Assegno unico figli, chi ci perde e chi ci guadagna. Le simulazioni

Arriva l’Auuf, un acronimo bizzarro che indica una vera rivoluzione per il welfare familiare e sta per «Assegno unico universale familiare».
La misura chiave prevista dal decreto legislativo 21/12/2021, n. 230 a favore dei nuclei familiari semplifica, unificandole, le misure di sostegno economico per i figli a carico.
L’assegno si basa sostanzialmente su due concetti: è «unico» e «universale».
Unico: in quanto accorperà sei misure attualmente presenti nell’ordinamento a sostegno delle famiglie con figli a carico, lasciando in vita però il bonus asilo nido.
Universale: perché spetta a tutti i nuclei familiari con figli a carico, a prescindere dall’occupazione dei genitori (anche lavoratori autonomi, liberi professionisti, disoccupati, incapienti).
Ma la vera novità è il cambio di paradigma nelle condizioni di accesso. L’Assegno unico a differenza dei vecchi assegni familiari, è inevitabilmente condizionato dal valore dell’Isee che tiene conto non solo della situazione reddituale che, sino ad oggi, ha caratterizzato tutte le forme di sostegno alla famiglia, bensì anche della situazione patrimoniale (abitazione, autovettura, giacenze medie conti correnti, assicurazioni ecc.) che non necessariamente fotografa la ricchezza di una famiglia.
«Questa è una differenza assoluta con i vecchi assegni familiari, che escludeva i redditi più alti – dice Paola Mancini, esperta della Fondazione Studi -. L’Auuf invece spetta a tutti, anche se in misura minore rispetto a chi ha redditi più bassi».