I regionali non vogliono spostarsi? Sul flop degli atti di interpello si continua a mentire

Uffici paralizzati. Nessuna adesione all'atto di interpello. E c'è anche chi non lavora
Giornale di Sicilia del 18 agosto 2015. Per scaricare l’articolo dalla rassegna stampa Ars clicca sopra l’immagine

Sugli atti di interpello che vanno deserti perchè i regionali preferiscono lavorare sotto casa, governo e politici in genere continuano a mentire.

Nessuno, infatti, mette in evidenza il fatto che, anche in caso di adesione all’interpello, è sempre necessario il nulla osta del dirigente generale dell’ufficio di appartenenza che, difficilmente, è portato a concederlo, soprattutto quando si tratta di professionalità di cui non intende privarsi.

Consci di ciò, in tanti rinunciano, in partenza, a presentare l’istanza. Probabilmente il governo cerca un alibi per continuare a ricorrere agli esterni e all’assistenza tecnica che, in tanti settori chiave, sta soppiantando il personale regionale.

Per il solito Sunseri, la regione rischia la paralisi per colpa dei fannulloni. Qualcuno gli spieghi come funziona l’atto di interpello

Sunseri. Finalmente si ammette l'inammissibile
Giornale di Sicilia del 18 agosto 2015. Per scaricare l’articolo dalla rassegna stampa Ars clicca sopra l’immagine

Caro Sunseri, anche in caso di adesione all’interpello, è sempre necessario il nulla osta del dirigente generale dell’ufficio di appartenenza che, difficilmente, è portato a concederlo, soprattutto quando si tratta di professionalità di cui non intende privarsi.

Philippe Daverio: “Direttori stranieri ai musei? È pressapochismo del governo

Philippe Daverio - discorso - Capo di Ponte (Foto Luca Giarelli)Sulla nomina dei sette direttori stranieri destinati a guidare altrettanti musei pubblici italiani, Philippe Daverio (critico d’arte) nutre una opinione chiara quanto tagliente: “È il risultato dell’insipienza del ministero per i Beni culturali che non ha organizzato concorsi e non ha formato carriere in Italia. Una leggerezza pressapochista.

Direttori stranieri per i musei? Speriamo di avere presto anche un governo straniero

Interior de la Galleria degli Uffizi de FlorènciaCon la disoccupazione giovanile al 44,2% (dati di luglio) e con tanti giovani capaci e plurilaureati (a cominciare dai nostri figli) costretti a trasferirirsi all’estero, il governo Renzi, invece di valorizzare o, comunque, di dare un’opportunità ai tanti giovani italiani che non riescono a trovare occupazione in Italia, pensa bene di nominare, tra i 20 direttori di museo, 7 stranieri (3 tedeschi, 2 austriaci, 1 britannico e 1 francese).

Così con i musei stranieri pieni di opere d’arte italiane e il governo Renzi riempie i musei italiani con direttori importati dall’estero, uno spregio agli esperti d’arte italiani che potrebbero ricoprire benissimo gli incarichi prestigiosi oggi assegnati ad altri.

Visti i risultati della politica italiana, sarebbe forse meglio affidare agli stranieri il governo dell’Italia.

Riuscirebbero a fare peggio?

Ne dubito.

Professori, la guerra tra poveri il precario sorpassa il fuori sede

Professori. La guerra tra i poveri
Repubblica del 18 agosto 2015. Per scaricare l’articolo clicca sopra l’immagine

Professori di ruolo, fuori sede da anni, contro i precari che ambiscono quest’anno al posto fisso sull’onda della “buona scuola” di Renzi. Precari da venti anni nelle graduatorie a esaurimento a confronto con i giovani risultati idonei dal concorso 2012 che adesso hanno la precedenza nella famosa fase “B” della nuova legge. E ancora gli abilitati del Tfa (tirocinio formativo attivo) rimasti completamente fuori dal piano straordinario di assunzioni che chiedono a gran voce di rientrare in qualche modo. Il primo effetto della “Buona scuola”, prima ancora del temuto esodo dalla Sicilia, è una guerra fra poveri.