I diecimila impiegati “nascosti” della Regione che perde fondi per mancanza di personale

Foto sit-in 3Scrive Repubblica: In periferia il doppio dei dipendenti delle sedi centrali.

Basta dare un’occhiata alla grande mappa degli uffici regionali per rendersi conto dell’assurdità della dislocazione del personale nel corso degli anni, magari con l’aiutino del politico di turno nel far trasferire il dipendente amico. Qualche esempio? Al Centro per l’impiego di Castelvetrano lavorano in 78, in quello di Casteltermi- m in 40. All’ex condotta agraria di Mussomeli sono in 27, al museo di Terrasini in 48, in quello di Mistretta ben 22.

Trasferimenti dei regionali, il governo accelera

ScioperoAl problema del personale carente negli uffici strategici della Regione è infatti legata la difficoltà della spesa dei fondi comunitari e l’attuazione di tutta una serie di progetti.

Il 10 settembre inizierà la trattativa all’Aran sui trasferimenti.

A giugno l’Aran ha trasferito una nuova bozza di accordo. Da questo testo di sei pagine ripartirà la contrattazione, il prossimo 10 settembre, per provare questa volta a raggiungere un’intesa. Il testo prevede che i dipendenti, in caso di interpello andato a vuoto, possano essere rapidamente trasferiti d’ufficio in altra struttura anche senza il coinvolgimento dei sindacati, nel raggio di massimo cinquanta chilometri, tenendo conto del titolo di studio posseduto, della formazione professionale acquisita presso l’amministrazione regionale, della minore anzianità di sede, dell’ età anagrafica e del carico familiare.

Esposto di Armao alle procure contabili e penali. Disattese le norme sul personale

Esposto di Armao alle procure contabili e penali
Giornale di Sicilia del 27 agosto 2015.

L’ex assessore Armao si è rivolto al procuratore regionale della Corte dei Conti e al procuratore della Repubblica di Palermo per segnalare la mancata applicazione da parte del governo regionale della normativa sulla distribuzione territoriale del personale della regione contenuta nella finanziaria del 2012, in particolare l’art. 11 della legge 26 del 2012 che consente alla giunta di realizzare trasferimenti d’ufficio del personale dell’amministrazione regionale da un assessorato all’altro, senza limitazioni chilometriche.

Per garantire l’attuazione di questa disposizione -dice Armao – basta l’informazione alle organizzazioni sindacali, senza che sia necessaria alcuna forma né di concertazione né di contrattazione.


A mio modesto parere la tesi sostenuta dall’avvocato Armao parte da un errore di fondo che riguarda la corretta individuazione della figura del datore di lavoro.

L’art. 1 bis della legge 16 gennaio 2012, n. 9, introdotto dall’art. 11, comma 3, della legge regionale 9 maggio 2012, n. 26 recante: – Mobilità interna – prevede che:

1. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10, su richiesta del datore di lavoro, sono tenuti ad effettuare la prestazione in luogo di lavoro e sede diversi sulla base di motivate esigenze, tecniche, organizzative e produttive.

2. Nell’ambito dell’esercizio del potere datoriale di cui all’articolo 2103 del codice civile l’Amministrazione regionale individua i criteri generali, oggetto di informativa preventiva ai sensi dell’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Quindi, in buona sostanza:

  1. La mobilità introdotta dall’art. 11, comma 3, della legge regionale 9 maggio 2012, n. 26 riguarda quella infradipartimentale, cioè all’interno di ciascun dipartimento. Datore di lavoro è, infatti, il dirigente generale di ciascun dipartimento e non il presidente della regione.
  2. Per suddetta mobilità l’amministrazione regionale ha individuato i criteri generali oggetto di informativa preventiva ai sindacati. Scarica la circolare prot. 173386 del 27 dicembre 2012 – Individuazione criteri generali mobilità d’ufficio infra-dipartimentale

Musei zeppi di dipendenti. L’assessore vuole trasferirli

Terrasini-Palazzo-d'Aumale-bjs2007-01.jpgDopo quella del ricorso a esterni per mandare avanti i progetti europei, nonostante nel suo assessorato lavorino oltre 3 mila dipendenti, il responsabile dei Beni culturali Antonio Purpura è pronto a lanciare una nuova sfida per cercare di trasferire il personale ammassato in piccoli musei a non far nulla.

Al museo di Terrasini, che ospita la mostra permanente del carretto siciliano e diversi reperti archeologici di epoca romana ritrovati in mare, lavorano in 48.

Ma a fronte di questa mole di stipendi nel 2014 le visite sono state appena 6.601, per un incasso di 6.118 euro.