Lettera di diffida del Cobas/Codir nei confronti del Giornale di Sicilia

Lettera al Giornale di Sicilia 23 settembre 2015
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Ancora una volta il quotidiano “Giornale di Sicilia” pubblica, nell’edizione odierna, notizie destituite di qualsiasi fondamento circa la trattativa Aran/Sindacati in corso in questi giorni: il caso è quello delle problematiche legate alla cosiddetta mobilità del personale, all’utilizzazione delle risorse del Famp 2015 e sulla riduzione delle prerogative sindacali. Il cronista, infatti, supportato dall’editoriale, a dir poco parziale, del sig. Lelio Cusimano, pubblica notizie difformi da quanto realmente accaduto e da quanto realmente vissuto da chi ha partecipato ai tavoli di contrattazione con il risultato di “mettere alla gogna mediatica” un’intera categoria di lavoratori e dei loro dirigenti sindacali.

Ecco o la frase incriminata: “quando è arrivato il momento di discutere della mobilità obbligatoria dei dipendenti, i sindacati, tutti tranne la Cisl, si sono alzati e hanno lasciato l’Aran” lasciando chiaramente intendere che i sindacati hanno voluto sottrarsi al confronto. Nella realtà dei fatti nessun sindacato ha mai abbandonato il tavolo ma, il “tavolo”, in assoluto comune accordo tra le parti, è stato sospeso per una riflessione di 24 ore sulle questioni”.

Rottura con la Regione. Bocciato iI piano per la mobilità dei dipendenti

I sindacati dicono no ai trasferimenti
Giornale di Sicilia del 23 settembre. Per scaricare l’articolo dal sito dell’Ars, clicca sopra l’immagine

Pistorio annuncia: verrà varato ugualmente.

Da venerdì dovrebbe essere possibile trasferire qualsiasi dipendente entro i 50 km e senza l’atto di interpello, che presuppone un consenso (mai arrivato) dell’interessato.

Il regolamento che Pistorio firmerà è quello annunciato da giorni e sottoposto ieri ai sindacati dall’Agenzia per la contrattazione. Prevede che ogni volta che un dirigente manifesti la necessità di avere più personale, del caso venga investita la giunta.

Il governo darà mandato al Capo del Personale di individuare i funzionari idonei in base a categoria, qualifica, curriculum e anche distanza dal luogo di lavoro, anzianità e carichi di famiglia. Ma queste griglie di papabili potranno essere sostituite in casi motivati da un elenco predeterminato in cui il dirigente richiedente indica per nome i dipendenti di cui ha bisogno: e saranno quelli a essere trasferiti, sempre che in giunta non sorgano opposizioni.

Trasferimenti. Solo la Cisl apre sulla mobilità

Trasferimenti. Solo la Cisl apre sulla mobilità
Giornale di Sicilia del 22 settembre. Per scaricare l’articolo dal sito dell’ars clicca sopra l’immagine

Le bozze sono state messe nero su bianco ieri. E se la Cisl, salvo alcuni «aggiustamenti», vede bene la proposta, Cgil, Uil e autonomi alzano gli scudi.

«Se sul Famp – dice Enzo Abbinanti (Fp Cgil) – l’accordo è possibile, sulla mobilità è stato confezionato un pacchetto di criteri che di fatto demandano tutto ai dirigenti e alla giunta. A queste condizioni la mobilità non la firmiamo. La proposta parla di criteri da applicare ai trasferimenti che restano solo enunciati perchè poi tutto è demandato ai dirigenti generali. Riseptto alle proposte precedenti non c’è stato alcun miglioramento».

Ancora più critico il segretario generale del Cobas-Codir, Marcello Minio. La linea del sindacato autonomo è ancora più dura, con un no sia al Famp che alla regolamentazione della mobilità. «Non possiamo accettare che 15 milioni vengano sottratti ai lavoratori e dati alla disponibilità dei dirigenti – dice Minio -. Per quanto riguarda la mobilità non è stato fatto nessun passo avanti: non vengono fissati criteri certi, la possibilità di trasferire i dipendenti è demandata ai dirigenti generali, ossia alla politica. Resta un margine troppo ampio di discrezionalità. I criteri sono contraddittori. Anche il limite dei 50 chilometri, applicato a livello nazionale, è inapplicabile in Sicilia per le difficoltà degli spostamenti nell’Isola. Avevamo chiesto che i 50 chilometri fossero considerati fra andata e ritorno, ma non siamo stati ascoltati. A queste condizioni non ci stiamo».

Accordo Famp 2015 e bozza accordo mobilità

Accordo famp 2015-1
Per scaricare l’accordo clicca sopra l’immagine

Oltre alle estrapolazioni a monte previste dall’art. 89 comma 3 del CCRL 2002-2005 (Beni Culturali, Forestale e Sede di Roma), sono state accantonate a monte risorse per i seguenti dipartimenti:

  1. Dipartimento della Funzione Pubblica (€ 500.000,00 per i servizi di mobilità e per i servizi trasversali resi a vantaggio dell’intera Amministrazione);
  2. Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti € 825.000,00 complessivi ( 750.000,00 destinati al personale a tempo indeterminato e € 75.000,00 destinati al personale a tempo determinato);
  3. Dipartimento regionale dell’Energia 12.976,00 per il pagamento dell’indennità di polizia giudiziaria;
  4. Dipartimento regionale per la Pianificazione strategica € 100.000,00;
  5. Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico € 30.000,00;
  6. Dipartimento regionale della Protezione civile € 120.000,00 per l’indennità di turnazione del personale addetto alla Sala operativa regionale integrata (SORIS);
  7. Dipartimento regionale del Lavoro, dell’impiego, dell’orientamento dei servizi e delle attività formative € 150.000,00 per l’attribuzione dell’indennità di tutela e vigilanza agli ispettori del lavoro.

 

Mobilità

La proposta di accordo sulla mobilità che lascia ampio spazio alla discrizionalità (intuitu personae) dei dirigenti generali che possono individuare nominativamente i dipendenti da trasferire in base anche alla loro capacità professionale (?!).

Il timore è che ogni dipartimento abbia già pronta la propia “Schindler’s List”.

Inaccettabile è, poi, la distanza di 50 km per un territorio, come quello siciliano, che ha una asse viario che si sta sbriciolando giorno dopo giorno e un sistema di trasporto pubblico fermo al dopoguerra.

A ciò si aggiunga il fatto che il possesso del titolo di studio che non viene preso in considerazione nè ai fini di carriera nè ai fini del riscatto (un dipendente del comparto che volesse riscattare la laurea è costretto a sborsare una cifra esorbitante, niente a che vedere con l’importo irrisorio richiesto per il riscatto della laurea da parte dei dirigenti) viene considerato titolo preferenziale ai fini del trasferimento.

La proposta di accordo non prevede, inoltre, quello che dovrebbe essere il principio fondante alla base di un accordo sulla mobilità del personale e cioè la rilevazione dei fabbisogni di personale e la programmazione triennale. Senza di ciò il personale rischia di diventare una trottola, una pedina da muovere secondo i capricci di qualche dirigente generale.