che punta sul divieto di discriminazione sui luoghi di lavoro, su nuovi criteri di misurazione della performance, sulla responsabilità dei dirigenti per la crescita dei collaboratori, su comportamenti ‘green ed uso responsabile dei social media.

Le PA, ad esempio, potranno fare controlli sugli strumenti elettronici in loro dotazione per garantire la sicurezza dei sistemi e dei dati: ma sarà l’AgID, sentito il Garante della Privacy, a scrivere linee guida ad hoc.

Codice Comportamento Dipendenti Pubblici: le novità per il 2023

Lo schema di decreto del Presidente della Repubblica contenente modifiche al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (DPR 62/2013) ha l’obiettivo di modernizzarlo e di adeguarlo al nuovo contesto socio-lavorativo e alle nuove esigenze creata dalla digitalizzazione amministrativa e dalla sostenibilità economica.

Più nel dettaglio, tra le principali novità introdotte nel DPR, compaiono i seguenti punti:

  • responsabilità attribuita al dirigente per la crescita professionale dei collaboratori e per favorirne le occasioni di formazione e le opportunità di sviluppo;
  • misurazione della performance dei dipendenti sulla base del raggiungimento dei risultati e del comportamento organizzativo;
  • divieto di discriminazione basato sulle condizioni personali del dipendente, quali ad esempio orientamento sessuale, genere, disabilità, etnia e religione;
  • le condotte personali dei dipendenti nell’uso dei social media non devono in alcun modo essere riconducibili alla PA di appartenenza o lederne l’immagine ed il decoro

Attenzione viene dedicata anche al rispetto dell’ambiente, per contribuire alla riduzione del consumo energetico e della risorsa idrica, alla riduzione dei rifiuti e al loro riciclo.

Adottato in attuazione di quanto previsto dal cosiddetto decreto legge ‘PNRR 2’ (dl n. 36/2022), il provvedimento integra gli elementi costitutivi della milestone del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicata alla riforma della Pubblica Amministrazione, che dovrà essere conclusa entro il 30 giugno 2023.

Il testo completo dello schema di Decreto

Potete consultare qui di seguito il documento completo.