L’ipotesi, abbastanza verosimile, sarebbe stata avanzata da BlogSicilia secondo cui a garantire la sopravvivenza al governo, per assurdo, saranno proprio i guai di bilancio e la strategia, ormai disegnata, per creare una situazione di continua emergenza in modo da non consentire quel minino tre mesi di stop necessari ad indire nuove elezioni.
A Pozzallo, nel Ragusano, l’ultimo stipendio pagato ai dipendenti del Comune risale al mese di maggio. Trenta giorni di ritardo si registrano anche a Pachino, nel Siracusano, mentre in provincia di Agrigento, a Favara e Aragona, le prime difficoltà finanziarie rischiano di far slittare le buste paga di agosto.
È così che la crisi di liquidità dei Comuni siciliani si sta espandendo a macchia d’olio colpendo quella categoria dei dipendenti pubblici che fino ad oggi sembrava blindata.L’assessore al Bilancio, Alessandro Baccei, ha già aperto un tavolo tecnico alla Regione che coinvolge tutti i dipartimenti e quindi tutti i settori dell’economia, che ben presto rischiano di essere interessati dallo stesso problema. Negli uffici della Formazione e istruzione, ad esempio, il dirigente generale Gianni Silvia ha già scritto a Baccei spiegando che se non potrà spendere i fondi comunitari, sarà costretto a rinviare i progetti di edilizia scolastica o il pagamento del buono scuola.
La questione è legata ai mancati trasferimenti dei fondi regionali. Ma attenzione, non è dovuta a una mancanza di liquidità, di soldi. Lo stop ai trasferimenti è imposto da una regola chiamata patto di stabilità. Si tratta di un limite alla spesa della pubblica amministrazione introdotto nel 1997 a livello europeo per migliorare i bilanci dei Paesi membri. Nel tempo, però, questo vincolo è diventato troppo stringente e ormai da qualche anno, a partire dall’estate, gli enti locali si trovano in difficoltà perché pur avendo soldi in cassa non possono spenderli pena sanzioni salatissime.
La Regione chiude i rubinetti per non sforare il patto di stabilità.
Regione al verde, saltano i finanziamenti ai Comuni. E i sindaci rischiano di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti già da questo mese. È emergenza negli enti locali e l’unica cosa certa al momento è che le soluzioni-tampone che la giunta Crocetta sta mettendo in campo non riusciranno a garantire tutti i fondi necessari a finanziare le spese previste fino a fine anno. 11 problema è che l’assessorato regionale agli Enti locali, che eroga i finanziamenti ai Comuni e alle Province (ora Liberi Consorzi), già dal mese scorso ha raggiunto il limite di spesa previsto dal patto di stabilità. Tranne una piccola quota di finanziamenti per i precari, accantonata per tempo, non ci sono più margini per pagare alcunché.
L’Istat, diffondendo la stima preliminare del Pil, ha certificato che nel secondo trimestre l’economia è cresciuta di un modesto +0,2%.
Persino la Grecia, a un passo dal default, cresce più di noi.
È una ripresa per i fondelli, perché il governo continua a vantare successi che non ci sono.
Poco fa Renzi aveva dichiarato che l’aumento dei contratti a tempo indeterminato indica che il Jobs Act ha generato occupazione. Ma ciò era una presa per i fondelli perché mentre questi contratti, dotati di un sostanzioso sgravio contributivo sono aumentati, gli altri sono diminuiti di più.
Sicuramente pesano i fattori esterni (dalla crisi greca al rallentamento cinese), visto che anche il resto d’Europa non fa molto meglio; ma le difficoltà di ripresa erano già evidenti negli ultimi dati macro. E se il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi vede una conferma della ripresa che non c’è, il Ministero dell’economia rassicura: riforme strutturali e politica economica favoriranno l’accelerazione.