L’Aran convoca i sindacati per stabilire i criteri per la revoca delle dimissioni. Ma il Cobas non parteciperà

Convocazione AranHanno fanno tutto da soli.

Hanno modificato con effetto retroattivo il sistema di calcolo della pensione introducendo pesanti penalizzazioni per il personale, senza tenere in alcun conto delle obiezioni e dei suggerimenti dei sindacati.

Avrebbero pure predisposto un DDL correttivo, senza minimamente interpellare i sindacati, per correggere la norma approvata in finanziaria che conterrebbe un errore parlando di «trattamento stipendiale complessivo» e non di «retribuzione complessiva».

Ora vorrebbero coinvolgere i sindacati SOLO per stabilire in contrattazione i criteri per la revoca delle dimissioni, in sostanza per stabilire a quali condizioni potere ritirare la domanda di prepensionamento.

Il Cobas/Codir ha già comunicato che non parteciperà ai lavoro per non apporre nessun sigillo a ciò che non condivide.

Convovazione Aran. Il cobas non parteciperà

Riunione Aran. Qualche dettaglio in più in attesa del comunicato ufficiale

Aran-SiciliaQualcuno si è lamentato del ritardo con cui filtrano le notizie attraverso i comunicati ufficiali. Potrebbe sembrare un dettaglio, ma terminare la riunione dopo le 19,30, imbarcarsi “nell’avventura” del ritorno a casa (parlando al telefono) tra i cantieri aperti di Palermo e, dopo cena, rimettersi a scrivere, non è cosa di poco conto.

Scusate lo sfogo. Vado al nocciolo della questione.

Come avrete già appreso dagli sms inviati agli iscritti  e da quanto riportato da qualche quotidiano online che ha raccolto le dichiarazioni dei sindacati al termine della seduta, i sindacati hanno respinto la nuova proposta presentata dall’Aran ritenendola iniqua (nel caso dei “contratto 2” li includerebbe fino al 2020 escludendo gli altri) e penalizzante per il “contratto 1”.

La nuova bozza prevede sempre che per accedere al prepensionamento è necessario il doppio requisito di 61 anni e 7 mesi e una contribuzione minima di 35 anni. È stato, però, inserito il pensionamento al raggiungimento di 40 anni di contributi.

In questa nuova bozza scompare il contributo di solidarietà in relazione al reddito per i dipendenti appartenenti al “contratto 1” ma si parla di decurtazioni in base alla categoria di appartenenza nelle seguenti misure:

  • 4% per il personale della categoria A;
  • 6% per il personale della categoria B;
  • 8% per il personale della categoria C;
  • 10% per il personale della categoria D;
  • 12% per il personale della fascia dirigenziale.

È scomparso l’incremento delle percentuali di cui sopra di un punto percentuale annuo a decorrere dal 1° giugno 2016 ma è rimasto il conteggio effettuato non più sull’ultima retribuzione ma sulla media degli ultimi 5 anni e l’obbligatorietà della presentazione della domanda di pensionamento entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, pena la decadenza dal beneficio del collocamento anticipato in quiescenza e l’applicazione del sistema statale.

La nuova bozza prevede che il beneficio del prepensionamento si applichi ai dipendenti del “contratto 2” che conseguano il requisito (61 anni e 7 mesi e 35 di contributi) dalla data di entrata in vigore della legge e fino al 31 dicembre 2020.

Spero di avere capito bene e di non avere dimenticato nulla, dal momento che non è stato consegnato il nuovo testo di riscrittura.

Domani (oggi) il comunicato ufficiale.

In serata si è appreso che i sindacati saranno ascoltati domani (oggi) dalla I commissione all’Ars sul testo del DDL.

Riunione Aran finita da pochi minuti. Breve aggiornamento in attesa del comunicato ufficiale

Aran-SiciliaConcluso a tarda stasera l’incontro all’ARAN per la riscrittura dell’articolo di legge relativo al pensionamento e al sistema previdenziale dei dipendenti regionali.

Rispetto alla proposta precedente si registra l’accoglimento di alcune richieste.

La nuova proposta prevede che per accedere al prepensionamento è necessario il doppio requisito di 61 anni e 7 mesi e una contribuzione minima di 35 anni.

Non si parla più di decurtazione lineare del 10% del trattamento di pensione e previdenziale (buonuscita) ma è stato introdotto un contributo di solidarietà in relazione al reddito (è stato comunque chiarito che si tratta del trattamento pensionistico e non del reddito familiare), nella seguente misura percentuale:

  • 4% per i redditi fino a 25 mila euro;
  • 6% per i redditi fino a 50 mila euro;
  • 8% per i redditi fino a 70 mila euro;
  • 10% per i redditi fino a 90 mila euro.

È previsto, inoltre, l’incremento delle percentuali di cui sopra di un punto percentuale annuo a decorrere dal 1° giugno 2016.

Per il calcolo è stata introdotta la media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni.

Rispetto alla nuova proposta abbiamo posto l’accento su svariate problematiche di cui si sono chieste modifiche e miglioramenti quali la riduzione delle percentuali del contributo di solidarietà per non penalizzare oltremodo i dipendenti che dovessero fruire del pensionamento anticipato, eliminazione della disparità di trattamento con i colleghi del contratto 2 (gli assunti post legge regionale 21/1986) estensione della norma agli enti regionali, la salvaguardia dei diritti maturati qualora i contingenti di fuoriuscita dovessero essere bloccati, etc.

Posta, inoltre, la pregiudiziale per l’avvio del tavolo per la riclassificazione e il rinnovo contrattuale.

Domani sarà pubblicato il comunicato congiunto con le determinazioni che verranno assunte.

Dopo le direttive arriva la convocazione dell’Aran

Convocazione AranInizieranno giovedì 26 marzo le riunioni presso l’Aran Sicilia per cercare di trovare un accordo sulle materie che riguardano le norme sul personale.

Se si dovesse raggiungere l’intesa, il governo si è impegnato ad emendare il testo della finanziaria.

Certo con le direttive il governo non si sforzato più di tanto. Esse dicono tutto e il contrario di tutto e questo è il motivo principale per cui non ho voluto esprimere alcun commento o valutazione che potrebbe essere smentiti nei fatti.

L’equiparazione agli statali passerà dalla trattativa con l’ Aran

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IL PRESIDENTE Rosario Crocetta, in pieno stile renziano, l’ha ribattezzata “Sblocca Sicilia”, ma la Finanziaria varata ieri a Catania dalla sua giunta resta soprattutto quella dei tagli e del tentativo di far dimagrire un moloch Regione che ormai non si regge più sulle gambe. E fra sforbiciate, accorpamenti e soppressioni spicca una serie di misure che potranno portare alla fuoriuscita di qualcosa come settemila stipendiati nei prossimi cinque anni. Si tratta di 754 dirigenti, 1.770 dipendenti, 3.800 forestali delle varie tipologie, oltre a più di un centinaio dipendenti dei Consorzi di bonifica e dell’ Ente di sviluppo agricolo e a circa 500 del Corpo forestale. Infine, un taglio di poltrone e incarichi di sottogoverno.

In finanziaria anche le norme sul personale che verranno emendate solo se il confronto Aran-sindacati porterà risultati

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Al momento tagli e adeguamenti al contratto degli statali rimangono e con le finestre per la fuoriuscita, da qui al 2020, potranno andarsene in 2400 fra dirigenti e funzionari.

Il testo prevede tutte le norme che tagliano privilegi ai regionali e riformano le pensioni. È il cuore della manovra. Che punta su un allineamento delle future pensioni agli standard economici nazionali dal 2016. Il taglio corrisponde al 20% e riguarda 7.500 dipendenti che negli anni hanno mantenuto una quota della pensione da calcolare col più vantaggioso metodo retributivo (basato sull’ultima busta paga e non sui reali contributi versati).

Il mio punto di vista sul protocollo d’intesa e l’avvio della trattativa all’Aran

Protocollo di intesaLeggo su facebook i commenti di tanti colleghi inkazzati per la sottoscrizione del protocollo d’intesa che apre una trattativa all’Aran sulle materie che riguardano il personale.

Non entro nel merito dei 7 punti elencati nel protocollo d’intesa. Volevo solamente porre alla vostra attenzione su un paio di aspetti che vi invito a valutare attentamente.

Il primo aspetto riguarda l’opportunità di effettuare lo sciopero dopo l’apertura del governo a trattare.

A fronte di tanti inkazzati che stasera hanno scritto di tutto e di più (accordi sottobanco, inciucio, baratto con i permessi sindacali, etc.), vi posso assicurare che ve ne sarebbero stati altrettanti che avrebbero criticato ferocemente i sindacati per non avere, quanto meno, ascoltato le proposte del governo e i margini di trattativa. Tantissimi avrebbero scritto che siamo oltranzisti; che vogliamo la prova di forza; che se lo sciopero fallisce per scarsa partecipazione potrebbe essere un boomerang che farebbe dire al governo che la maggioranza dei dipendenti regionali è d’accordo con lui; che siamo d’accordo con il governo per fargli risparmiare i soldi della giornata di sciopero, etc.

Il secondo aspetto è organizzativo. Vi ricordo, infatti, che prima di unificare le proteste con i sindacati confederali, lo sciopero era stato convocato solo da Cgil, Cisl e Uil per il 20 marzo. Gli autonomi avevano convocato l’assemblea sit-in per il 17 marzo e avevano, successivamente, aderito allo sciopero.

Se la Cisl, che aveva convocato lo sciopero assieme a Cgil e Uil, dichiara al tavolo che lo sciopero è sospeso. a noi non è rimasto che prenderne atto.

A quel punto abbiamo preteso che il documento fosse più preciso (vedi aggiunte a penna) e lo abbiamo sottoscritto.

La sospensione dello sciopero fa tornare in auge la strategia che voleva mettere in campo il Cobas/Codir assieme agli altri autonomi: proclamare lo sciopero in concomitanza con i lavori parlamentari qualora la trattativa dovesse naufragare.

Per quanto mi riguarda e ci riguarda, non c’è nessun atteggiamento dilatorio o accordo sottobanco con il governo.

Sarete informati passo passo dell’andamento della trattativa all’Aran che dovrà concludersi entro il 10 aprile (abbiamo preteso che il termine fosse scritto nell’accordo) e avremo più tempo per organizzare uno sciopero in concomitanza con l’inizio dei lavori parlamentari.