Sforato il rapporto deficit/pil. Quanto ci costerà l’impegno a restare sotto il 3%?

Il prodotto interno lordo frena più del previsto, quest’anno a -1,7% rispetto a -1,3% delle stime precedenti; il deficit supera la soglia del 3% e si attesta al 3,1%; il debito pubblico sfiora il 133% sul Pil, livello record dal 1924.

Il premier Enrico Letta assicura però che c’è  l’impegno a stare sotto il 3% alla fine dell’anno, così come previsto dagli accordi siglati a Bruxelles.

Secondo Saccomanni serve «una normale manovra di fine anno, che possiamo fare senza ricorrere a particolari misure e che non avrà nessun grosso impatto sulla situazione economica».

Tanto il bancomat dei dipendenti pubblici è sempre a disposizione.

Programma assistenziale per l’anno 2013 a favore del personale dell’Amministrazione regionale in servizio o in quiescenza

È stato pubblicato nella Gurs n. 43 del 20 settembre 2013 il Programma assistenziale per l’anno 2013 a favore del personale dell’Amministrazione regionale in servizio o in quiescenza, dei familiari a carico, nonché dei titolari di pensioni indirette o di reversibilità o di assegni vitalizi obbligatori o di assegni integrativi.

Gli interventi previsti dal bando programma assistenziale anno 2013 riguardano:

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Chi scrive la legge di stabilità? Olli Rehn a Roma per dirci cosa fare

Chi “scriverà” la prossima Legge di Stabilità, l’ex Legge Finanziaria che dovrà essere pronta entro metà ottobre?

«Se cade il Governo – ha detto il premier Enrico Letta – la Legge di Stabilità la scriverebbero a Bruxelles e la scriverebbero diversa da noi». Già, perché ora –sempre secondo Letta- questa legge la scriviamo noi e non viene scritta invece in Europa?

Lo scorso mese di maggio il Parlamento europeo ha approvato il cosiddetto two pack ovvero la parte finale del nuovo regolamento di stabilità economica che assegna alla Commissione europea un ruolo del tutto inedito: la possibilità di pronunciarsi sui bilanci nazionali dei 17 Paesi della zona euro (a partire dal 2014) ed eventualmente di porre il veto (fino ad oggi poteva esprimere solo raccomandazioni).

Entro il 15 ottobre ogni paese dell’eurozona dovrà presentare alla Commissione e all’Eurogruppo la bozza del piano di bilancio per l’anno successivo.

Se la bozza non convince Bruxelles perché non conforme al Patto di Stabilità e di Crescita (costituzionalizzato nel frattempo con il Fiscal compact) e perché non risponde alle raccomandazioni della Commissione, Bruxelles può chiederne la riscrittura entro due settimane dal momento della ricezione del progetto di bilancio.

Approvato nel massimo silenzio il Two-Pack. Con il Two-Pack, la finanziaria si farà a Bruxelles

Lo scorso mese di febbraio il Parlamento europeo ha approvato il cosiddetto two pack, cioè un pacchetto di regole che dà nuovi poteri alla Commissione Ue tra cui quello di imporre modifiche alle leggi finanziarie degli Stati.

Entro il mese di ottobre di ogni anno, i 17 Paesi dell’eurozona dovranno sottoporre a Bruxelles i propri bilanci per l’anno successivo (in Italia la legge Finanziaria). La Commissione europea si pronuncerà caso per caso esaminando i conti previsti e, nel caso, potrà chiedere ai governi nazionali cambiamenti sostanziali nonché emettere sanzioni per chi non volesse adeguarsi.

Non avendo più nemmeno l’ombra di una sovranità su spesa e scelte d’investimenti, viene da chiedersi su quali programmi elettorali i cittadini, in particolare noi Italiani e quelli dei Paesi citati in precedenza, baseranno il proprio voto in futuro? Con quali differenze? Su quali promesse? Su quali piani economici? Per non chiedersi se varrà ancora la pena votare.

La legge di stabilità non la scrive Bruxelles? Intanto Olli Rehn bacchetta l’Italia

Qualche giorno fa Letta ha dichiarato: La legge di stabilità la scriviamo noi, non Bruxelles.

Ma intanto arriva la pesante critica del Commissario agli Affari economici dell’Ue, Olli Rehn.

Prima il bollettino mensile della Bce, che sottolinea un forte peggioramento nei dati preliminari del disavanzo dell’Italia nella prima parte del 2013. Poi il Commissario Rehn, che ripete che gli ultimi dati economici dell’Italia non sono buoni e invita a concentrarci sulle riforme necessarie per controllare la spesa pubblica, rinforzare la lotta alla corruzione anche allungando i termini di prescrizione, accorciare i tempi della giustizia civile, rendere più flessibile il mercato del lavoro, migliorare la pubblica amministrazione, ridurre le distorsioni fiscali spostando il prelievo dal lavoro alla proprietà immobiliare e al consumo.

Sulle riforme più importanti, il paese ha imboccato la strada opposta rispetto a quella indicata dal Consiglio Europeo. Anziché rinforzare la legge Severino, alcune forze politiche stanno cercando di renderla del tutto inefficace. L’Imu è stata cancellata, e non sappiamo ancora bene con cosa sarà sostituita. Il già previsto aumento dell’Iva forse verrà abolito. Anziché riformare la pubblica amministrazione, si è fatta una sanatoria che stabilizza i precari con un percorso privilegiato rispetto ai concorsi previsti dalla legge e dalla costituzione.

Il vicepresidente della Commissione Europea ha paragonato il Paese alla Ferrari che ha “una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi”.

PUBBLICO IMPIEGO: Enti locali. Nei Comuni no a promozioni automatiche

(articolo tratto da Il Sole 24 Ore dell’11.05.2013)

Le progressioni orizzontali o economiche devono essere corrisposte in modo selettivo, così da premiare il merito; devono basarsi sulla valutazione, con riferimento di regola a quella dell’ultimo triennio, e possono essere erogate esclusivamente ad una quantità limitata di dipendenti. 

Sono queste le principali indicazioni dettate dal Dlgs 150/2009 ed entrate in vigore l’01.01.2010. In precedenza l’Aran ha ritenuto che comunque le progressioni orizzontali dovessero in ogni caso essere erogate in modo selettivo e premiando il merito. Ed ancora che i destinatari non potessero comunque essere contemporaneamente tutti i dipendenti o la stragrande maggioranza di essi, anche se dal 2003 è stato abrogato il tetto numerico del cosiddetto baricentro ed è rimasto solamente quello del finanziamento esclusivamente tramite la parte stabile del fondo.

Tale tesi è fatta propria dagli ispettori della Ragioneria Generale dello Stato ed è stata ripresa dalla Corte dei Conti della Basilicata. La stessa sezione giurisdizionale lucana ha inoltre censurato la scelta di un ente di prevedere il ricorso al criterio della anzianità come elemento essenziale di scelta. Si deve inoltre ricordare che il Ccnl limita la possibilità di partecipare alle progressioni ai dipendenti che hanno una anzianità minima di almeno 2 anni nella posizione economica.

Tali indicazioni -sulle quali ci chiede lumi Luigi Tortora, relativamente alle promozioni da lui definite «automatiche» al Comune di Casamarciano (Napoli)- vanno in direzione completamente diversa rispetto a quanto avvenuto nella stragrande, per lo meno, maggioranza degli enti locali e, più in generale, delle Pa. Generalmente, soprattutto nei primi anni 2000, si è infatti scelto di erogare la progressione orizzontale a tutti o quasi i dipendenti; il più delle volte si è approdato a tale esito stanziando risorse che finanziano in modo assai massiccio il ricorso a questo istituto e limitandosi a prevedere il superamento di un punteggio minimo.

Peraltro, nella stragrande maggioranza degli enti locali i criteri di valutazione sono stati oggetto di contrattazione, in quanto allegati al contratto collettivo decentrato integrativo. Tali scelte determinano la violazione delle previsioni dettate dal Ccnl 31.03.1999. Inoltre, molto spesso si assegna un punteggio sia alla anzianità che alla mera frequenza di corsi di formazione, introducendo in tal modo meccanismi di automaticità che cozzano con le previsioni contrattuali, le quali privilegiano comunque criteri selettivi. Non si deve inoltre dimenticare che la decorrenza retroattiva delle progressioni è da considerare illegittima, anche nel caso in cui la contrattazione decentrata arrivi tardivamente.

Sulla base di queste indicazioni si deve ritenere, in modo assai rafforzato dallo 01.01.2010, che le progressioni orizzontali riconosciute a tutti i dipendenti di una stessa categoria sollevino numerosi dubbi di legittimità e che comunque occorre garantire che solamente una quota limitata di personale possa ricevere il beneficio in oggetto. Sta alla contrattazione decentrata individuare cosa concretamente si debba intendere come quota limitata di possibili beneficiari, ovviamente senza stravolgere la chiara indicazione legislativa, per la quale questo strumento deve essere inteso come un premio per i dipendenti che hanno avuto le migliori performance e non come una sorta di scatto periodico del trattamento economico fondamentale.

La Corte dei Conti siciliana fa gli straordinari. Inchieste, indagini e processi e sentenze

Indagine sul conferimento di incarichi esterni.

Il periodo sotto la lente d’ingrandimento è quello che va dal 2009 al 2010. Le nomine riguardano la giunta di Raffaele Lombardo. Il danno contestato dal procuratore Aloisio è di 2 milioni e 60mila euro. Ma alcuni di quegli esterni (Monterosso e Palma), oggi sono ancora al loro posto. Nonostante una pioggia di ricorsi e contenziosi.

Condanna definitiva per ex assessore e 3 dirigenti del Dipartimento Istruzione e Formazione.

Sentenza dei giudici della sezione d’appello della Corte dei Conti. Maxi risarcimento ridotto in secondo grado. La condanna per aver finanziato le integrazioni a tre progetti dell’Anfe.

Indagine su politici e burocrati. La Procura regionale della Corte dei Conti indaga sulle integrazioni erogate fino 2010.

Spese pazze per i consiglieri provinciali di Catania.

Secondo la Procura contabile il rimborso delle spese effettuate dai consiglieri provinciali apparirebbe caratterizzato da diverse irregolarità che ne inficiano la legittimità.

Famp 2013. Riunione Aran. Aggiornamento in attesa del comunicato ufficiale

Era troppo bello per essere vero.

Nella riunione di venerdì scorso mi ero illuso che oggi (ieri) si sarebbe sottoscritto l’accordo famp con la tanta auspicata mensilizzazione.

Era stato, infatti, già deciso di effettuare solo gli accantonamenti previsti dal contratto senza dare seguito alle numerose richieste di accantonamento a monte di risorse avanzate da quasi tutti i dipartimenti.

Evidentemente c’è stata qualche tirata di orecchie e qualche sindacato ha fatto marcia indietro con il consenso dell’Aran che, sicuramente, avrà ricevuto anch’essa le dovute “pressioni” da parte di alcuni dipartimenti.

Così si è entrati nel merito delle richieste di accantonamento, accogliendone alcune e cestinandole altre, senza alcun criterio apparente.

Alla fine solo due sigle (Cisl e Ugl) hanno sottoscritto un accordo senza valore perché privo della maggioranza richiesta.

Il totale delle richieste avanzate dai dipartimenti (con le ultime pervenute) ammonta a € 12.438.604,00, somma che avrebbe decurtato il famp generale, rendendo ridicola anche la mensilizzazione.

A breve il comunicato congiunto Cobas/Sadirs che illustrerà meglio le dinamiche della riunione e le prospettive a breve termine.

PUBBLICO IMPIEGO: Dipendenti ma con il doppio lavoro.

Articolo tratto da Ptpl – dossier pubblico impiego

NASCOSTI AL FISCO/ Ammontano a 5 milioni gli stipendi in nero scoperti dalle Fiamme Gialle e a 13 milioni gli importi evasi dai committenti dell’impiego. 
Il doppio lavoro dei dipendenti pubblici (che poi è soprattutto lavoro nero) non conosce sosta. È vero che la crisi morde e c’è la necessità di arrotondare lo stipendio, ma quegli 879 casi messi sotto controllo dalla Guardia di finanza nel 2012, su input dell’Ispettorato per la funzione pubblica, hanno ben poco di lecito. Più che di arrotondare, si tratta di un’altra vera e propria entrata non autorizzata che il dipendente pubblico incamera magari lavorando durante l’orario d’ufficio.

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