Mobilità, famp e taglio permessi sindacali. Dall’Aran ancora nessuna bozza

All’assessore interessa solo uscire sui giornali?

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Palermo, 21 settembre 2015

Continua ancora questo sporco gioco delle parti nel quale, in un immaginario collettivo artatamente manipolato, chi sta dalla parte del governo è il buono e chi sta dalla parte dei lavoratori sono i cattivi?

Il COBAS/CODIR, in ogni caso, non ci sta e denuncia pubblicamente la responsabilità dell’Amministrazione nel non avere inviato, ancora oggi, alle organizzazioni sindacali, le ipotesi di accordo da sottoscrivere, eventualmente, durante la seduta prevista per domani all’ARAN Sicilia.

FORSE È FATTO APPOSTA PER POI COLPEVOLIZZARE SUI GIORNALI, COME L’ULTIMA VOLTA, I SINDACATI CHE FAREBBERO OSTRUZIONISMO?

I sindacati, invece, hanno diritto a ricevere, in tempo utile, le ipotesi di accordo per poterle valutare e, eventualmente, suggerire taluni miglioramenti vista l’importanza delle argomentazioni trattate.

Se queste bozze non sono state ancora inviate (nonostante ci fosse stato l’impegno che sarebbero state inviate entro venerdì scorso) è forte il sospetto che non si voglia dare il tempo necessario per studiare tutti gli aspetti giuridici che tali accordi comportano.

Comunque vada a finire questa vergognosa situazione, non accetteremo passivamente di finire su certa stampa asservita e in malafede, accusati di essere condottieri di falsi privilegi e di un inesistente fannullonismo ma continueremo, con crescente impegno, a denunciare pubblicamente, tutte le nefandezze, le ipocrisie e gli atteggiamenti mistificatori di questa classe politica corrotta e inefficiente.

Ottimo articolo di Attilio Bolzoni su Repubblica che analizza i recenti avvenimenti all’interno di Confindustria dopo le dichiarazioni di Venturi e le dimissioni di Cicero

I silenzi e le ipocrisieQUELLA che si vuole fare apparire, con molta ambiguità, come una «guerra di potere » dentro Confindustria siciliana non è altro che la diffusione obbligata dell’ultima impostura. Quello che le voci provenienti dal cerchio stretto di Antonello Montante presentano come una sorta di misterioso regolamento di conti interno (magari per prendere d’assalto la presidenza dell’associazione, o chissà per quali altri inconfessabili scopi) in realtà è una storia semplice al suo naturale epilogo.

Le cronache di questi giorni hanno esposto i fatti nascondendoli, mascherandoli. Un fatto accuratamente celato dall’informazione, per esempio è il passo che hanno compiuto Marco Venturi e Alfonso Cicero chiedendo un incontro con i magistrati che indagano su Montante….continua a leggere


L’antefatto

In un’intervista Marco Venturi lancia pesanti accuse a Montante e alla rivoluzione antimafia degli industriali. Sullo sfondo l’incertezza sull’incarico di Cicero all’Irsap. Romano chiede l’audizione dell’imprenditore in commissione Antimafia.

Era appena stato nominato commissario dal governatore, ma ha preferito fare un passo indietro: “Sono stato lasciato solo”. Il governatore: “Attacco ingiusto e dimissioni irricevibili, lo convocherò personalmente. Le sue affermazioni sono gravi e interessate”.

Vicenda Colosseo. L’opinione di Michele D’Amico

Colosseo 1Scrive Michele D’Amico: “Quanto accaduto dinanzi la soglia dell’Anfiteatro Flavio è solo un pretesto, l’epilogo di una fase del braccio di ferro di cui innanzi. La leggerissima goccia che ha fatto traboccare il vaso si è riversata con una pesantezza infinita e non è parso vero al governo nazionale, ai suoi adulatori e detrattori di diritti, cogliere l’occasione per potere intervenire e agire con determinazione utilizzando strumenti spropositati e tipici non di uno Stato di diritto bensì di uno Stato di Forza, di uno Stato che non ha nella propria struttura il dialogo, che non intende risolvere i veri problemi che pervadono il mondo del lavoro – contratti non rinnovati da quasi un decennio, insufficienti risorse destinate alla cultura, insufficiente personale da destinare alla salvaguardia del patrimonio culturale, parte della normativa del lavoro ormai arcaica, altra invece recente, ma non attuata perché, anche in questo caso, la politica decide di non allocare risorse – salvo poi intervenire, giustificandone l’azione, erodendo diritti sull’onda mediatica delle proteste di coloro che hanno subìto l’applicazione di un diritto riconosciuto dall’attuale normativa sindacale”….continua a leggere