Russo denuncia per stalking giornalisti e conduttori televisivi

Repubblica del 2 dicembre 2017

Russo non ce la fa più. Si sente sotto assedio. I cronisti lo tempestano di telefonate, gli fanno la posta sotto casa, cercando di bloccarlo per strada. E allora Pier Carmelo Russo, già assessore nella giunta Lombardo, ha deciso di passare al contrattacco: denunciando per stalking giornalisti e conduttori televisivi, persino – direttamente – il gruppo Mediaset. L’ha già fatto tre volte: «E non escludo che ci saranno altre azioni giudiziarie».

Pensioni: legittimo il blocco della perequazione automatica

Pensioni, il blocco della perequazione per due soli anni e il conseguente “trascinamento” dello stesso agli anni successivi «non costituiscono un sacrificio sproporzionato rispetto alle esigenze, di interesse generale», perseguite dalle disposizioni impugnate. È quanto ha affermato la Corte costituzionale con la sentenza n. 250 depositata oggi, con cui sono state respinte tutte le censure al Dl 65/2015 contenute in 15 ordinanze.

L’Inps spende cento miliardi l’anno in pura assistenza. Separiamo pensioni e solidarietà o chiudiamo l’Inps

Libero del 29 novembre 2017

Libero del 29 nov. 2017

Di PIETRO SENALDI

La questione che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, oltre a erogare pensioni, elargisca denaro ai bisognosi, c’entra maledettamente con il fatto che l’Inps sia perennemente in rosso e per far tornare i conti il governo sia costretto a continui innalzamenti dell’età pensionabile e riduzioni dell’assegno. Si dà il caso che oggi, malgrado vi siano ancora milioni di assegni calcolati con il sistema retributivo, se l’Inps si occupasse unicamente di pagare le pensioni sarebbe in attivo di quattro miliardi. La spesa previdenziale infatti ammonta a 217,8 miliardi, che, al netto delle tasse pagate dai beneficiari, si riducono a 168,5, mentre dai contributi l’ente incassa 172,2 miliardi. Insomma, se dipendesse solo da loro e da quanto hanno versato, i pensionati potrebbero stare sicuri che nessuno verrà mai a chiedergli nulla e i lavoratori potrebbero sperare di ritirarsi a un’età ragionevole e con un trattamento dignitoso.

 La ragione di questo disastro, come si diceva, sta nel fatto che l’Inps, oltre a pagare i pensionati, sovvenziona invalidi, superstiti, disoccupati, senzacasa, famiglie bisognose e poveracci di varia provenienza. Con i soldi dello Stato, beninteso, ma, sarà perché la nostra macchina pubblica non funziona proprio come un orologio, tra un trasferimento e l’altro si aprono delle voragini che diventano sempre più grandi e che poi lo Stato deve ripianare.

Finisse qui, non ci sarebbe da festeggiare ma almeno i pensionati ne uscirebbero indenni. Il fatto che invece ogni due per tre arrivi una mazzata sulle loro teste ci induce a pensare che le cose non vadano come ci vengono prospettate e che, forse, una parte dei loro contributi scivoli, in quantità sempre più sensibile, dalla casella previdenza alla casella assistenza e concorra a tappare i buchi e finanziare una pletora di mantenuti, alcuni effettivamente bisognosi, altri meno, altri ancora totalmente parassiti.

Una soluzione ci sarebbe, ed è sempre la stessa: copiare da chi fa meglio di noi. In Germania, per esempio, assistenza e previdenza dipendono da istituti diversi. Se vogliamo salvare i pensionati, l’unica cosa da fare è chiudere l’Inps e creare un Ente Pensioni, finanziato dai contributi dei lavoratori, e un Ente Solidarietà, a carico dello Stato, a cui demandare l’aiuto a chi non ce la fa.