Alla Regione pratiche ferme e nessuno paga
Doveva essere la riforma delle riforme.
Con la firma di un magistrato prestato alla politica e la forza di un’approvazione unanime dell’Ars. Eppure, a distanza di quattro anni, la legge di riordino della burocrazia regionale voluta da Caterina Chinnici ( allora assessore, oggi eurodeputata del Pd) è una norma tradita. Non attuata o semplicemente applicata a misura non dell’utente ma dei colletti bianchi. E ora destinata a subire una profonda rivisitazione da parte del governo Crocetta e, in particolare, del responsabile della Funzione pubblica Giovanni Pistorio. Il cuore della riforma Chinnici era, è, la previsione tassativa, per la prima volta, dei tempi massimi di espletamento delle varie procedure amministrative.