Tratto da PAmagazine
Sono circa 10 mila i dipendenti pubblici che potrebbero andare in pensione anticipata con Quota 102. Questa la stima che filtra dall’Inps, incaricata di gestire il meccanismo messo a punto per il 2022 dopo lo stop alla sperimentazione triennale di Quota 100.
I numeri
Complessivamente dovrebbero essere 16 mila i lavoratori italiani coinvolti dalla riforma che dal 2023 sarà sostituita dalla soluzione definitiva alla quale il governo sta lavorando. Occorre ricordare che l’accesso alla pensione anticipata sarà possibile con quota 102, ossia con almeno 64 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva, oltre che con i requisiti ordinari pari a 41-42 anni e 10 mesi di contributi a cui aggiungere la finestra mobile di 3 mesi. Tuttavia i lavoratori nati entro il 31 dicembre 1959, e che entro il 31 dicembre 2021 perfezioneranno i 38 anni di contributi, potranno accedere a quota 100 anche in epoca successiva all’apertura della finestra (pari a 3 mesi per i dipendenti del settore privato, 6 mesi per i pubblici).
I tempi
In pratica, considerata la presenza delle finestre, trimestrale e semestrale, anche per quota 102, le prime uscite con quest’ultima avverranno dal 1° maggio 2022 per il settore privato e dal 1° agosto per i pubblici dipendenti. Coloro che rientrano nei nuovi requisiti sono i nati entro il 31 dicembre 1958 che perfezioneranno i 38 anni di contribuzione nel corso dell 2022. Il diritto conseguito entro il 2022 potrà essere fatto valere anche in epoca successiva. L’accesso alla pensione potrà avvenire anche in regime di cumulo, utilizzando le contribuzioni accreditate nell’assicurazione generale obbligatoria, nelle forme esclusive (come quella dei pubblici dipendenti) e sostitutive (gestite dall’Inps) nonché nella gestione separata Inps.
Paletti
Non potranno essere utilizzate le contribuzioni accreditate presso le Casse dei liberi professionisti. I richiedenti non dovranno essere già titolari di pensione a carico di una delle gestioni citate. La prestazione non è cumulabile con altri redditi derivanti da lavoro dipendente o autonomo, a eccezione di quelli prodotti da attività autonoma occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui. L’incumulabilità verrà meno dalla data di raggiungimento dei requisiti richiesti, tempo per tempo, per l’accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni almeno fino al 31 dicembre 2024). Occorre inoltre ricordare che gli statali possono chiedere l’anticipo del trattamento di fine servizio o di fine rapporto, nell’ambito dell’accordo quadro stipulato tra Abi e ministeri competenti, a condizioni economiche agevolate, al pari di quanto era previsto per Quota 100.