Firmato in via definitiva il nuovo contratto Funzioni Centrali. Scattano gli aumenti del tabellare e dell’indennità di amministrazione

Busta paga più ricca per i ministeriali a giugno. A incidere sullo stipendio sarà infatti il combinato disposto del rinnovo del contratto degli statali (e dei relativi arretrati) e delle indennità di amministrazione aggiornate. Un mix di fattori che porterà nelle tasche dei 141 mila dipendenti dei ministeri fino a 6500 euro lordi.

Il contratto

Come prevedibile gli aumenti previsti dal nuovo contratto variano in base all’inquadramento del lavoratore. Nel dettaglio, si tratta di 105 euro medi per 13 mesi, cui si aggiunge un beneficio pari ad altri 20 euro medi mensili. L’aumento contrattuale sale fino a 117 euro lordi per la fascia degli assistenti amministrativi. Per fare un esempio gli aumenti a regime arrivano fino a 2500 euro l’anno per i dipendenti della terza area. Cifre che verranno corrisposte in una soluzione unica a giugno perché il nuovo contratto è relativo al triennio 2019/2021.

L’indennità di amministrazione

Per i ministeriali in busta paga peserà però anche il decreto del governo sulle indennità ministeriali dovute, per cui sono stati stanziati 170 milioni di euro. Il decreto di Palazzo Chigi nelle scorse settimane ha adeguato le “indennità di amministrazione” e oltre agli aumenti, con cifre diversificate a seconda del ministero e dell’inquadramento di ogni dipendente in un ventaglio di aumenti che arriva a 188,4 euro lordi al mese (2.449 euro all’anno), porta con sé una mole consistente di arretrati. Per un funzionario medio (area terza, posizione F4) di uno dei ministeri in cui l’indennità cresce di più l’uno due offre aumenti a regime intorno ai 300 euro e arretrati fino a 6mila euro: succede in ministeri come Salute, Esteri, Istruzione, Università, Lavoro e Politiche agricole.