Concorsi: dopo che il Cobas-Codir ha smascherato le “riserve” fasulle IL GOVERNO CONTINUA NELLA STRADA DELL’ILLICEITÀ

Palermo, 1 febbraio 2022
Il motivo del raggiro sembra uno solo: le prossime elezioni regionali e la necessità dei politici di governo di carpire la buonafede di tanti giovani disoccupati siciliani cercando di fidelizzare il loro voto con la “promessa” e la “prospettiva” di un posto di lavoro.
Per uno dei peggiori presidenti della Regione che abbiamo avuto, invece, i dipendenti regionali in servizio sono altra cosa: categoria difficilmente suggestionabile politicamente e, quindi, da vilipendere a ogni occasione e da additare strumentalmente all’opinione pubblica come “motivo di tutti i mali”; per questi sarebbe bastato prevedere solo delle riserve “fasulle” nei bandi di concorso, citando una legge abrogata (che esponeva gli stessi anche a essere citati in giudizio davanti al TAR come contro-interessati da parte degli altri partecipanti al concorso).
Un disegno vergognoso e inaccettabile studiato e portato avanti senza scrupoli a tutto danno di una macchina amministrativa sempre più inceppata e gestita senza capacità.
Questi bandi di concorso, preparati senza avere accettato i suggerimenti delle parti sociali che avrebbero evitato l’ennesima pessima figura della Regione Siciliana, fanno tristemente tornare alla mente le medesime procedure dei maxi-concorsi truffa ai Beni Culturali banditi nel 2000, anch’essi alla vigilia di elezioni regionali, e utili, quindi, solo a raccattare voti: dei 1.200 posti banditi allora sono stati assunte meno di 200 persone (di cui una parte in forza di sentenze che hanno obbligato la Regione ad adempiere). Anche quei concorsi mortificavano, infatti, le professionalità dei dipendenti allora in servizio di cui non si teneva alcun conto e il COBAS-CODIR si fece promotore anche allora di una moltitudine di iniziative legali e proteste di piazza che denunciavano la malafede dei politici di governo pro-tempore: dopo che arrivarono oltre 600.000 mila istanze di disoccupati e passate le elezioni, tutto cadde nel dimenticatoio e non se ne fece quasi più nulla.
Certo le continue provocazioni dell’attuale governo, portate avanti con la pervicace volontà di andare avanti con i bandi che sarebbero comunque viziati da illegittimità, fanno sospettare finalità analoghe a quelle del governo del 2000 che prese in giro i siciliani.
Il COBAS-CODIR, dal canto suo, senza con ciò volere in nessun caso negare la prospettiva di un posto di lavoro ai tanti disoccupati siciliani, continuerà nella battaglia a difesa dei diritti dei lavoratori in servizio e, riservandosi adeguate azioni di protesta, ha già dato mandato ai propri legali di predisporre ogni atto utile per impugnare i concorsi nella loro interezza nel caso in cui il governo non provvedesse a deliberare le giuste misure compensative in favore dei lavoratori regionali che aspettano da 20 anni i necessari percorsi di carriera.
Unica soluzione alla vertenza – come sempre sostenuto dal Cobas Codir – è rinnovare l’amministrazione, avviando immediatamente la riclassificazione e la riqualificazione del personale dando all’ARAN le direttive, con tempi certi e immediati, attuando la stessa riforma del personale che è stata sottoscritta dalle OO.SS. per le Funzioni Centrali nel dicembre scorso a Roma e che prevede espressamente (articolo 18) la norma di prima applicazione che risolve ogni conflitto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali.
www.codir.it

Il bluff di Quota 102, solo diecimila statali hanno i requisiti per usarla quest’anno

Tratto da PAmagazine

Sono circa 10 mila i dipendenti pubblici che potrebbero andare in pensione anticipata con Quota 102. Questa la stima che filtra dall’Inps, incaricata di gestire il meccanismo messo a punto per il 2022 dopo lo stop alla sperimentazione triennale di Quota 100.

I numeri

Complessivamente dovrebbero essere 16 mila i lavoratori italiani coinvolti dalla riforma che dal 2023 sarà sostituita dalla soluzione definitiva alla quale il governo sta lavorando. Occorre ricordare che l’accesso alla pensione anticipata sarà possibile con quota 102, ossia con almeno 64 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva, oltre che con i requisiti ordinari pari a 41-42 anni e 10 mesi di contributi a cui aggiungere la finestra mobile di 3 mesi. Tuttavia i lavoratori nati entro il 31 dicembre 1959, e che entro il 31 dicembre 2021 perfezioneranno i 38 anni di contributi, potranno accedere a quota 100 anche in epoca successiva all’apertura della finestra (pari a 3 mesi per i dipendenti del settore privato, 6 mesi per i pubblici).

I tempi

In pratica, considerata la presenza delle finestre, trimestrale e semestrale, anche per quota 102, le prime uscite con quest’ultima avverranno dal 1° maggio 2022 per il settore privato e dal 1° agosto per i pubblici dipendenti. Coloro che rientrano nei nuovi requisiti sono i nati entro il 31 dicembre 1958 che perfezioneranno i 38 anni di contribuzione nel corso dell 2022. Il diritto conseguito entro il 2022 potrà essere fatto valere anche in epoca successiva. L’accesso alla pensione potrà avvenire anche in regime di cumulo, utilizzando le contribuzioni accreditate nell’assicurazione generale obbligatoria, nelle forme esclusive (come quella dei pubblici dipendenti) e sostitutive (gestite dall’Inps) nonché nella gestione separata Inps.

Paletti

Non potranno essere utilizzate le contribuzioni accreditate presso le Casse dei liberi professionisti. I richiedenti non dovranno essere già titolari di pensione a carico di una delle gestioni citate. La prestazione non è cumulabile con altri redditi derivanti da lavoro dipendente o autonomo, a eccezione di quelli prodotti da attività autonoma occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui. L’incumulabilità verrà meno dalla data di raggiungimento dei requisiti richiesti, tempo per tempo, per l’accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni almeno fino al 31 dicembre 2024). Occorre inoltre ricordare che gli statali possono chiedere l’anticipo del trattamento di fine servizio o di fine rapporto, nell’ambito dell’accordo quadro stipulato tra Abi e ministeri competenti, a condizioni economiche agevolate, al pari di quanto era previsto per Quota 100.