Il bilancio dissestato della regione salverà la legislatura?

L’ipotesi, abbastanza verosimile, sarebbe stata avanzata da BlogSicilia secondo cui a garantire la sopravvivenza al governo, per assurdo, saranno proprio i guai di bilancio e la strategia, ormai disegnata, per creare una situazione di continua emergenza in modo da non consentire quel minino tre mesi di stop necessari ad indire nuove elezioni.

Comuni siciliani senza soldi. Stop agli stipendi. Ora la Regione chiede aiuto a Roma

Comuni a secco
Giornale di Sicilia del 15 agosto 2015. Per scaricare l’articolo dalla rassegna stampa Ars clicca sopra l’immagine

A Pozzallo, nel Ragusano, l’ultimo stipendio pagato ai dipendenti del Comune risale al mese di maggio. Trenta giorni di ritardo si registrano anche a Pachino, nel Siracusano, mentre in provincia di Agrigento, a Favara e Aragona, le prime difficoltà finanziarie rischiano di far slittare le buste paga di agosto.

È così che la crisi di liquidità dei Comuni siciliani si sta espandendo a macchia d’olio colpendo quella categoria dei dipendenti pubblici che fino ad oggi sembrava blindata. L’assessore al Bilancio, Alessandro Baccei, ha già aperto un tavolo tecnico alla Regione che coinvolge tutti i dipartimenti e quindi tutti i settori dell’economia, che ben presto rischiano di essere interessati dallo stesso problema. Negli uffici della Formazione e istruzione, ad esempio, il dirigente generale Gianni Silvia ha già scritto a Baccei spiegando che se non potrà spendere i fondi comunitari, sarà costretto a rinviare i progetti di edilizia scolastica o il pagamento del buono scuola.

La questione è legata ai mancati trasferimenti dei fondi regionali. Ma attenzione, non è dovuta a una mancanza di liquidità, di soldi. Lo stop ai trasferimenti è imposto da una regola chiamata patto di stabilità. Si tratta di un limite alla spesa della pubblica amministrazione introdotto nel 1997 a livello europeo per migliorare i bilanci dei Paesi membri. Nel tempo, però, questo vincolo è diventato troppo stringente e ormai da qualche anno, a partire dall’estate, gli enti locali si trovano in difficoltà perché pur avendo soldi in cassa non possono spenderli pena sanzioni salatissime.

Casse dei Comuni vuoti. Esaurito il budget annuale. Salteranno gli stipendi

Comuni senza soldi
Giornale di Sicilia del 14 agosto 2015. Per scaricare l’articolo dalla rassegna stampa Ars clicca sopra l’immagine

La Regione chiude i rubinetti per non sforare il patto di stabilità.

Regione al verde, saltano i finanziamenti ai Comuni. E i sindaci rischiano di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti già da questo mese. È emergenza negli enti locali e l’unica cosa certa al momento è che le soluzioni-tampone che la giunta Crocetta sta mettendo in campo non riusciranno a garantire tutti i fondi necessari a finanziare le spese previste fino a fine anno. 11 problema è che l’assessorato regionale agli Enti locali, che eroga i finanziamenti ai Comuni e alle Province (ora Liberi Consorzi), già dal mese scorso ha raggiunto il limite di spesa previsto dal patto di stabilità. Tranne una piccola quota di finanziamenti per i precari, accantonata per tempo, non ci sono più margini per pagare alcunché.

Crescita dello 0,2%. Ma la propaganda renziana parla di ripresa che, anche secondo Confindustria, non c’è

L’Istat, diffondendo la stima preliminare del  Pil, ha certificato che nel secondo trimestre l’economia è  cresciuta di un modesto +0,2%.

Persino la Grecia, a un passo dal default, cresce più di noi.

È una ripresa per i fondelli, perché il governo continua a vantare successi che non ci sono.

Poco fa Renzi aveva dichiarato che l’aumento dei contratti a tempo indeterminato indica che il Jobs Act ha generato occupazione. Ma ciò era una presa per i fondelli perché mentre questi contratti, dotati di un sostanzioso sgravio contributivo sono aumentati, gli altri sono diminuiti di più.

Sicuramente pesano i fattori esterni (dalla crisi greca al rallentamento cinese), visto che anche il resto d’Europa non fa molto meglio; ma le difficoltà di ripresa erano già evidenti negli ultimi dati macro. E se il presidente di Confindustria  Giorgio Squinzi vede una conferma della ripresa che non c’è, il Ministero dell’economia rassicura: riforme strutturali e  politica economica favoriranno l’accelerazione.